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“In quella notte 20 allarmi solo per Livorno”

Martedì 24 Ottobre 2017 — 07:59

di Letizia D'Alessio

All’ordine dei lavori della commissione d’indagine sull’alluvione erano in programma le audizioni di Giancarlo Vallesi e dell’ingegner Roberto Pandolfi, rispettivamente presidente e dirigente del settore manutenzione del Consorzio 5 Toscana Costa e di Angelo Mollo (foto Lanari), responsabile della Protezione Civile della Provincia di Livorno.

Vallesi e Pandolfi – La manutenzione dei corsi d’acqua principali a Livorno viene fatta due volte l’anno, una volta invece viene eseguita per i rii secondari. Tuttavia per il presidente Vallesi il reticolo urbano “dovrebbe essere almeno 3 o 4 volte più grande e di conseguenza anche i ponti che lo attraversano”. “Quei ponti alla Rotonda non sono più concepibili – ha proseguito – serve fare qualcosa e se necessario andare contro gli interessi di alcuni. Altrimenti la situazione sarà ancora più precaria di quanto si possa immaginare”. All’indomani dell’alluvione si è molto parlato del tombamento dei vari canali: “I tratti tombati – ha fatto sapere Pandolfi – non sono di competenza del consorzio, la gestione spetta a chi ha chiesto il tombamento”. Al di là di ciò da un sopralluogo fatto dai vigli del fuoco si può dire – secondo quanto è stato riferito in commissione – che sia per quanto riguarda il Rio Felciaio, sia il Rio Maggiore non si sono registrate ostruzioni, malfunzionamenti delle casse di espansione e apertura dei pozzetti di areazione dei tratti tombati.

Angelo Mollo – Nella notte tra il 9 e il 10 settembre scorsi sono caduti quasi 300 millimetri di pioggia: “Un evento veramente eccezionale – ha ricordato – per le nostre zone”. Oltre però a commentare l’enorme quantità di acqua caduta, il responsabile provinciale della protezione civile ha ripercorso le tappe di quella notte. “In tutta la nottata sono pervenuti, per la nostra provincia, 75 allarmi – ha spiegato Mollo – di cui 20 solo per Livorno”. Così poco prima delle tre di notte ha chiamato il comando di polizia municipale, il quale lo ha informato della presenza di un solo tecnico comunale a seguire la situazione, il geometra Luca Soriani (con cui sarà in contatto dalle 2:30 alle 4:30 circa) che aveva già provveduto a chiudere alcune parti della città. Poi alle 3:51 ha contattato il vice prefetto Ernestina D’Alessio, informandola sulla grave situazione di Livorno. Tuttavia né dal Comune di Livorno (né da quello di Collesalvetti) è arrivata una chiamata per avvertire di quanto stava accadendo: “Nessuno ci ha avvisato – ha puntualizzato Mollo – siamo stati noi a mettere in guardia i Comuni. Di solito invece dovrebbe essere il contrario”. Poi venendo più nello specifico alla situazione della nostra città: “È stato lasciato un solo tecnico a operare in un comune di 160.000 abitanti. Lo stesso Soriani, in una delle comunicazioni, ha detto a un certo punto di non essere più in grado di spostarsi in macchina poiché troppo pericoloso e della sua volontà di andare al comando della polizia municipale”. Livorno, stando alle parole del responsabile provinciale della Protezione civile, tra i 20 comuni con cui Mollo si rapporta risulta essere un’ ‘anomalia’ in quanto risponde “la polizia municipale, invece in tutti gli altri Comuni interagiamo con un servizio tecnico della Protezione civile o di un settore afferente”.

 

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