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Maltrattavano un disabile, arrestati due operatori. Parla la cooperativa: “Sospesi”. Nogarin: “Parte civile”

Sabato 25 Marzo 2017 — 17:31

I due assistenti a domicilio sono agli arresti domiciliari. Dopo la dura reazione da parte del sindaco non tarda ad arrivare la presa di posizione della cooperativa che condanna e prende le distanze

In merito alla notizia dell’arresto di due operatori socio sanitari accusati di maltrattamenti ai danni di un giovane disabile, dopo la dura reazione da parte del sindaco non tarda ad arrivare la presa di posizione della cooperativa, con sede a Piombino, per la quale lavoravano i due assistenti, che condanna con fermezza l’accaduto e prende le distanze, annunciando di aver già provveduto a sospendere dal servizio le due persone: un ragazzo di 28 anni e una donna di 58.

La nota della coop. Cuore Liburnia Sociale – In merito ai gravi episodi che sono stati contestati a tre dei suoi dipendenti, incaricati di prestare assistenza domiciliare ad un ragazzo disabile, la direzione della Cooperativa Cuore Liburnia sociale, a tutela della propria immagine e di quella dei propri dipendenti, rende noto che ha immediatamente disposto la sospensione cautelativa dal servizio delle due persone arrestate a seguito dell’indagine dei carabinieri e della terza allo stato attuale indagata. “Esprimiamo prima di tutto la nostra vicinanza al giovane disabile e alla sua famiglia che, secondo le accuse mosse dalle forze dell’ordine, sarebbe stato sottoposto a spregevoli episodi di maltrattamento – afferma la presidente della Coop Cuore Liburnia Sociale Assunta Astorino – aggiungendo fin da ora che se le accuse fossero confermate non esiteremo a costituirci come parte civile. Gli esecrabili episodi contestati ai tre dipendenti costituiscono infatti un’azione in grave contrasto con i principi della Cooperativa e lesivi della dignità della persona e, come tali, determinanti a compromettere il vincolo fiduciario. “Già in passato – prosegue Astorino – abbiamo collaborato con le forze dell’ordine per prevenire e contrastare qualsiasi forma di abuso all’interno della strutture gestite dalla Cooperativa. Nel caso specifico, poiché gli episodi si sono verificati nell’abitazione dell’assistito, è molto più difficile prevenire simili episodi. Nessuna segnalazione è del resto pervenuta alle nostre strutture dalla famiglia e dai servizi sociali prima dell’indagine avviata dai carabinieri. Rafforzeremo comunque il nostro rapporto con le famiglie degli assistiti, che invitiamo a segnalare senza esitare qualsiasi tipo di malfunzionamento del servizio. Tengo altresì a precisare che il personale coinvolto nella vicenda non è stato da noi direttamente selezionato, provenendo da una fusione del 2016 con la cooperativa Comunità Impegno, che a sua volta aveva rilevato i servizi svolti prima da altre due Cooperative, riassorbendo, nel rispetto delle clausole sociali imposte dalle normative, i dipendenti impegnati nei servizi assunti. Purtroppo in questi ultimi tempi la cronaca sta riportando simili casi di abuso. Per quanto riguarda le assunzioni dirette fatte dalla nostra Cooperativa siamo tuttavia in grado di assicurare la massima attenzione alla professionalità e al comportamento etico del nostro personale, a cui forniamo una continua formazione nei settori di competenza. Garantiamo a tutti gli assistiti e alla Città di Livorno la volontà di rafforzare la vigilanza perché episodi del genere non si ripetano, sia nei nostri servizi di assistenza domiciliare che tanto meno all’interno delle nostre strutture. Assumeremo ogni iniziativa in sede legale per preservare l’immagine della Cooperativa e dei suoi dipendenti e soci lavoratori che ogni giorno, con serietà e professionalità, mettono a disposizione il proprio impegno per offrire servizi ed assistenza adeguata a chi ne ha bisogno”.

Le parole di Nogarin – “La notizia dell’arresto di due assistenti a domicilio, accusati di aver percosso un ragazzo disabile, ci fa semplicemente inorridire. Il Comune di Livorno farà ogni azione possibile per tutelare la propria immagine, il lavoro dei propri dipendenti e di chiunque operi in maniera professionale e seria nei servizi in appalto. Non riesco nemmeno a immaginare come sia possibile approfittare in questo modo di una persona che non ha la possibilità di difendersi”. Così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, commenta la notizia diffusa dai Carabinieri di Livorno, che hanno arrestato due operatori sanitari, un uomo e una donna, accusati di maltrattamenti e abbandono di incapace ai danni di un giovane disabile 23enne. “Io ho una fiducia incondizionata nella magistratura e negli investigatori, che spero possano svolgere le loro indagini con il massimo del rigore e senza fare sconti a nessuno – aggiunge il sindaco – Se le accuse dovessero essere confermate, il Comune non esiterà a costituirsi parte civile in giudizio per il grave danno arrecato a questo ragazzo e, più in generale, a tutti cittadini, che devono potersi fidare ciecamente delle persone incaricate di assistere i loro famigliari o di educare i loro figli”.
“Nel frattempo – conclude il sindaco -, visto che stiamo parlando di un appalto comunale vinto da alcune cooperative riunite in un’unica associazione, abbiamo deciso di implementare i controlli su questo tipo di servizi: istituiremo dei questionari da inviare ai famigliari degli assistiti, in modo che possano valutare periodicamente il servizio offerto. Certo è che tutte le persone che beneficiano del servizio di assistenza domiciliare da parte degli operatori delle cooperative, sono già seguiti dagli assistenti sociali comunali. L’invito dunque è di segnalare a loro, o direttamente al Comune, qualsiasi comportamento o episodio sospetto, in modo che, come già accaduto in passato, possa essere il Comune o la cooperativa ad attivare i primi controlli”.

Arrestati per maltrattamenti due operatori socio sanitari – Avrebbero dovuto fare compagnia, prendersi cura o, almeno, semplicemente vigilare sul loro assistito, un giovane livornese, 23enne, affetto da una malattia invalidante: ma ciò che hanno documentato le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Livorno, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, è tutta un’altra storia.
Una storia, si legge nella nota diffusa dal comando di viale Fabbricotti, fatta di calci, schiaffi e strattonamenti in danno del giovane, come pure di assoluta noncuranza ed indifferenza durante le poche ore in cui i familiari lo affidavano a due operatori socio sanitari del luogo, un uomo (28enne) ed una donna (58enne).
Entrambi, arrestati in flagranza e condotti agli arresti domiciliari, dovranno ora difendersi dall’accusa di maltrattamenti ed abbandono di incapace.

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