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Da Marconi a Barison, ecco le storie “nate” a Livorno

Mercoledì 13 Dicembre 2017 — 09:03

In Camera di Commercio presentata la conferenza "Ritratti di idee, di uomini e di imprese": storie di imprenditori e di invenzioni locali nate nel territorio livornese e maremmano. Possibilità di visite guidate. INFO: 0586/231247

di Annalisa Castagnoli

In Camera di Commercio si è svolta il 12 dicembre la mostra “Ritratti di idee, di uomini e di imprese nella storia della Maremma e del Tirreno” (foto Lanari),  organizzata e curata da Filippo Lenzi, iniziativa finalizzata alla promozione della storia e della cultura d’impresa locale e che mira a far conoscere e riscoprire diverse storie di personaggi importanti per la città di Livorno che hanno lasciato significative testimonianze del loro lavoro.
L’attenzione si è rivolta soprattutto su personalità più o meno note livornesi, native o anche semplicemente “adottate” dalla città. Il primo intervento è stato quello dell’Ammiraglio Lucio Mattiussi che ha presentato l’illustre figura di Guglielmo Marconi e l’importanza della sua presenza in città, definendo Livorno “Città Marconiana”. Il celebre matematico, ingegnere e inventore bolognese, effettuò a Livorno il primo esperimento elettromagnetico impiegando un ricevitore di scariche atmosferiche nel 1892, grazie agli studi e le lezioni dei suoi professori labronici come Vincenzo Rosa (insegnante del Liceo Niccolini) e Giotto Bizzarrini. Non solo, oltre agli esperimenti sul linguaggio Morse, nel 1916 Marconi effettuò anche delle sperimentazioni segrete a Livorno, dalle quali sono nate le antenne Radar. “La figura di Marconi risulta essere ancora oggi estremamente attuale – dichiara l’Ammiraglio Mattiussi – pensate che negli ultimi anni ci sono stati studi e monografie dedicate alla sua figura da parte di ricercatori canadesi e australiani che si sono recati qua a Livorno per svolgere le loro ricerche”.
Per il secondo intervento, la Dott.ssa Marina Sabatini dell’Università di Pisa ha presentato e illustrato il progetto Nel/Col/Dal Museo Civico Fattori di Livorno – menzione speciale al Premio Silvia Dell’Orso 2017 – delineando le caratteristiche principali del percorso “Dal Museo alla Città”: un focus sui celebri personaggi livornesi e le testimonianze da loro lasciate in città attraverso la lettura delle opere d’arte conservate nel Museo Civico Giovanni Fattori. L’iniziativa vuole stimolare gli spettatori a partire dall’osservazione e l’analisi delle opere museali per riflettere sulla storia della città e ritrovare visivamente tra le vie e le piazze di Livorno le testimonianze storiche che sono ancora presenti, come ad esempio la presenza delle ciminiere in Via La Marmora e via delle Cateratte, vecchio simbolo del progresso delle industrie del XIX secolo.
Si è poi proseguito con la vicenda dei fratelli Gambaro e della Fonderia Gambaro – illustrata dallo scrittore Giuseppe Donateo – una storia livornese che è durata ben 75 anni (dal 1858 al 1933). Le opere prodotte dalla fonderia hanno contribuito a segnare il volto della città labronica negli anni della cosiddetta “poetica del ferro”, lasciando moltissime testimonianze alcune delle quali quasi dimenticate. Tra i lavori più significativi, sono stati menzionati la serra di Villa Maurogordato – finemente decorata ma oggi lasciata in degrado e ricca di erbacce – la cancellata dell’Accademia Navale, la copertura del Mercato Centrale e la cancellata del monumento ai Quattro Mori. A concludere la conferenza, lo storico d’auto Giuseppe Giovannetti (Topolino Club Livorno) ha illustrato la vicenda di Silvio Barison, ingegnere milanese giunto a Livorno durante la Grande Guerra, fondatore nella città labronica delle Officine meccaniche riparazioni e trasporti con veicoli Barison nel 1919, con sede in piazza Luigi Orlando n.11. Ben presto la società si sciolse per far nascere la nuova Fabbrica Automobili Barison Co. (alla quale subentrarono nuovi soci) dove veniva prodotta un’innovativa vettura 4 cilindri dotata di distribuzione a cono rotante. Purtroppo però l’invenzione presentò alcune complicazioni che portarono la società alla liquidazione dopo solo due anni (1922-1924). In questi pochissimi anni di attività la fabbrica produsse circa 20 veicoli.
L’evento è stato accompagnato da un’esposizione di documenti tratti dal fondo dell’archivio storico camerale. Inoltre, immagini di collezionisti privati ed alcuni esemplari di motori e cerchioni brevettati a Livorno a inizio Novecento, per gentile concessione del Topolino Club Livorno, rimarranno a disposizione del pubblico fino a venerdì 15 dicembre, durante l’orario di apertura della Camera di Commercio. Sarà possibile effettuare visite guidate alla biblioteca e all’archivio storico. Per info: 0586/231247; 0586/231252, mail: [email protected].

 

 

 

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