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Crocifissi e rosari sotto la chiesa di S. Ferdinando

Lunedì 20 Marzo 2017 — 07:18

di Roberto Olivato (foto in pagina di Luca Fornaciari)

Proseguono i festeggiamenti per i trecento anni dell’apertura al culto della chiesa di S. Ferdinando e sabato pomeriggio 18 marzo, nella chiesa dei padri Trinitari in cui sono in corso grandi lavori di restauro, dopo la S.Messa celebrata dal giovane parroco polacco padre Emilio Kolaczyk, ha avuto luogo un’interessante conferenza da parte della dottoressa Annalisa Faggi specializzata in archeologia classica. Il folto pubblico presente ed attento all’interessante esposizione della dottoressa, che trattava delle tombe presenti nel pavimento della chiesa, ha potuto anche vederne l’interno in cui erano contenuti numerosissimi reperti ossei appartenenti ai circa trecento corpi, sepolti nei loculi posizionati a semicerchio di fronte all’altare maggiore. La Faggi, livornese laureata a Pisa e che ha alle spalle quindici anni di scavi e ricerche sia in Italia che in Israele, ha raccontato con entusiasmo dell’apertura delle tombe e della fatica impiegata per il recupero dei corpi e la catalogazione dei reperti. “Si scavava con le mani delicatamente e meticolosamente per paura di distruggere ossa ed oggetti, anche perché il bel pavimento tutto in mattonelle in cotto era sotto alcuni centimetri d’acqua. Quindi, ogni opera di recupero veniva resa più difficile . Fra gli oggetti – ha proseguito l’archeologa – sono stati ritrovati piccoli crocifissi e parti di corone di rosario, appartenenti molto probabilmente ai quaranta padri trinitari sepolti ai piedi dell’altare maggiore”.
Presente alla conferenza, alla quale ha portato le proprie esperienze, l’antropologo Emiliano Carnieri, titolare dei corsi di laurea triennale e specialistica in Antropologia fisica, Paleoantropologia e Paleontologia. Al termine della conferenza è stato permesso al pubblico di poter visionare due tombe: una contenente centinaia di resti conservati in cassette ed un’altra ancora satura di macerie risalenti ai bombardamenti della seconda guerra, in cui sono racchiusi altre centinaia di reperti ossei.

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