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Diamanti: “Alla mia carriera do un bel 10. Con la città di Livorno? Un rapporto speciale”

Giovedì 9 Aprile 2020 — 13:40

L'ex fantasista amaranto ha parlato del rapporto che ha con la città di Livorno, nella quale deve tornare per lo meno una volta all'anno, e dei momenti più significativi della sua carriera

Un’ora di chiacchierata a tu per tu con uno dei migliori fantasisti del calcio italiano e internazionale degli ultimi 15 anni. QuiLivorno.it, in collegamento live con la sua abitazione di Melbourne, ha incontrato virtualmente Alessandro, per tutti “Alino”, Diamanti (clicca qui per rivedere la diretta integrale). I giornalisti della redazione hanno offerto simbolicamente un caffè ai tanti web-spettatori che si sono connessi per ascoltare gli aneddoti del numero 23 che ha fatto innamorare la Livorno del pallone. “Con la città di Livorno – ha raccontato Diamanti in diretta Facebook – ho un rapporto speciale. Quando posso torno spesso, ho un sacco di amici da salutare. Mia moglie lo sa, facciamo sempre le vacanze in giro per il mondo tutti insieme, con lei e con i miei figli, ma 3 o 4 giorni all’anno a Livorno devo tornare”.
Si è collegato dal salotto di casa sua, un appartamento con vista mozzafiato su Melbourne, città dove gioca ormai da settembre scorso. “Vi faccio vedere questa cosa qua, che è bellissima”, ha detto a tutti i follower in diretta girando la telecamera sul tramonto che stava avvolgendo la città, visibile grazie al fuso orario di ben otto ore “in avanti”. Una diretta iniziata con le luci del sole e terminata con il buio della sera che ha avvolto il capoluogo australiano mentre un Diamanti a ruota libera non ha mancato di raccontarsi e raccontare vicende della sua vita personale e calcistica. “Alla mia carriera che voto do? Un bel 10. Come mai il 23 sulla schiena? Dai vabbé, lo sanno tutti cosa vuole dire il 23 nel vernacolo livornese…. e poi è anche la data del compleanno di mia moglie. Pensate che nel West Ham ho dovuto prendere il 32 perché il 23 era già preso. Ma l’anno prima quel numero lo aveva un certo Tevez. Mi hanno detto: pesa quel numero sulle spalle eh! E in Cina? Quando mi hanno detto che il 23 lo aveva un altro io ho detto… ok allora non firmo. Il presidente poco dopo è venuto con la maglia numero 23 e il mio nome dietro”.
Poi la nazionale, quel rigore contro l’Inghilterra, il rapporto con i figli e il suo modo di dire “Poi Bo…” fatto diventare un marchio, una linea di abbigliamento i cui proventi sono stati devoluti alla causa degli Australian Bushfires, gli incendi che hanno devastato recentemente il continente “down under”. E poi quell’approdo all’Inter sfiorato quando Stramaccioni gli disse “Diamantino quest’anno ti porto in nerazzurro“, ma neanche due ore dopo Sky Sport annunciò il suo esonero.
Insomma un’ora di colloquio con il pubblico, confidenze, confessioni e riflessioni che l’ex leader amaranto ha riservato al pubblico di QuiLivorno.it
Qua sotto potete rivedere una selezione dei momenti più salienti del collegamento in diretta.

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