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Fondazione Livorno: 100mila euro all’Asl

Venerdì 20 Marzo 2020 — 18:36

La somma potrà essere utilizzata dall'Azienda per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, destinandola ad acquisti di attrezzature medicali ed esigenze logistiche per gli ospedali di Livorno, Cecina e Piombino e per le isole

Con la diffusione del Coronavirus e per prevenire il picco di contagi previsto nelle prossime settimane, Fondazione Livorno ha deliberato un intervento immediato a sostegno della tutela della salute pubblica del territorio mettendo a disposizione della Usl Toscana nord ovest un plafond di 100mila euro. La somma potrà essere utilizzata dall’Azienda per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, destinandola ad acquisti di attrezzature medicali ed esigenze logistiche per gli ospedali di Livorno, Cecina e Piombino e per le isole.
Intanto, già dalla scorsa settimana, è partito un ordinativo di 33 kit di caschi per la ventilazione donati dalla Fondazione agli Spedali Riuniti di Livorno.
Con questa dotazione il team di medici e infermieri del presidio livornese sarà in grado di affrontare un’eventuale evoluzione locale dell’epidemia in corso.
Il dispositivo medico consentirà di allestire 33 nuove postazioni per l’ingresso di pazienti affetti da Covid-19 che necessitano di un intervento immediato per problemi di ossigenazione.
Come già sperimentato negli ospedali delle regioni esposte per prime all’irruenza del virus, un sostegno precoce alla respirazione consente di bloccare l’aggravamento della malattia e limitare l’insorgere di complicazioni.
I caschi, di diverse “taglie” e considerati ottimi dagli esperti del settore, sono stati richiesti ad un’azienda di dispositivi medici della provincia di Modena su suggerimento dottore Paolo Roncucci, responsabile del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Livorno.
Il kit è dotato di casco e di un sistema di somministrazione di gas semplici, ossigeno e aria. La sua funzione è quella di indurre ad una respirazione spontanea a soggetti che altrimenti non ce la farebbero autonomamente e dovrebbero essere sottoposti a trattamenti più invasivi.
Dei dispositivi si potranno avvalere diversi reparti dell’ospedale, dalle malattie infettive al pronto soccorso, secondo un programma che un team di anestesisti, pneumologi, infettivologi e altri  specialisti dedicati alla malattia metterà a punto per affrontare questa emergenza procurata dal diffondersi del Coronavirus.

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