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Asia Usb: “Ci accusano di fascismo per nascondere le loro responsabilità”

Domenica 11 Dicembre 2016 — 17:09

All’indomani della vittoria del NO al referendum decine di iscritti e simpatizzanti al sindacato USB e Asia hanno organizzato una manifestazione di fronte alla sede provinciale del PD in via Donnini. Una protesta assolutamente pacifica durata neanche un’ora. Si è parlato molto del gesto simbolico della sostituzione temporanea della bandiera e poco del significato della nostra iniziativa. A distanza di neanche una settimana potremmo dire che la nostra manifestazione è stata, sotto certi aspetti, profetica.
Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale dallo stesso Renzi, nei prossimi giorni gli Italiani (e i Livornesi) si ritroveranno un esecutivo fotocopia di quello precedente. Dopo aver volutamente caricato il referendum di un significato politico sull’operato del governo, adesso si cerca di minimizzare la batosta elettorale riportando la discussione sul piano strettamente tecnico della riforma costituzionale. Non è così. Basta vedere la geografia del voto per capire che interi territori duramente colpiti dalle scelte economiche di Renzi hanno scelto di votare NO per lanciare un chiaro segnale politico.
In toscana non è un caso che il No abbia vinto nelle provincie della Costa e che nell’interno il SI abbia avuto la meglio. E’ la conferma lampante di come anche a livello regionale si sia scelto per anni di investire le maggiori risorse solo in alcune province lasciano nella miseria e nell’abbandono migliaia di lavoratori. Le promesse elettorali del “socialista” Rossi ( che ha scelto anche lui di votare SI) stanno cascando una dopo l’altra.
USB non è un partito. USB e Asia sono sindacati che si occupano di difendere i diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione. Siamo un’organizzazione indipendente e, a differenza di altri sindacati confederali che continuano a riconoscere al PD e al governo un ruolo positivo nelle loro trattative al ribasso, abbiamo sempre chiarito che il nostro NO al referendum era un NO sociale e popolare.
Eravamo davanti alla sede del PD per ribadire che riforme come il Job Act, la legge Fornero, la Legge Madia sulle privatizzazioni e il piano casa di Renzi/Lupi sono stati dei veri e propri attacchi nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici. Hanno prodotto solo povertà e cancellazione di diritti faticosamente conquistati in anni di vere lotte sindacali.
Riguardo alle definizioni date alla nostra manifestazione c’è da aggiungere poco. Rappresentanti di partito che non si sono mai fatti troppi scrupoli a governare con la destra e con personaggi condannati per mafia adesso vorrebbero accusarci di fascismo per ottenere un po’ di visibilità trasformandosi da carnefici in vittime. Il fascismo per fortuna è un’altra cosa e il PD si è dimenticato da tempo cosa effettivamente sia. Noi lavoriamo a stretto contatto con la gente e combattiamo tutti i giorni le derive autoritarie e razziste della nostra società. Lo facciamo con la pratica e non a parole.
ASIA USB

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