Villa Fabbricotti parco cardio-protetto con il defibrillatore
Mentre continua a tenere banco la questione Chioschino proprio accanto alla struttura di Villa Fabbricotti è stato installato un defibrillatore pubblico. Il 22 aprile l'inaugurazione
di Federico Bacci
Mentre continua a tenere banco la questione legata all’esposto presentato contro gli eventi musicali vicino al Chioschino e il “rumore” del cinema estivo (clicca qui), arriva una nota lieta: proprio vicino al Chioschino è stato installato un defibrillatore pubblico (foto Lanari). Villa Fabbricotti diventa così il primo parco pubblico cardio-protetto. “Desidero ringraziare tutte le persone che hanno partecipato a questa iniziativa – ha dichiarato l’assessore Ina Dhimgjini – e non c’è bisogno di parlare tanto, il fatto parla da solo. Proseguiremo questo lavoro per moltiplicare queste iniziative, mentre il 22 aprile alle 11.30 ci sarà l’inaugurazione ufficiale”. Giunge così alla conclusione un percorso promosso da “Vivi Fabbricotti”, il comitato di cittadini del quartiere. Hanno partecipato in modo fondamentale all’iniziativa, oltre a Vivi Fabbricotti (alla presentazione nella persona di Laura Albertini), Silvia Nocelli, Giuseppe Chericoni (donatore materiale del defibrillatore, il 15° da lui finanziato a Livorno, in memoria del fratello Marco), Filippo Brandolini (titolare del Chioschino) e il dott. Maurizio Cecchini, della onlus Cecchini Cuore, che da anni si impegna per sensibilizzare la popolazione italiana all’utilizzo di questi macchinari salvavita. “Questo gruppo fantastico – ha proseguito Laura Albertini – dev’essere fiero di cosa ha fatto e della sinergia che da subito si è venuta a creare. La risposta della città è stata veramente strepitosa e ci teniamo a ringraziare tutte le parti in gioco. In particolare, oltre a Giuseppe Chericoni, donatore del macchinario, il dott. Cecchini che con il suo impegno ha già installato 451 defibrillatori pubblici in tutta Italia, oltre ai corsi di formazione con cui insegna a usare questi strumenti fondamentali”. Di questi 451 defibrillatori, 16 volte ne è stato necessario l’utilizzo e per ben 11 volte il macchinario ha salvato una vita. “Il messaggio principale che mi preme far passare – ha concluso Giuseppe Chericoni – è che quando succede una tragedia non ci sia il pensiero “si poteva fare qualcosa in più””.
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