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Al Goldoni la lezione di Cardinali sulla livornesità

Martedì 31 Gennaio 2017 — 04:58

di Massimiliano Bardocci

Uno spettacolo che parla a 360° della città di Livorno ma soprattutto dei livornesi è quello andato in scena al teatro Goldoni sabato 28 gennaio e che ha visto protagonista Mario Cardinali autore, ideatore e editore del “Il Vernacoliere”, giornale satirico conosciuto ovunque, sia in Italia che all’estero. Mario Cardinali è uscito dalle pagine del suo mensile per presentarsi direttamente al pubblico con uno spettacolo da lui stesso interpretato e scritto dal titolo “Noi livornesi una razzaccia a modo nostro” nel quale prevalgono la storia, le storielle, la satira, l’umorismo, la letteratura, la poesia, i proverbi ingredienti. Uno spettacolo ben riuscito, ben studiato e ben apprezzato dal pubblico presente in sala che ha ascoltato questa lezione con molta attenzione e interesse scoppiando nella risata al momento della battuta piccante.

Mario Cardinali come è nato questo spettacolo?:
“Non è nato da un’idea dell’ultimo momento ma da un’idea che ho portato avanti già nel 2006 in fortezza vecchia con la festa del “Vernacoliere” perché occorre sopperire alla carenza che c’è nei livornesi di non conoscere la propria storia, della quale se ne sente parlare raramente, e che nessuno insegna loro nonostante qualche scuola promuova delle iniziative che coinvolgono gli alunni. Questo non basta e io ci provo a spiegarla a modo mio. Noi livornesi siamo particolarmente differenti e abbiamo un carattere completamente diverso dagli altri toscani e nei nostri confronti c’è tanta curiosità, come mi hanno fatto notare tantissime persone che ho incontrato nel divulgare il mio giornale nelle università o nei centri sociali in varie città della nostra regione e fuori”.

Secondo te cosa hanno i livornesi di diverso dagli altri?
“Io ho cercato di spiegarlo a tutti compreso i miei concittadini che alla fine sono rimasti entusiasti. In questo spettacolo parlo delle origini della città, in maniera sciolta e non noiosa, intramezzata con la lettura delle locandine del “Vernacoliere” e con spirito satirico aggiornato agli eventi del mondo di oggi. Io non ho un copione ben preciso, come si suol dire vado a braccio ovvero parlo spontaneamente. Son soddisfatto di questo mio spettacolo in quanto all’età di 80 anni sono riuscito a intrattenere il pubblico per ben due ore consecutive”.

Avrà un seguito questo spettacolo?
“Non lo so, ho accettato di venire qui al teatro Goldoni per merito della proposta fatta dal dottor Marco Leone, direttore della Fondazione teatro Goldoni, che ho accettato ben volentieri. Vedremo in futuro. Devo dire che ho dovuto tralasciare alcuni argomenti come il parlare del linguaggio livornese e la sua particolarità, il periodo dello sfollamento e tant’altro, argomenti che vorrei raccontare in un libro che tanti mi chiedono di pubblicare. Credo di essere utile alle persone narrando la storia di Livorno alla mia maniera e di sostenere il più alto possibile, anche se non sono un “parranco”, il loro morale con la mia satira”.

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