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A Giulio Corsi e Laura Lezza il premio giornalistico intitolato a Luciano De Majo

Sabato 1 Marzo 2025 — 14:41

Al centro i premiati Giulio Corsi e Laura Lezza in una foto gentilmente fornita dal comitato organizzatore a cura di Paola Licheri

Questa 11esima edizione i premi se li sono assicurati Giulio Corsi, capocronista della redazione di Livorno de Il Tirreno, e Laura Lezza, fotografa di fama internazionale che partita proprio dal giornale di viale Alfieri adesso firma i suoi scatti per l'agenzia Getty Images

di Giacomo Niccolini

Luciano De Majo era un giornalista di quelli che forse non si trovano più. Sempre contro tutti e allo stesso tempo con tutti. Per tutti, soprattutto. Abbiamo avuto l’onore di conoscerlo e possiamo garantire che era un fiore raro. Si è spento prematuramente nel 2011 all’alba della nascita di questo giornale online di cui non  ha visto l’apertura per pochi mesi. Luciano non ha vissuto quindi l’epoca del giornalismo web e soprattutto social dove sicuramente il suo modo pacato ma fermo e severo di confrontarsi e decifrare questo matrix di mondo sarebbe senza dubbio servito. Nella giornata di venerdì 28 febbraio è stata celebrata l’11esima edizione del premio giornalistico intitolato alla sua memoria. Quest’anno la targa è stata data a due professionisti che si sono distinti nell’ultimo periodo nel panorama giornalistico locale e non solo proprio grazie al loro modo di fare questo mestiere, sulle orme di Luciano. Lo scorso anno furono premiate Juna Goti de Il Tirreno e la collaboratrice storica di QuiLivorno.it, Giulia Bellaveglia. Questa edizione i premi se li sono assicurati Giulio Corsi, capocronista della redazione di Livorno de Il Tirreno, e Laura Lezza, fotografa di fama internazionale che partita proprio dal giornale di viale Alfieri adesso firma i suoi scatti per l’agenzia Getty Images.
La premiazione è andata in scena al Circolo Arci di Sorco a San Jacopo, quartiere di Luciano, davanti al sindaco Luca Salvetti, al presidente Arci Alessio Simoncini, al consigliere regionale Francesco Gazzetti e a Marco Solimano, storici promotori delle iniziative in ricordo di De Majo.

Ecco le motivazioni che hanno portato a premiare Laura Lezza – “Il premio che stiamo per assegnare ci permette di allargare ed arricchire l’orizzonte di questa nostro percorso, rivolgendo il nostro sguardo anche al fotogiornalismo. Il racconto dei fatti per immagini è diventato un aspetto fondamentale dell’informazione contemporanea. Le foto hanno visto cambiare la loro funzione, passando da elemento di corredo e descrizione a vera e propria notizia, invertendo spesso l’ordine di priorità tra parola e immagine.
E quando abbiamo deciso di avviare questa nostra riflessione, incrociandola con la figura di Luciano, ci siamo subito ritrovati a convergere su di un nome, quello di una donna, una fotogiornalista i cui lavori stanno scolpendo l’immaginario collettivo a livello internazionale.
E pensare che tutto ha avuto inizio proprio a Livorno, al Tirreno, grazie ad alcuni servizi impostati proprio insieme al nostro Luciano che ha sempre avuto un’attenzione straordinaria anche per le immagini. Apriamo una parentesi: non osiamo immaginare cosa sarebbe uscito dall’incontro tra Luciano ed i social. Chissà quale interpretazione avrebbe dato anche a questi nuovi linguaggi e quali discussioni epiche ne sarebbero nate.
Ma torniamo alla nostra premiata che dai primi scatti con il Tirreno, raccontando il mondo del tifo amaranto e la curva, la vede adesso elemento di spicco di una delle più importanti agenzie fotografiche del pianeta come la Getty.
Allora come oggi, nei momenti più particolari e, se volete, soprattutto in quelli più complicati e difficili te la ritrovi in mezzo alla gente, con la sua macchina fotografica, impegnata prima a capire, poi a guardare ed infine a scattare.
Le sue foto hanno raccontato, per fare solo alcuni esempi, il tempo del Covid come nessuna e nessuno nel Mondo, aggiungendo sempre un’attenzione straordinaria alle dinamiche sociali, sia che di fronte abbia personaggi di caratura internazionale che una manifestazione studentesca.
La cura, l’attenzione e la professionalità è sempre stata la stessa.
Così come la curiosità e la voglia di esserci, di respirare i fatti prima di raccontarli con le sue foto.
E’ il caso del G-8 di Genova come di cento altri eventi che hanno portato qualcuno a coniare per lei la definizione di partigiana della fotografia.
Dicevamo di Luciano che, come ci dirà lei stessa, è stato uno dei pochi giornalisti ai quali ha concesso la possibilità di dirle cosa fotografare. E’ un privilegio raro, come quello di Geordie per restare a De Andrè, perché il nostro Luciano aveva questa particolarità: nonostante la sua età era per tutte e tutti noi un gigante ed un punto di riferimento. Una persona alla quale, ogni giorno, ancora oggi rivolgiamo un pensiero, chiedendoci “ma cosa direbbe e come farebbe questa cosa?”.
Interrogativi che la nostra premiata porta con sé e che alimentano la sua meravigliosa e splendida carriera con l’ha vista curare anche importanti campagne per enti e istituzioni, sempre pronta a raccontare anche le nuove manifestazioni dei giovani ambientalisti.
Bellissimo e commovente anche il lavoro che realizzò con il suo amatissimo nonno Giorgio che vide nascere una copertina dell’Espresso che ha conquistato importanti riconoscimenti.
Tornando a Luciano c’è un particolare che fa capire quale sia l’attenzione che la nostra premiata ha sempre messo nel suo lavoro. Luciano portava al collo una collana dove campeggiava un simbolo, la falce ed il martello. Quante volte durante le discussioni con chi pensava di avere di fronte un giornalista “al soldo del potere” Luciano stoppava la conversazione, infilava la mano sotto la camicia, estraeva la falce e martello e diceva “guarda che io sono questo”. Con grande calma, guardando l’interlocutore generalmente stupito, aggiungeva “ora possiamo continuare”.
La nostra premiata ha avuto il guizzo, la curiosità, la sensibilità e la capacità di cogliere anche questo aspetto di Luciano, scattando una foto che lo racconta come poche altre cose.
Ecco perché per la sua straordinaria carriera, per questo scatto e per tutti quelli che ha fatto e che farà vogliamo assegnare, con straordinario piacere, il premio Luciano De Majo a Laura Lezza”.

Le motivazioni che hanno portato a premiare Giulio Corsi – “In questa nostra epoca anche la scelta delle immagini che ci rappresentano sui social ci aiuta a raccontare chi siamo ed il giornalista che stiamo per premiare ha fatto una scelta molto particolare. L’immagine che lo rappresenta su Facebook è, infatti, tratta da un film degli anni ’50 sul giornalismo che s’intitola “L’ultima minaccia”.
La foto è quella del finale del film, quando il protagonista, un giornalista interpretato dal mitico Humphrey Bogart pronuncia parole che sono entrate nell’immaginario collettivo. Si tratta di una frase che è la sua risposta a chi, con le minacce, cerca, inutilmente, di bloccare le rotative per impedire l’uscita di un articolo indesiderato. E la frase è: “E’ la stampa bellezza e tu non ci puoi fare niente”.
Chi stiamo per premiare ha scelto questa immagine per raccontarsi sui social, chiarendo sin da subito quale sia il suo legame con il giornalismo e, soprattutto, quale sia il suo modo di essere giornalista.
E’ una postura che ci ha ricordato Luciano che pur dialogando e parlando con tutti ha sempre scritto tutto quello che era giusto e importante scrivere e raccontare, scegliendo spesso, come il suo amato De Andrè, direzioni tanto ostinate quanto opposte, sempre alla ricerca della notizia per quella che è e non per quella che più ci piacerebbe fosse.
Anche il giornalista che stiamo per premiare ha questo approccio. Un modo di fare informazione chiaro, netto e senza sconti che lo caratterizza sin dall’inizio della sua bella carriera che lo ha portato, oggi, ad essere il caposervizio della redazione della cronaca del Tirreno di Livorno.
Un percorso durante il quale, proprio in quella redazione, ha potuto incrociare sia Luciano ma anche altri grandi giornalisti come Renzo Marmugi con il quale ha condiviso trasferte ed anni di basket.
Ed anche questo è un elemento che ci ha colpito. Nonostante un percorso professionale che lo ha portato ad occuparsi, sempre più, di aspetti della cronaca lontani dallo sport non ha mai abbandonato questa grande passione.
Anche quando si è occupato di cronaca giudiziaria, di quella sindacale, di economia, di porto e di sanità ha continuato a raccontare l’epopea della pallacanestro livornese, accompagnando, in un passato recente, la Libertas Livorno anche nella meravigliosa scalata verso la serie A-2.
Vedere la sua firma in apertura di quegli articoli è una sorta di prosecuzione di una bella storia di giornalismo, fatta di competenza e passione, e della quale il nostro amato Luciano rappresenta una colonna portante.
E questo, ve lo possiamo assicurare, non è una cosa semplice, soprattutto per chi, durante la settimana, segue e coordina una redazione o che, in precedenza, presidiava come pochi altri in Toscana, un settore fondamentale come quello della sanità. Significa avere occupati anche i fine settimana e questo rappresenta l’altra faccia della medaglia di quella frase che abbiamo ricordato all’inizio, perché anche questa è la stampa bellezza.
Ma agli aspetti che rendono davvero bello ed importante il modo di interpretare la professione del nostro premiato, oltre alla qualità del suo lavoro a 360 gradi, ce n’è anche un altro che, ne siamo sicuri, sarebbe anch’esso piaciuto a Luciano. Facciamo riferimento all’attenzione non solo al proprio percorso personale ma al prendersi cura nelle vicende che riguardando le altre colleghe e colleghi.
Chi stiamo per chiamare è infatti, da anni, componete del Comitato di Redazione del Tirreno ed in questa veste ha seguito e sta seguendo, passaggi importanti della vita della sua testata e del mondo dell’informazione regionale. Insomma un giornalista ed una persona che ha scelto il noi alla prevalenza dell’io.
Per queste e per tanti altri motivi che ognuno di noi potrebbe aggiungere è con grande gioia che assegniamo il premio Luciano de Majo a Giulio Corsi”.

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