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Mario alla ricerca di quel “Magico Battito”. “Vorrei riascoltare il cuore di Christian”

Sabato 20 Gennaio 2018 — 12:27

Bartoli: "Il mio più grande desiderio sarebbe incontrare la persona che ha ricevuto il cuore di mio figlio, mettere la mia mano su quel petto"

di Giacomo Niccolini

Vent’anni. Era il 19 gennaio del 1998 quando Christian Bartoli chiuse gli occhi su questo mondo. Vent’anni. Un battito di farfalla o un’infinità. Un secolo o un secondo. Il dolore non ha tempo, la speranza tanto meno. Ed è quella che anima babbo Mario che, insieme alla sua inseparabile amica a quattro zampe Kyra, ha intrapreso un vero e proprio percorso di vita dedicato al prossimo. “In vent’anni ho percorso un cammino, una vera e propria storia fatta di emozioni e persone, vissuta  solo grazie a Christian”, spiega Mario Bartoli raggiunto al telefono. Ed è proprio nel giorno del ventesimo anniversario della morte del figlio che il padre ha appeso in alcuni punti simbolo della città uno striscione con la data dell’anniversario e con la scritta “Dove sei magico battito?”. Ed eccola la speranza che si arrampica forte e non molla la presa. Quella di riascoltare quel battito dentro al petto, quel ritmo di vita, quell’onda che non si è mai spenta.
“Per legge -spiega Mario Bartoli a Quilivorno.it – non possono dire ai familiari il ricevente della donazione. Il mio intento è però riascoltare solo magari per una volta il cuore di Christian battere. So che l’operazione di donazione è stata eseguita in un ospedale bolognese e che il ricevente, un uomo, all’epoca dei fatti aveva 51 anni e ora, all’età di 71, gode di buona salute perché periodicamente si reca lì per dei controlli. Questo sono riuscito a saperlo, ma non di più. Solo il ricevente, su richiesta, potrebbe conoscere il nome del suo donatore. Ed è quello che prima o poi spero faccia colui il quale sta vivendo con il cuore di mio figlio”.
In occasione di questa ricorrenza Mario Bartoli ha rilanciato forte il suo appello, la sua grande richiesta affidata al vento e alla speranza.

Ecco la lettera di appello che ha scritto e che vi proponiamo in formato integrale:

“Sono passati 20 lunghi anni da quella maledetta sera,ma nei miei occhi,nella mia memoria sono ancora rimasti e rimarranno per sempre indelebili l’immagini e i ricordi di quei momenti.
Ricordo ancora che pioveva intensamente,e che tirava un forte vento,se chiudo gli occhi mi sembra ancora di rivivere il tutto. Mi rivedo lì immobile sotto la pioggia con lo sguardo smarrito, a fissare il lampeggiare delle luci blu delle ambulanze che si preparavano a partire, risento ancora anche il suono assordante che emettevano le sirene delle auto della polizia che dovevano scortare quelle “Ambulanze della Vita”. Ricordo che quel sibilo era l’unico suono che squarciava il profondo silenzio, quasi irreale che sovrastava nel piazzale antistante il reparto di chirurgia dell’ospedale di Livorno. Seguii affranto quelle luci lampeggianti finché piccolissime non scomparirono, poi piano piano quel suono assordante si affievolì, e il silenzio s’impossesso nuovamente dei dintorni,
Quelle ambulanze che frettolosamente s’allontanavano, stavano trasportando la “Vita” che tu Christian andando “via” avevi donato.
Nei miei ricordi, quella diventerà per sempre la più brutta serata della mia vita,ma per altri genitori, invece si trasformerà in una data bellissima, indimenticabile. In quella piovosa serata, avrebbero ricevuto una telefonata “speciale”, una telefonata attesa da tanto tempo,una voce gli avrebbe comunicato che “vostro figlio si salverà” perché un “Angelo volato in cielo” aveva voluto fare un grande “regalo” ai propri figli, il più prezioso e più desiderato “Dono” : La Vita .
Ricordo che quella sera, sapevo meglio di chiunque altro quantificare il valore di quelle “magiche” parole: si salverà.
Quanto,quanto,inutilmente in quei due giorni trascorsi al tuo capezzale avevo sperato e desiderato più di ogni altra cosa al mondo di sentirle pronunciarle per te.
Quella sera,travolto dal dolore, provai anche mentalmente a vivere la felicità di quei genitori, felicità che strideva con l’immenso vuoto che s’apriva nella mia vita, un vuoto che mi avrebbe accompagnato per sempre.
Ma in quella sconvolgente serata non potevo assolutamente immaginare che da un dolore così grande e sarebbe nata una storia così meravigliosa e unica.
Tanto bella e significativa che dopo 20 anni mi ha portato a desiderare di conoscere colui che in quella indimenticabile serata ricevette il tuo “Magico Battito”.
Ho aspettato tutto questo lungo tempo per cercare di esaudire questo mio desiderio,che nasce spontaneo da subito in tutti i genitori che hanno vissuto il mio solito dramma, perché non volevo essere presente nellavita di persone che già avevano tanto sofferto, non volevo e non voglio che loro si sentissero in debito con me.
Ma in questo lungo tempo trascorso da quella serata,tutto quello che ho vissuto grazie a te mi ha portato a desiderare di appoggiare la mia mano su quel petto per risentire nuovamente pulsare il tuo “Magico Battito”. E mentre riascolto quel sublime “Magico Battito” vorrei raccontare a questa persona tutta la forza che tu “Magico Battito” mi hai trasmesso.
Vorrei raccontargli tutti i sorrisi che tu “Magico Battito” hai donato, vorrei raccontargli di tutte le lacrime di felicità che tu “Magico Battito” hai fatto scorrere.
Vorrei dirli che Lui ha nel petto il “Magico Battito” di un bellissimo ragazzo che è diventato un Icona d’Amore per tantissime persone.
Vorrei raccontargli tutto questo, ma se il mio grande desiderio Christian di risentire il tuo pulsare non s’avvererà, io comunque il tuo “Magico Battito” l’ho udito in tutte quelle volte che alzando gli occhi al cielo io ti mandavo un bacio per ringraziarti dell’aiuto e la forza che mi avevi donato per realizzare una storia così bella e significativa. Ciao amore ti voglio un bene immenso,un giorno ci rincontreremo e staremo insieme per sempre”.
Babbo

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