Cerca nel quotidiano:

Condividi:

Uccise due rarissimi Ibis: condannato cacciatore

Martedì 13 Settembre 2016 — 19:16

nico imputato un cacciatore che è stato riconosciuto colpevole e condannato per il reato di uccisione di specie particolarmente protetta (art. 30, 1 comma lett. B Legge 157), con revoca della sua licenza di caccia.

Si è conclusa martedì 13 settembre presso il Tribunale di Livorno, l’ultima udienza del processo intentato per l’uccisione di una coppia di rarissimi Ibis Eremita. Unico imputato un cacciatore che è stato riconosciuto colpevole e condannato per il reato di uccisione di specie particolarmente protetta (art. 30, 1 comma lett. B Legge 157), con revoca della sua licenza di caccia.

“Una condanna auspicata e particolarmente importante sia per la gravità del reato commesso sia perché gli Ibis Eremita sono uccelli molto rari, di cui esistono solamente 300 esemplari in tutto il mondo e corrono il gravissimo rischio di estinzione. Questa sentenza dunque rappresenta un caso esemplare – commenta Massimo Vitturi responsabile dell’area animali selvatici della LAV – perché lo Stato ha così riaffermato la piena titolarità della protezione degli animali selvatici”.
Nel processo conclusosi presso il Tribunale di Livorno la LAV si è fin da subito costituita parte civile allo scopo di tutelare il diritto di ogni uccello di poter volare senza correre il rischio di essere ucciso dai fucili da caccia.

Si pensi che nel 2013 l’intera popolazione selvatica migratrice planetaria era composta da un solo Ibis presente in Medio Oriente. Allo scopo di reintrodurre una popolazione vitale in Europa, è stato predisposto uno specifico progetto finanziato dall’Unione Europea che coinvolge la Germania, l’Austria e l’Italia.

Il progetto Waldrappteam prevede di far nascere in cattività gli uccelli e successivamente di “accompagnarli” durante la loro fase di migrazione dalla Germania all’Italia, mediante l’uso di rilevatori GPS e alla presenza dei ricercatori che ne predispongono la rotta a bordo di velivoli ultraleggeri che gli Ibis riconoscono come genitori adottivi.

Un progetto ambizioso che nel 2012 ha portato due uccelli a percorrere senza problemi più di mille chilometri attraverso le Alpi, sopra tre Paesi diversi, fino a in prossimità di San Lorenzo (LI) dove si sono imbattuti nell’arroganza del cacciatore oggi condannato, colpiti dai micidiali pallini di piombo delle cartucce utilizzate per la caccia ai colombacci. Un evidente caso di bracconaggio che non ha giustificazione alcuna. Gli Ibis sono uccelli così particolari che chiunque li potrebbe distinguere, ancor di più un cacciatore abilitato alla caccia al colombaccio, quest’ultimo è infatti grande la metà di un Ibis, sia in lunghezza, sia per apertura alare, e del tutto diverso per forma e colori. “Non è quindi possibile che si sia verificato un errore di valutazione – spiegano dalla Lav – chi ha sparato agli Ibis lo ha fatto deliberatamente, nella consapevolezza di violare la legge che li tutela. Ed i giudici del Tribunale di Livorno con la sentenza del 13 settembre hanno confermato l’intenzionalità del vile atto di bracconaggio”.

 

Condividi:

Riproduzione riservata ©

QuiLivorno.it apre il canale Whatsapp. Iscrivetevi.

QuiLivorno.it invita tutti i lettori ad iscriversi al canale whatsapp aperto il 12 dicembre. Per l’iscrizione, gratuita, cliccate il seguente link https://whatsapp.com/channel/0029VaGUEMGK0IBjAhIyK12R e attivare la “campanella” per ricevere le notifiche di invio articoli. Riceverete i link delle notizie più importanti della giornata. Ricordiamo che potete continuare a seguirci sui nostri social Fb, Instagram e X