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Il vescovo: “Non mancano case e lavoro. A Livorno manca il cuore”

Domenica 16 Aprile 2017 — 18:01

di Roberto Olivato

Dopo la veglia di sabato sera ecco che domenica 16 aprile, sempre in Cattedrale, è stata celebrata  la S.Messa di Pasqua, da parte del vescovo Simone Giusti che nell’omelia ha parlato di quanto l’amore sia capace di sconfiggere la morte. “Gesù ci ha dimostrato come con la risurrezione sia possibile vincere la morte. Quando ad ognuno di noi muore un proprio caro sentiamo ch’egli vive sempre in noi, perché è presente nel nostro cuore. Così nostro Signore che, pur essendo morto migliaia di anni fa, rimane ancora vivo oggi nel nostro cuore perché egli rappresenta l’Amore eterno”.
“Questo sentimento lo viviamo tutti noi – ha proseguito il vescovo- quando ci viene a mancare un nostro caro, ma grazie all’amore sentiamo che vive ancora nel nostro cuore, proprio perché l’amore non muore mai, come ci ha insegnato nostro Signore. L’amore vede quello che non c’è, ma quello che sarà- ha proseguito monsignor Giusti- una mamma vede i suoi figli anche se morti, perché la speranza del cuore sfida e vince la morte. Ed alla morte si versano tutti i martiri che hanno rinunciato alla loro vita in nome di Gesù“.
Ma nell’omelia del vescovo diffusa dalla Curia alle redazioni locali non manca neanche un passaggio dove Simone Giusti attacca le istituzioni cittadine per quanto sta succedendo qui in città.
“A Livorno non mancano case – dice il vescovo – ce ne sono 7.000 sfitte! A Livorno non manca il lavoro, quante cose ci sarebbero da fare: dalla Nuova Darsena all’Ospedale, dai Bacini di Carenaggio allo Scavalco ferroviario per l’Inter Porto. Non mancano ne case ne lavoro. Manca il cuore! Si preferisce litigare invece di collaborare, tenere case vuote invece di affittarle, licenziare invece di avviare procedure solidali: la vicenda dei Grandi Mulini, ultima in ordine sequenziale, è tragicamente eloquente”.
Il vescovo ha concluso poi portando l’esempio di tre bambini iracheni, trucidati a Mosul perché cristiani e che rifiutarono di rinnegare Gesù. “L’esempio di questi tre piccoli adolescenti sia da monito a tutti noi, affinché si capisca che quando si ama sinceramente nostro Signore la nostra vita passa in second’ordine, come questi piccoli col loro sacrificio ci hanno insegnato”.Al termine della celebrazione eucaristica il vescovo ha impartito a tutti i presenti, la benedizione con l’indulgenza plenaria di Papa Francesco

 

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