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Albergatori, tassa di soggiorno 2021: “Così non va”

Venerdì 5 Febbraio 2021 — 19:10

Federico Pieragnoli, direttore provinciale di Confcommercio: "Questo tipo di contributo è stato ideato non come recupero fondi, ma per finanziare le attività legate al turismo, che sono venute a mancare a causa della pandemia"

Il ripristino dell'imposta infiamma gli albergatori livornesi. Pieragnoli " Impensabile chiedere di continuare a riscuotere questo pagamento quando i visitatori non ci sono"

di Giulia Bellaveglia

“La tassa di soggiorno in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando è da eliminare; È opportuno dialogare con gli imprenditori e decidere insieme una linea comune ripristinando la riscossione non prima del mese di aprile”. E’ questo l’appello che Federico Pieragnoli, direttore provinciale di Confcommercio, rivolge all’amministrazione comunale relativamente all’imposta, tornata in vigore in città dal 1° gennaio.
“Questo tipo di contributo – prosegue il numero uno di Confcommercio entrando nel dettaglio – è stato ideato non come recupero fondi, ma per finanziare le attività legate al turismo, che sono venute a mancare a causa della pandemia, motivo per cui è impensabile chiedere di continuare a riscuotere questo pagamento quando i visitatori non ci sono o sono comunque ridotti ai minimi storici”.
Negli spazi della Confcommercio gli albergatori hanno infatti protestato contro il ripristino della tariffa, “raddoppiata dal 2019 al 2020 per sostenere i costi legati alla mostra dedicata ad Amedeo Modigliani – hanno spiegato – e successivamente abolita a causa della pandemia”.
“Nel periodo autunnale abbiamo avuto con gli assessori interessati numerosi incontri per cercare di giungere a un compromesso – spiega Gianni Vignoli, presidente Associazione Albergatori Livornesi – Il dialogo è servito a poco: non solo abbiamo assistito a un ripristino, ma c’è stata solo una marginale riduzione rispetto alle tariffe del 2020, anziché il ritorno ai prezzi standard del 2019”.
Novità del 2021 sarebbe la possibilità per i lavoratori del territorio di versare la tassa trimestralmente, anziché mensilmente come di consueto, opportunità attualmente in stallo a causa di alcuni problemi tecnici.
“Gli imprenditori sono un tramite e incassano per conto del Comune – commenta Renzo Guddemi, consigliere Associazione Albergatori Livornesi – Spesso i turisti saldano il loro conto in un’unica soluzione utilizzando gli strumenti di pagamento elettronici su cui paghiamo delle commissioni, commissioni che vengono conteggiate anche relativamente ad un importo che versiamo per intero all’amministrazione comunale”.
L’imposta è attualmente dovuta da ciascuna persona per ogni notte di soggiorno fino ad un massimo di cinque notti consecutive, mentre a partire dal 1° marzo il numero delle notti sarà ridotto a quattro.
“L’attuale turismo è prevalentemente di tipo lavorativo – afferma Alessio Schiano, segretario Confcommercio e pubblici esercenti – Imporre questa imposta ai lavoratori significa spingerli in strutture limitrofe, come ad esempio Stagno o Calambrone, dove la tassa di soggiorno è decisamente ridotta. Questo comporta un’ulteriore diminuzione dell’afflusso turistico – chiosa Schiano – costringendo le strutture a chiudere per mancanza di lavoro, come già è successo a due realtà cittadine a partire da marzo 2020. Nel 2019 eravamo la quinta città toscana per costo della tariffa, attualmente siamo secondi, dietro Firenze, che offre naturalmente molte più opportunità turistiche rispetto a Livorno”.

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