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Rachele, “guerriera-ninja” atleta dell’anno. “Il segreto? Meditazione e tanto impegno”

Giovedì 7 Dicembre 2017 — 15:39

Giovannini si racconta a Quilivorno.it tra tecniche esoteriche di concentrazione e tanto allenamento quotidiano. "Aver vinto questo riconoscimento mi ha reso fiera di me stessa"

di Filippo Ciapini

Un 2017 da incorniciare per l’atleta dell’anno, eletta dall’Unione Veterani dello Sport, Rachele Giovannini che si è guadagnata questo importante riconoscimento a suon di prestazioni sopra la media (foto in pagina di Simone Lanari). La giovane atleta livornese, 21 anni, dopo dieci anni di Ju-Jitsu non si è limitata a questa disciplina, ma ha voluto ampliare i propri orizzonti allenandosi anche nelle Musical Forms/Freestyle, un combattimento “acrobatico” con calci e mosse spettacolari a ritmo di musica e specializzandosi nello Yamato, la forma più antica del Ju Jitsu, un insegnamento esoterico per allenare la mente e la psiche. “Se lo è davvero meritato – ha sottolineato Maurizio Silvestri, maestro di Rachele – Negli ultimi anni si è impegnata molto, ha delle doti importanti, questo premio, però deve essere un trampolino di lancio, non un punto di arrivo”.

La redazione di Quilivorno.it è andata nella sua palestra, lo Zen Club, per congratularsi e conoscere meglio l’atleta dell’anno 2017.

Ciao Rachele, come ci si sente ad essere “Atleta dell’anno”?
“E’ una sensazione strana, quando me l’hanno detto sono rimasta di ghiaccio, poi però quando ho realizzato il tutto, sono stata veramente soddisfatta di me stessa”.

Quanto ti alleni il giorno? E’ stata dura conciliare l’allenamento con gli impegni universitari e privati?
“Mi alleno dal lunedì al venerdì almeno due ore al giorno in media. E’ difficile, considerando che la mattina ho il tirocinio universitario e il resto del giorno sono in palestra ad allenarmi, ma sono dell’idea che se una cosa la vuoi la puoi ottenere, basta sapersi organizzare”.

Quale è stata la soddisfazione più grande che hai ottenuto quest’anno?
“Sono state tante, insieme al mio compagno di esibizioni Christian Andreini siamo andati a Madrid per rappresentare la nazionale italiana ai mondiali dove siamo arrivati terzi. Il mio rapporto con lui è speciale, insieme abbiamo vinto diversi titoli italiani e molte coppe, da quella Zen alla coppa Italia. Con i ragazzi della mia palestra ed il nostro “boss” Michele Silvestri, poi, ci siamo esibiti a Sanremo ed al Lucca Comics. L’esperienza di Lucca è stata molto divertente perché eravamo insieme ai Miwa, un gruppo musicale che fa rivisitazioni in chiave rock delle canzoni dei cartoni animati, ballare la sigla di Rossana è stato unico, mi sono divertita come una matta (ride ndr)”.

Hai girato l’Italia e l’Europa per le gare di Ju Jitsu, come ti concentri prima di ogni esibizione? Ascolti musica?
“A dire la verità no, cerco semplicemente di non pensarci, ma quando chiamano il mio nome e tocca a me, l’adrenalina è talmente alta che non sento la pressione. In questo sport è fondamentale però la meditazione: attraverso le tecniche di respirazione stimolo tutti i meridiani del corpo e mi rilasso, si chiama Mudra ed è una pratica che veniva usata dagli antichi ninja”.

Quando si pensa ai ninja ed alle arti marziali in generale, superficialmente si associa queste disciplina al mondo maschile, cosa ne pensi?
“Potrebbe sembrare uno sport maschile, è vero, però quando una donna fa questi movimenti sembra nata per farlo. Il fatto che ci sia del contatto fisico può destabilizzare, chi fa Ju Jitsu non lo fa di certo per autodifesa, non si tratta solamente di botte e cazzotti. Bisogna uscire da questa categorizzazione, nella mia palestra sono più le femmine che provano le arti marziali rispetto ai maschietti”.

Quali sono quindi le caratteristiche per andare avanti in questo sport e, perché no, diventare atleta dell’anno?
“Tanta tanta tanta voglia di allenarsi ed essere consapevoli delle proprie abilità, ovviamente senza vantarsi. Questo tipo di sport va oltre la singola gara o la singola medaglia, qua si crea una vera e propria famiglia, aiutare il prossimo è fondamentale. E’ una realtà diversa, non c’è rivalità, nemmeno fra palestre diverse, ognuno sa che chi è più tenace va avanti, se qualcun’altro arriva prima di te significa che è semplicemente più bravo e quindi non resta altro che complimentarsi. Quando la notizia della mia vittoria è stata divulgata sono stati tutti felici, anche Christian, che ha raggiunto i miei stessi traguardi, lo era. In lui ho visto una contentezza sincera e se il premio fosse andato a lui, io sarei stata felicissima lo stesso”.

Siamo arrivati alla fine dell’intervista, quali sono i tuoi obbiettivi per il 2018?
“A gennaio abbiamo i campionati italiani, ma la prospettiva è quella di andare per l’estate in America, nel parco di Disneyworld a Orlando, in Florida. Ci hanno invitato per fare un torneo stile “Karate Kid”, ma, a meno che non arrivino i finanziamenti dal Coni o dagli sponsor, non se ne farà di nulla. Non ti nascondo inoltre che mi piacerebbe allenare ed insegnare ai ragazzi più piccoli, qualche volta lo faccio anche adesso, ma con Maurizio (Silvestri ndr) che mi assiste”.

Vai pure con i ringraziamenti finali…
“Vorrei ringraziare tutti, dal mio maestro Maurizio Silvestri a Christian, tutti coloro che anche per un secondo hanno pensato a me: la mia famiglia, Michele e…la lista sarebbe veramente lunga! Quindi un grazie e un ciao a tutti!”.

 

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