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Drass sul piede di guerra: “Sul sottopasso inaugurato non siamo stati ascoltati”

Venerdì 24 Novembre 2017 — 11:25

L'azienda di tecnologie sottomarine ai ferri corti con l'amministrazione comunale. Drass da anni si batte per cercare di trovare soluzioni alternative

di Jessica Bueno

Mercoledì 22 novembre è stato inaugurato il sottopasso ferroviario per auto di via Padre Nicola Magri. Inaugurazione che ha lasciato l’amaro in bocca all’azienda di tecnologie sottomarine Drass, che si è sempre battuta per cercare di trovare soluzioni alternative al progetto che ha portato al sottopasso. Progetto nato nel 2005 e recuperato nel 2014 dall’amministrazione pentastellata. La Drass (oltre 300 dipendenti) ha investito del denaro per  presentare una variante del progetto: galleria invariata ma strada dritta, per evitare di dividere in due la zona. Ma le carte sono rimaste nel cassetto.
“La Drass nasce come area unica – dice Aurora Rizzi, dipendente – Qualcuno avrebbe dovuto verificare, al momento del recupero del progetto, che non si creassero danni o disagi ai siti produttivi della zona. Abbiamo avuto numerosi incontri col sindaco Nogarin appena eletto che inizialmente è apparso favorevole e ben disposto nei nostri confronti. Tutto si è concluso, però, con un nulla di fatto”. Nel tempo si sono susseguiti numerosi botta e risposta tra l’amministratore Drass, l’ing Cappelletti, e l’amministrazione comunale. “La creazione del sottopasso – afferma Cappelletti – ha tagliato la nostra fabbrica in due parti. Non hanno mai dato ascolto alle nostre proposte alternative. Oltre ai numerosi danni economici c’è una situazione di pericolo per oltre 300 lavoratori. Il sindaco si è rifiutato di darci ascolto, pretendendo da noi delle scuse”.  “Siamo stati accusati – riprende poi Rizzi – di aver portato avanti i nostri ideali al fine di chiudere l’azienda ed andare all’estero. L’unico aspetto portato avanti dal nostro progetto fu un leggero allungamento del sottopasso, 2 metri in più di ponte. Non hanno mai dato ascolto alle vere problematiche, come quelle dei parcheggi. Lungo il lato ferrovia dovevano venire fuori nuovi posti auto che non sono stati però realizzati”.
Si sono inoltre venute a creare aree cieche: per spostarsi da un capannone all’altro i dipendenti, passando dalla strada e quindi da suolo comunale, devono timbrare l’uscita e timbrare di nuovo l’entrata da un posto all’altro. “E se in questo breve tratto dovesse accadere un incidente? Chi ne pagherebbe le conseguenze? – prosegue Rizzi – Abbiamo chiesto di avere in concessione le aree rimaste cieche per fare in modo che i dipendenti non attraversassero la strada. Zero risposte. Dalle Ferrovie, inoltre, fu preparato un progetto di sovrappasso in un incontro a Firenze con l’ingegnere Cappelletti, amministratore della Drass. Inoltre l’alluvione del 10 settembre ha causato un allagamento notevole nel sottopasso con danni ingenti alle strutture circostanti. Abbiamo chiesto l’installazione di telecamere a spese nostre in modo che il Comune potesse monitorare la situazione, in modo da evitare contesti devastanti. Anche in questo caso, proposta inascoltata”. Nel corso del taglio del nastro, Rizzi ha colto l’occasione per parlare con il primo cittadino: “Mi è stato risposto che prima dovevamo chiedere scusa. Scusa di cosa? Delle nostre proposte mai accettate? Del fatto di aver messo in evidenza problematiche reali? Forse non è chiaro che cerchiamo di fare l’interesse della collettività e non quello dell’azienda in sé”.
La situazione è momentaneamente in un punto di stallo e nell’azienda Drass il malcontento è palpabile.

 

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