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Al circolo Il Centro un incontro per approfondire la fusione tra Confindustrie

Venerdì 31 Marzo 2023 — 10:30

Il direttore Paoletti ospite dell'iniziativa organizzata dal circolo Il Centro: "La fusione, prevista entro il 2023, unirà sotto Confindustria circa 1500 aziende per un totale 60-70mila dipendenti. Sarà un'unione qualitativa per ciò che i territori potranno esprimere in termini di produzione industriale"

di Giulia Bellaveglia

Un bel convegno di approfondimento quello messo in piedi dal Circolo Il Centro, nel pomeriggio di martedì 28 aprile, all’interno degli spazi della sede di via Trieste. Il Circolo, da anni attento alle problematiche del territorio, con particolare riferimento a quelle industriali, ha infatti voluto organizzare un incontro, o meglio aprire un dialogo, partecipatissimo dai soci, sul tema della fusione tra Confindustria Livorno – Massa Carrara e Confindustria Firenze in programma entro la fine del 2023. “Volevamo chiarirci le idee – spiega il rappresentante e coordinatore dell’evento Massimo Cappelli – sul nuovo assetto organizzativo di questa unione, non soltanto dal punto di vista amministrativo, ma anche e soprattutto in vista delle prospettive che potrebbero aprirsi sul territorio. Qual è lo sviluppo della nostra industria locale? Questo il quesito principale su cui vogliamo provare a riflettere”. A chiarire ogni dubbio e ad illustrare ai presenti quanto richiesto, e molto altro, il direttore di Confindustria Livorno-Massa Carrara Umberto Paoletti. “Una manciata di mesi – dice – o comunque entro e non oltre l’anno in corso e la fusione sarà completata. Stiamo ultimando le procedure di rito che richiedono gli statuti dei vari territori per costituire l’architettura organizzativa che consentirà di fondere le due realtà. Mi auguro che da questo cambi in meglio la problematica che riguarda le industrie dei vari settori, soprattutto l’attenzione delle istituzioni rispetto alle loro esigenze. Innanzitutto quelle delle infrastrutture, che hanno bisogno di essere potenziate, ma anche quella di una rappresentatività delle aziende delle due zone che viene accresciuta. Questa unione sommerà circa 1500 aziende per un totale 60-70mila dipendenti. Numeri importanti, tuttavia l’importanza non è quantitativa bensì qualitativa per ciò che i territori potranno esprimere in termini di servizi industriali e di produzione industriale”.

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