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“Grazie a chi ha firmato”. Bruni sta con il Chioschino. E il parco diventa il primo cardio-protetto

Mercoledì 18 Aprile 2018 — 16:13

Sulla vicenda dell'esposto contro la musica vicino al Chioschino di Villa Fabbricotti è intervenuto su Fb Francesco Bruni, livornese, sceneggiatore, regista. Il gestore Brandolini: "1700 firme, tantissimi gli abitanti del quartiere Fabbricotti"

di Federico Bacci

Continua, per così dire, lo “stallo culturale” a Villa Fabbricotti. Com’è noto la rassegna Neon/Noon, il jazz domenicale e qualsiasi altro tipo di iniziativa, accanto al Chioschino, hanno subito uno stop forzato. La causa? L’esposto di un residente per la presenza della musica dalle 18 alle 19. Nel mirino dell’esposto anche il “rumore” causato dal cinema estivo. “Da dicembre 2017 abbiamo lavorato per essere in regola come tutti gli anni – ha commentato il gestore del Chioschino Filippo Brandolini (nella foto) – anzi, limitandoci rispetto alle scorse stagioni. Le domande sono state presentate per tempo, ma l’esposto di questo cittadino ha suscitato il desiderio di maggiori chiarimenti da parte dell’ufficio ambiente. Noi adesso presenteremo le integrazioni che l’Arpat ci ha richiesto: nel frattempo è scoppiata una bomba mediatica e l’amministrazione pubblica, in particolare nella persona dell’assessore Belais, ha sposato la nostra causa e ci ha concesso il patrocinio per l’intera stagione. La raccolta firme in soli quattro giorni è andata oltre le 1700 adesioni. Mi preme dire che tutta la città è venuta a firmare, ma soprattutto tantissimi abitanti del quartiere Fabbricotti. La Villa ha valenza sociale, adatta a ogni età. Noi chiediamo solo il nostro, quello che la gente vuole e, soprattutto, quello che per due volte nel passato era stato concesso, senza nessun cambiamento. Questa trafila dovrebbe anche riuscire a sbloccare Villa Mimbelli, un parco bellissimo che sta subendo lo stesso destino”.

Intanto sulla vicenda si è schierato Francesco Bruni, livornese, sceneggiatore, regista, che in un lungo post Fb interviene così (in poche ore il post ha raggiunto i 3mila like): “La notizia è questa, e magari è di poco conto ed interessa solo a me. Ma tant’è, ve la voglio riferire lo stesso. Dunque a Livorno, nel parco cittadino di Villa Fabbricotti, il gestore di un chiosco (quello nella foto) pensa di fare cosa gradita ai suoi clienti, e soprattutto innocua, invitando dei gruppi a suonare (con amplificazioni che non immagino monumentali) dalle 18 alle 19.
Insorgono alcuni cittadini del quartiere, di là dalla recinzione e da una strada: la musica li disturba (alle 18, senza neanche averla sentita); dunque la cosa non si farà. Non solo: i padiglioni auricolari di costoro captano da tempo con enorme fastidio anche i suoni del cinema all’aperto, che si svolge in estate ancora più in là, nel cuore del parco, e ne sono disturbati: vogliono far chiudere anche quello.
Ora, questa è una notizia che non mi indigna, che non mi irrita nemmeno, ma piuttosto mi avvilisce, mi annienta. Mi annienta pensare alla mia amata, vitale Livorno, come un luogo ostaggio di queste persone: vivi ma morti, rinchiusi imbalsamati nel vuoto di appartamenti dove immagino imperi solo il sonoro, quello sì, di grandi televisori; e talmente infelici da desiderare che fuori da quel vuoto pneumatico, in strada, nei parchi, non ci sia nessuno che si diverte diversamente: ascoltando musica, vedendo film in compagnia. Per cui mi rivolgo a chi ha il potere di farlo: vi prego, non lasciate Livorno nelle mani dei morti-vivi. Io ne soffrirei così tanto da preferire di non tornarci più. ps: c’è una raccolta-firme al Chioschetto; andateci numerosi, firmate anche per me!”.

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