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Parla livornese l’exit poll più preciso d’Italia

Mercoledì 7 Dicembre 2016 — 01:07

Alessandro La Monica ha "indovinato" il risultato elettorale con un margine d'errore da record: sotto all'1%

di Giulia Bellaveglia

Dopo la Brexit e la sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump dove gli exit poll hanno raggiunto un margine di errore troppo alto (circa il 4%) sembrava che le statistiche fossero calcoli che mostravano una posizione dei votanti successivamente ribaltata dall’esito finale.
Per quanto riguarda invece l’ultimo referendum gli exit poll sono andati bene quasi in tutta Italia ma Livorno ha registrato una particolare vicinanza al risultato (clicca qui per consultare i risultati del voto in città, seggio per seggio).
Ce lo racconta meglio Alessandro La Monica, sondaggista livornese che lavora per RAI – IPR Marketing e che per questo referendum ha avuto l’occasione di svolgere la sua professione alla scuola Michelangelo in via Robert Dudley e che ha quasi indovinato con certezza gli exit poll.
QuiLivorno.it l’ha intervistato per voi.

Alessandro, in che cosa consiste il tuo lavoro?
“Sono un sondaggista che lavora per IPR Marketing, un’agenzia nazionale di sondaggi molto funzionale che, ormai da anni, si aggiudica la collaborazione con la Rai”.

Come ti sei formato per poter svolgere questo tipo di professione?
“Sono laureato in scienze politiche internazionali all’Università di Pisa e dopo le mie lauree, triennale e specialistica, ho deciso di ampliare le mie conoscenze nel campo all’Università della Sorbona, inoltre, attualmente, sono un dottorando di sociologia presso l’Università di Pisa anche se, nonostante i miei studi esteri sono livornese e abito tutt’oggi a Livorno. Preciso che il mio percorso di studi è stato molto importante per la realizzazione di questo exit poll, infatti ho utilizzato metodi che ho imparato sia Pisa che a Parigi e credo che in merito realizzerò anche una pubblicazione scientifica”.

Da Livorno come sei arrivato alla IPR Marketing?
“Ho svolto un tirocinio a Firenze per la Regione Toscana in cui ho avuto l’opportunità di cimentarmi con le pratiche lavorative dell’Ufficio e osservatorio elettorale. Tramite questa esperienza ho iniziato a comprendere i vari meccanismi che regolano le attività elettorali, necessarie per il mio attuale lavoro nell’agenzia. Posso quindi affermare che ho trovato l’occupazione grazie alle mie esperienze di studio e tirocinio”.

Veniamo al dunque, come hai svolto il tuo lavoro nella sede che ti è stata assegnata?
“La mia attività è divisa sostanzialmente in due parti: la prima riguarda le proiezioni, ovvero la comunicazione diretta con l’agenzia nel momento dello spoglio e la seconda, la più impegnativa, riguarda gli exit poll. Questi ultimi vengono generalmente realizzati in due modi: tramite contatto telefonico a campione dove alla persona viene semplicemente chiesto che cosa ha votato oppure, come ho fatto io, direttamente all’uscita della persona dal seggio.
Nel mio caso proponevo al cittadino un sondaggio che precisavo sempre essere anonimo e che consisteva in una dozzina di domande tra cui la fascia d’età e il titolo di studio, per le statistiche a livello demografico e che cosa aveva votato per l’exit poll vero e proprio”.

Come ha risposto la cittadinanza al sondaggio?
“Direi molto positivamente, ho trovato un grande numero di persone che si sono fermate e hanno accettato di spendere cinque minuti. Come altre volte c’è stato chi non ha voluto partecipare, sono però rimasto molto colpito dal dialogo che c’era con chi ha accettato: non è stato un semplice “botta e risposta”, ma chi si fermava esprimeva a pieno e con passione le proprio convinzioni”.

Nel tuo exit poll il margine di errore è stato sotto l’1%, cosa ci dici a riguardo?
“Quando ho visto il risultato anche io sono rimasto sorpreso: un margine di errore dell’1% in una statistica è praticamente un record nel campo dei sondaggi. Tengo a precisare che il merito non è tutto mio, ma è dovuto anche alla bravura che l’agenzia IPR Marketing ha nel mettere insieme i dati che le vengono via via comunicati, attività tutt’altro che semplice. Va inoltre ricordato che gli exit poll hanno generalmente un margine di errore anche perché si basano esclusivamente sulla sincerità della persona che viene contattata, che è generalmente più propensa a dire la verità se la persona che esegue il sondaggio si pone come semplice e affidabile”.

Quali sono i dati veri e propri?
“Il risultato del referendum è stato di 59, 95% per il No e 40, 05% per il Sì. Il totale degli iscritti nel seggio in cui ho effettuato il sondaggio era di 4284 e hanno votato in 3185. I Sì sono stati 48, 72 %, i No 51, 28% e l’exit poll che ho creato riportava per oltre cento intervistati il 47, 73% per il Sì e il 52, 27% per il No, margine di errore inferiore all’1%. Dai dati è facile comprendere l’onestà dei cittadini che hanno partecipato: in un sondaggio di questo tipo se anche un paio di persone dichiarano il falso tutto lo studio può essere sballato”.

 

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