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“Siamo due insegnanti e viviamo, per scelta, in piazza Garibaldi”

Mercoledì 27 Agosto 2025 — 12:03

La lettera Giovanni Sbolci e Francesca Zaccaro che ringraziamo per la disponibilità: "Che lo spaccio di sostanze stupefacenti sia un problema non lo neghiamo. Tuttavia siamo stanchi. Non del degrado, dell’illegalità e degli stranieri, ma dell’immagine che viene restituita del quartiere in cui abbiamo scelto di abitare e di crescere i nostri figli"

Siamo due insegnanti residenti – per scelta e convinzione – in piazza Garibaldi. E siamo stanchi. Non del degrado, dell’illegalità e degli stranieri, ma dell’immagine che viene restituita del quartiere in cui abbiamo scelto di abitare e di crescere i nostri figli. Che lo spaccio di sostanze stupefacenti sia un problema non lo neghiamo e da educatori siamo consapevoli di come sia fondamentale un’operazione di sensibilizzazione e di prevenzione rispetto al tema. Tuttavia sappiamo – proprio perché la viviamo ogni giorno – che Garibaldi non è solo questo: è un quartiere che pullula di attività commerciali che resistono caparbiamente a crisi e speculazione, è un quartiere in cui iniziano a fermarsi i turisti, e non solo i crocieristi, ma quelli che alimentano il tessuto economico della città, è un quartiere dove bambini di tutti i colori – in quella stessa piazza criminalizzata – giocano a pallone fino a tarda sera in sicurezza, è un quartiere che sa fare ancora rete e accogliere i mille aspetti del mosaico che storicamente ha costruito la poliedrica identità di Livorno. Ben vengano le operazioni di polizia e le retate, ma noi non ci sentiamo “ostaggio della criminalità” e men che meno delle numerose e vitali comunità straniere. Auspichiamo che al posto delle baracchine demolite vengano – per esempio – installati nuovi giochi per i bambini e che continuino a fiorire le attività e le iniziative che da anni animano l’estate livornese. Sollecitiamo le istituzioni a sostenere quella rete capillare di commercio al dettaglio che è una delle ricchezze inestimabili di questo territorio, capace di ospitare ancora la libreria di quartiere e il negozio di specialità pugliesi, la ferramenta professionale vicino alla rivendita di prodotti alimentari dell’Est Europa. La cosa che ci fa più paura è che anche questo luogo si svuoti, o che – peggio ancora – diventi l’ennesima vetrina per quella “mondanità sociale” capace di annichilire le identità dei luoghi. Siamo convinti che anche il nostro dirimpettaio di pietra, Giuseppe Garibaldi, Eroe dei due Mondi, con la sua giubba – quella sì rossa – sognasse un’Italia di quartieri colorati e accoglienti.

Giovanni Sbolci e Francesca Zaccaro

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