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LeggerMente, record di 8mila spettatori per la rassegna al Chioschino di Villa Fabbricotti

Lunedì 18 Agosto 2025 — 13:57

Dal 2019 il festival ha moltiplicato pubblico e autorevolezza, diventando punto di riferimento estivo per la città. Oltre 150 autori coinvolti in sei anni e un format che unisce qualità, partecipazione e convivialità. Leggermente 2025 però non finisce qui. L’organizzazione ha deciso di regalare al pubblico della rassegna un’occasione imperdibile: quella d’incontrare la scrittrice e giornalista italiana, naturalizzata giapponese, Laura Imai Messina. Appuntamento martedì 19 agosto alle 18.30 sempre al Chioschino

di Giacomo Niccolini

Oltre 8mila spettatori in 22 appuntamenti: la settima edizione di LeggerMente, la rassegna letteraria organizzata al Chioschino di Villa Fabbricotti, si chiude con numeri da record. La conferenza di bilancio ha riunito Comune e organizzatori per tirare le somme di un percorso iniziato nel 2019 e cresciuto di anno in anno.

Ad aprire l’incontro è stato il sindaco di Livorno Luca Salvetti, che ha sottolineato la portata dell’evento: “Tra le tante iniziative della nostra lunga estate, LeggerMente ha una caratteristica unica: non porta in piazza migliaia di persone per una sera, come accade con un concerto, ma costruisce lentamente un percorso culturale. Nel 2019 eravamo agli inizi, oggi siamo arrivati a più di ottomila spettatori, contro i seimila dello scorso anno. Un trend di crescita che ci fa molto piacere. La rassegna è diventata un appuntamento di riferimento, con ospiti del calibro di Pif, Stefano Massini, Concita De Gregorio, Jacopo Melio e tanti altri. Ed è anche grazie a questo percorso che Livorno è stata riconosciuta come Città che legge. LeggerMente è davvero un fiore all’occhiello della nostra offerta culturale”.
Oltre ai numeri, è arrivata anche la conferma dal pubblico: i questionari di gradimento hanno restituito percentuali di soddisfazione oltre il 90%. “Non solo entusiasmo – ha aggiunto il sindaco – ma anche spunti preziosi per migliorare ulteriormente nelle prossime edizioni. Complimenti a tutto lo staff: è stato fatto un grande lavoro. Senza considerare poi l’idea che potremmo attuare di mettere in contatto la Consulta Giovanile con gli organizzatori per cercare di attrarre ancora qualche giovane in più per le prossime edizioni”.

“LeggerMente è la dimostrazione che quando le realtà cittadine fanno rete si possono costruire progetti solidi e inclusivi – ha specificato l’assessora alla Cultura Angela Rafanelli – Qui non c’è solo la presentazione di libri, ma un vero percorso di socialità, confronto e crescita collettiva. È un festival che arricchisce la comunità e che fa bene alla città, perché avvicina al piacere della lettura un pubblico variegato, dalle famiglie ai più giovani. L’obiettivo adesso è continuare a crescere senza snaturare questa formula che unisce semplicità”.

 “Leggere non è solo un’attività culturale – spiega Cecilia Caleo della Cooperativa Itinera- ma un’occasione di coesione e cittadinanza attiva. Anche il fatto che il pubblico abbia risposto con entusiasmo a un questionario dimostra quanto le persone sentano questa iniziativa come propria. LeggerMente è frutto di una collaborazione pubblico-privato che funziona: amministrazione comunale, Itinera, Feltrinelli, Chioschino e sponsor. Per il futuro puntiamo ad aprirci sempre più anche agli autori internazionali, per sprovincializzare lo sguardo e portare a Livorno una finestra sul mondo”.

“LeggerMente nasce dall’idea di portare la lettura dentro Villa Fabbricotti, un luogo già vivo d’estate – ricorda Marco Giovannetti della Cooperativa Itinera – con la biblioteca come naturale punto di riferimento. In questi anni è cresciuto molto il legame con gli scrittori: chi viene trova un ambiente accogliente e spesso resta sorpreso dalla città. Alcuni, come Davide Longo, sono tornati più volte e hanno persino pensato di raccontare Livorno nelle loro opere. Questo per noi è un segnale fortissimo: significa che la rassegna non è solo un palco, ma un’esperienza che lascia il segno anche negli autori”.

Il lato più conviviale è stato raccontato da Filippo Brandolini del Chioschino di Villa Fabbricotti: “Questa manifestazione funziona perché la facciamo con amore, e quando fai le cose con amore questo si percepisce. Spesso Livorno viene descritta solo con le sue macchiette – le ciabatte, il catenone – ma in realtà è una città multiforme, con tante comunità e persone che amano la lettura. LeggerMente dimostra che esiste una Livorno curiosa, che sta bene ad ascoltare gli autori in un clima conviviale. Sfatiamo il complesso di inferiorità culturale: la nostra città ha molto da dire”.

Infine, Andrea Berti direttore della Libreria Feltrinelli ha tracciato un bilancio complessivo: “Quando abbiamo iniziato, sette anni fa, in tanti erano scettici. Oggi invece sono le case editrici a ringraziarci per l’organizzazione e l’accoglienza del pubblico, che non è mai scontata. In totale abbiamo registrato circa 35mila presenze, con oltre 150 incontri e più di 50 case editrici rappresentate. Si è parlato di narrativa, filosofia, poesia, fumetti, saggistica: praticamente tutti i generi. LeggerMente non è più solo la somma di realtà che collaborano, è diventato l’evento della città. Ora vogliamo ampliare ulteriormente l’offerta e puntare a ospiti internazionali: è la naturale evoluzione del festival”.

Guardando al futuro, il sindaco ha lanciato una sfida: “Dovremo riflettere se fare un salto anche dal punto di vista scenico e organizzativo, senza però perdere lo spirito originario. LeggerMente cresce e con esso cresce la nostra città come luogo di cultura”.

L’ultimo appuntamento della rassegna –  Leggermente 2025 però non finisce qui. L’organizzazione ha deciso di regalare al pubblico della rassegna un’occasione imperdibile: quella d’incontrare la scrittrice e giornalista italiana, naturalizzata giapponese, Laura Imai Messina, nata a Roma e residente a Tokyo dal 2006, dove insegna all’università e collabora con testate italiane come la Repubblica e La Stampa. Dopo il successo internazionale de Il telefono del vento e Quel che affidiamo al vento, tradotti in oltre 25 lingue, è considerata una delle voci italiane più originali della narrativa contemporanea.  A Livorno, martedì 19 agosto alle 18.30, presenterà il suo ultimo romanzo Tutti gli indirizzi perduti (Einaudi), in cui torna a raccontare l’incontro tra Oriente e Occidente, tra intimità e paesaggio, tra lutto e speranza. C’è una piccola isola, nel mare interno di Seto, che ha la forma di un’elica e non più di centocinquanta abitanti. Proprio lì, nell’ufficio postale di Awashima, vengono conservate tutte le lettere spedite a un destinatario irraggiungibile: un amore perduto eppure ancora presente, la ragazza che leggeva Kawabata su un autobus a Roma, l’inventore del fon, il giocattolo preferito d’infanzia, il  primo bacio che tarda ad arrivare. Come messaggi in bottiglia, sono parole lasciate andare alla deriva che non aspettano una risposta. Perché scrivere può curare, tenere compagnia, aiutarci a decifrare il mondo o la nostra stessa anima. «Tutto il senso dello scrivere queste lettere è, precisamente, scriverle». Un romanzo felice, pieno d’incanto, sulla potenza della scrittura e sulla meraviglia che può nascere dalla fiducia nelle relazioni, anche quelle con gli sconosciuti.

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