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A tu per tu con Leo, 18 anni il 1° gennaio

Domenica 31 Dicembre 2017 — 16:32

Figlio di Maurizio (vigile del fuoco) e Fulvia (infermiera), Leonardo si racconta a Quilivorno.it. "I social? Ne faccio un uso consapevole cercando di usarli in maniera costruttiva e con moderazione"

Nome: Leonardo. Cognome: Quercioli. Professione: studente. Segni particolari: 18 anni il 1° gennaio 2018. Leo, per gli amici, livornese, è infatti nato il 1° gennaio del 2000 (vedi foto), anno che gli è valso l’appellativo di Millennials. Figlio di Maurizio (vigile del fuoco) e Fulvia (infermiera), non potevamo, ricevendo la mail di richiesta di pubblicazione degli auguri da parte della famiglia, non conoscerlo un po’ meglio.
Per il giovane, quello che si appresta ad arrivare, non sarà un anno come tutti gli altri ma la cosa, sentendolo parlare, non lo spaventa più di tanto. “Sì avrò maggiori impegni, questo sì certo. Ma proprio per questo mi sento ancora più responsabilizzato. Al di là di quello che si possa sentire alla televisione o si possa leggere sono molti i ragazzi, e mi ci metto anch’io, con la testa sulle spalle. Una mia amica coetanea, per esempio, presto aprirà un bar”. Uno dei primi impegni che lo attenderà sarà il voto. L’urna, il 4 marzo, è ancora lontana nella mente del ragazzo. “Non giudicatemi, però, per favore. Non voglio esprimermi così su due piedi, non perché non abbia una idea ma perché è una cosa a cui devo e voglio pensare con calma quando sarà il momento”. L’altro “impegno” del 2018 sarà poi quello della maturità, dato che Leo frequenta la quinta Geometri. “Poi vedremo. Dopo il diploma ho voglia di trovare un lavoro. Vedremo”.
Single per scelta, ama lo sport in generale, andare in palestra, uscire con gli amici e andare al mare. E, come tutti i ragazzi (e non solo), ama i “social”. “I principali ce l’ho un po’ tutti: Facebook, Instagram e WhatsApp. Qual è il mio rapporto con i social? Ne faccio un uso consapevole cercando di usarli in maniera costruttiva e con moderazione. Credo che se utilizzati in questo modo la comunicazione possa beneficarne rispetto al passato quando non c’erano proprio”. Nella vita, quella reale, Leo è stato suo malgrado fra i bimbi motosi che durante l’alluvione si è speso per aiutare chi si è trovato più in difficoltà: “Mi è sembrato naturale farlo. Io non abito in una delle zone colpite. Tuttavia ho dato il mio contributo alla Rosa dove abita mia nonna. Per quel che ho potuto notare io devo dire che la città di Livorno, i livornesi tutti, hanno risposto alla grande dimostrando grande solidarietà”.

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