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Aci Livorno: la strada verso il rischio minimo è ancora lunga

Venerdì 8 Giugno 2018 — 17:23

Incrementare il livello di sicurezza percepito da qualsiasi categoria di utenza stradale lungo le strade cittadine è la priorità massima per il nostro Ente. Da sempre tra i propositi della mission istituzionale dell’Automobile Club d’Italia, e quello della provincia di Livorno in particolare, c’è quello di individuare le criticità presenti sulle arterie urbane e segnalarne la pericolosità, spingendo così gli amministratori locali a provvedere concretamente per l’eliminazione di eventuali ostacoli e problematiche a una quanto più libera e tutelata circolazione di mezzi e persone.

Per questo motivo, ci preme tornare a riassumere qualcuno degli interventi che dovrebbero essere messi in opera quanto prima, al fine di rendere meno rischiose le vie di comunicazione della nostra città. Quanto noi richiamiamo in tema di sicurezza (barriere, attraversamenti pedonali, ecc) è rigorosamente previsto dalle norme esistenti, tra Codice della Strada  e regolamenti. Senza contare che da oltre 20 anni manca la classificazione delle strade di Livorno, prevista dal D.Lgs n.285 del 30/04/1992 e succ.modd. Certamente le responsabilità vengono da lontano, ma forse sarebbe il caso di provvedere.
1) In primis, ribadiamo come la precedenza che viene concessa ancora oggi al flusso in arrivo da Via delle Sorgenti, in coincidenza dell’incrocio con via dell’Artigianato, non ha più senso di esistere. Scene di mezzi incolonnati all’incrocio, in attesa di immettersi da via dell’Artigianato verso la rotatoria e imboccare così o il cavalca ferrovia della stazione per rientrare in città oppure la Variante Aurelia in direzione nord/sud per uscire da Livorno, tendono a ripetersi mestamente con cadenza quotidiana. Al fine di evitare tali problematiche, sarebbe sufficiente invertire il sistema di precedenza attuale, concedendo il passaggio prima di tutto a via dell’Artigianato.
2) Non è un mistero che gli attraversamenti pedonali a Livorno rappresentino dei veri ‘angoli bui’ portatori d’insidie e tranelli. L’AC crede sia giunto il momento di procedere con un censimento aggiornato e una conseguente selezione dei punti più a rischio sinistri. Su questi ‘spot’ sensibili, si dovrebbe intervenire, dotandoli di un semaforo a richiesta sullo stile di quello installato all’altezza di Piazza Mazzini-Porta a Mare, oltre che di un eventuale potenziamento dell’illuminazione.
Citazione particolare per l’annosa questione della causa principe delle criticità lungo via Grande, vale a dire il vero, grande ostacolo al fluire costante e regolare dei mezzi che circolano lungo la direttrice Porto-Piazza della Repubblica.  Il riferimento va al passaggio pedonale che s’incontra subito dopo aver attraversato la piazza. Un attraversamento posizionato in maniera scriteriata e mal regolato, inefficiente e pericoloso. Qui i pedoni vantano giustamente un diritto di passo rispetto alle auto che però è concretamente insostenibile. Il continuo transito dei frequentatori del centro, impegnati nell’attraversamento da un lato all’altro dei loggiati e sempre numerosi quasi a ogni ora del giorno, viene inevitabilmente a provocare un costante e invalicabile sbarramento ai mezzi.
Infine, da eliminare tutti i passaggi pedonali posti a destra di un incrocio con obbligo di svolta a destra: è chiaro che l’automobilista tenga d’occhio il lato sinistro per immettersi e non appena trova una ‘finestra’ disponibile, parta con il rischio d’investimento per chi si trovava regolarmente sulle strisce.
3) Da rivedere anche la segnaletica orizzontale che regola l’incrocio semaforico tra via Cattaneo e via Nazario Sauro. Tale segnaletica è vetusta, usurata e scarsamente visibile: un fattore che contribuisce a creare incertezze nei comportamenti di guida delle vetture in transito a quell’altezza e conseguenti situazioni di pericolo.
Una potenziale fonte d’incidente, con l’aggravante di un’ancora minore chiarezza nelle indicazioni fornite, è la segnaletica orizzontale che regola le precedenze all’incrocio tra via Zola e viale Nievo. Non è difatti di così facile e immediata lettura come l’utente della strada debba comportarsi: in uscita da via Zola, per svoltare sul viale Nievo in direzione Fiorentina, si rischia di avere le idee confuse rispetto a quale lato girare intorno al piccolo spartitraffico di dimensioni ultra ridotte.
Nota positiva invece la messa a dimora delle piante di oleandro lungo lo spartitraffico sul viale Petrarca e quelle di pitosforo sulla barriera che corre lungo viale Carducci: una volta cresciute di dimensione, grazie al loro fitto fogliame, costituiranno un’efficace barriera e un conseguente deterrente per  gli attraversamenti azzardati da parte di qualche pedone troppo amante del rischio.
4) Un altro ostacolo di non poco conto è costituito dallo sproporzionato dosso artificiale, peraltro a pochi metri da un altro passaggio pedonale ‘normale’, posto davanti a Palazzo Civico.  Oltre a rappresentare un caso isolato nel contesto cittadino (per fortuna, visto che il dislivello massimo previsto dal Codice non dovrebbe superare i 7 cm), oggi versa in condizioni pessime e necessiterebbe di un sistemata. Capitolo a parte meritano invece le urgenze relative all’asfalto per quanto concerne il manto di parecchi tratti di strade. Resta ancora molto da fare in tal senso ma intanto apprendiamo con piacere che proprio in queste settimane il Comune ha fornito il via libera al secondo lotto di lavori previsti dagli “accordi quadro” specifici, con un modello di appalto che dovrebbe d’ora in poi garantire efficienza e rapidità operativa delle imprese impegnate.
5) A proposito di dossi e dissuasori, menzione speciale va purtroppo ai blocchi di cemento discontinui posti lungo il bordo della strada in zona porto, nel tratto che unisce Piazza del Pamiglione ai Quattro Mori. Qui, il rischio di urto con la lunga serie d’impedimenti (peraltro scarsamente visibili in notturna) è molto alto. Suggeriamo di sostituire i blocchi con una tipologia che non preveda interruzioni (o al massimo, con angoli stondati), limitando i danni in caso di incidente. Quella dei dissuasori è un’arma a doppio taglio. Per cancellare una potenziale infrazione, si crea un rischio reale. Un effetto ‘boomerang’, il cui gioco non vale mai la candela.
6) Un’altra criticità è legata a una diffusa inciviltà da parte dei ciclisti e dei pedoni livornesi: una sottostima delle norme del Codice della Strada che, chi pedala e chi si accinge ad attraversare la carreggiata, mette in pratica ormai quotidianamente. Un atteggiamento che pare essere ormai comunemente accettato o quantomeno tollerato. Non è sufficiente rivestire i panni del ciclista o del pedone per essere esentato da doveri. Ogni giorno si assiste allo sfrecciare impunito di ciclisti in senso opposto a quello di marcia, sugli attraversamenti pedonali, al mancato rispetto dell’attesa semaforica, alla rischiosa percorrenza di bici in carreggiata anche in presenza di tracciati paralleli a queste appositamente dedicati (a questo proposito, sarebbe auspicabile l’obbligatorietà di utilizzo della pista dedicata, anche da parte dei cosiddetti ciclisti amatoriali in sella alle bici da corsa,  nei tratti dove questa è già presente). Idem per i pedoni che attraversano con il semaforo rosso o fuori dalle strisce. Ciò che chiede l’Ente all’Amministrazione e alla Polizia Municipale è di imprimere una decisa svolta nella valutazione delle infrazioni: occorre dedicare maggiori risorse e personale al controllo propedeutico, con sanzioni a scopo educativo. Gli utenti della strada sono tutti uguali e non sono tollerabili ingiustificate preferenze.Una salutare operazione repressiva, peraltro nemmeno troppo complicata, sarebbe enormemente educativa.

Riccardo Heusch e  Virgilio Marcucci
Presidenti Commissione Traffico e Viabilità / Tutela Diritti Automobilisti 

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