Arrestato per tentato omicidio in piazza Garibaldi
Decisive, oltre alle testimonianze, le immagini del sistema di videosorveglianza comunale
La Squadra Mobile ha aspettato il 31enne nella caserma di viale Boccaccio dove doveva presentarsi in quanto già sottoposto ad obbligo di firma. Nell’apprendere della sua imminente carcerazione ha reagito ed è stato indispensabile l’intervento dei poliziotti. L'uomo è accusato del tentato omicidio di un 37enne, raggiunto da più coltellate all’addome e al torace, che secondo la ricostruzione della polizia stava difendendo una ragazza
La polizia nei giorni scorsi ha tratto in arresto un cittadino senegalese di 31 anni, si legge in un comunicato stampa dell’11 luglio, ritenuto il presunto autore del tentato omicidio di un uomo di 37 anni di origini rumene raggiunto da più coltellate, all’addome e al torace, lo scorso 20 giugno in piazza Garibaldi. Gli uomini della Squadra Mobile lo hanno aspettato alla caserma di viale Boccaccio dove doveva presentarsi in quanto già sottoposto ad obbligo di firma in virtù di un altro procedimento penale in cui lo stesso era già indagato. Nell’apprendere la notizia della sua imminente carcerazione ha reagito con veemenza ed è stato indispensabile l’intervento degli agenti della volante. Motivo per cui è stato anche denunciato in stato di libertà per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
I fatti. Alle prime ore del mattino del 20 giugno, in piazza Garibaldi, il trentasettenne era stato attinto da alcuni fendenti da arma da taglio all’addome e al torace, prosegue la nota stampa, che potevano costargli la vita se non fosse stato per le immediate cure mediche in pronto soccorso. Le successive indagini svolte con l’acquisizione delle primissime testimonianze hanno permesso una prima iniziale ricostruzione della vicenda: il rumeno era intervenuto in difesa di una ragazza con la quale il senegalese stava avendo atteggiamenti molesti per poi vedersi raggiungere, in maniera del tutto improvvisa e apparentemente immotivata, da alcuni colpi di lama: le ferite al torace e all’addome potevano essergli fatali. Decisive, per corroborare le dichiarazioni dei testimoni, sono state le immagini del sistema di videosorveglianza comunale che, analizzate nel dettaglio dagli investigatori unitamente alla conoscenza del territorio e dei soggetti che lo frequentano, hanno consentito ai poliziotti di avere la certezza che l’indagato fosse da identificare proprio nel trentunenne. Con gli indizi così raccolti, il Gip in accoglimento della richiesta della Procura della Repubblica ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo che dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio. Le risultanze delle attività eseguite e degli elementi probatori acquisiti saranno vagliate dal Giudice preposto precisando che, per il principio d’innocenza che vige nel nostro ordinamento, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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