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A “Il Melograno Art Gallery” la mostra “Ibrida” di Marco Cavalieri

Lunedì 8 Maggio 2023 — 11:49

Sabato 13 maggio, alle ore 18, Il Melograno Art Gallery inaugura la personale di Marco Cavalieri dal titolo “Ibrida”

Sabato 13 maggio, alle ore 18, Il Melograno Art Gallery inaugura la personale di Marco Cavalieri dal titolo “Ibrida”.
In mostra un’importante serie di sculture, chimere fantastiche, ibridi uomo/macchina, vivente/inanimato.
Marco Cavalieri vive e lavora a Roma. Espone in varie città italiane e le sue opere sono presenti in collezioni private a Milano, Firenze, Palermo, Forlì, Napoli e Roma.
La sua arte spazia tra espressionismo e simbolismo, tra il fantastico e l’onirico. Una continua ricerca nella quale l’uomo è al centro di un progetto di indagine interiore. Ultimamente lavora abbinando all’acciaio vari materiali come alluminio, plastiche, legno ed elementi meccanici, creando opere polimateriche.

IBRIDA è il tema di quest’ultimo progetto, ancora in trasformazione, in divenire, in cui l’uomo ricerca una sinergia e una correlazione positiva con la tecnologia delle macchine, dei robot. Opere materiche queste in mostra, dove forte è il desiderio di compenetrazione, alla ricerca di un seppur difficile equilibrio che poi è alla base di questo nostro essere contemporaneo.

“L’interconnessione tra uomo, animale e macchina è il tema di questo mio progetto, in cui presento diverse sculture polimateriche le quali hanno come comune denominatore la fusione tra l’essere vivente e l’automa, da cui il nome IBRIDA.

Le sculture realizzate in acciaio inox, alluminio, plastiche e parti meccaniche in ferro, rappresentano la sintesi di un possibile domani ove l’uomo sempre più sarà chiamato a confrontarsi con il proprio progresso e la propria creatività e con i pericoli e i danni che potrebbero scaturire da menti immature e irresponsabili.

Personalmente non ho preconcetti né chiusure morali sull’utilizzo della biotecnologia, ad esempio nel settore della medicina, microchip sotto pelle o protesi tecnologiche, dopotutto la ricerca ormai da anni si è indirizzata in questa direzione e ben venga se può aiutare a risolvere malattie rare o sostituire organi vitali danneggiati.

Non è quindi la tecnologia che fa paura, ma l’uso che ne può fare l’uomo. Siamo sempre noi a controllare le macchine e non viceversa.

Dovremo quindi cercare sempre un compromesso e il giusto equilibrio tra le due parti per un armonico vivere e coesistere.

Marco Cavalieri

L’arte di Marco Cavalieri parte da una ricerca ed una sperimentazione sulla forma, sui materiali e i possibili abbinamenti tra essi. All’acciaio, come punto di partenza, si associano spesso altri materiali come alluminio, plastiche e parti meccaniche in ferro.
Per l’artista tutto il mondo esterno è fonte di ispirazione: anche solo un avvenimento casuale, ma bizzarro, può far scattare la scintilla creativa. Egli lavora su soggetti che esprimono un messaggio chiaro e diretto all’osservatore.
Ibrida –Hybrid racconta la necessaria fusione fra uomo e macchina, tra vivente ed inanimato.
L’interfaccia uomo macchina cara all’arte di Cavalieri è un tema già anticipato dagli artisti dell’avanguardia storica come Fernand Léger e successivamente sviluppato dai movimenti Posthuman.
In essi l’uomo viene concepito come prolungamento antropomorfo e psichico di un prototipo meccanico.
Per l’artista, l’opera coincide con un sistema ricostruttivo dell’essere in cui l’identità biologica viene alterata attraverso un processo di sintesi fra arte, scienza e tecnologia. Un nuovo corpo, adeguatosi al mondo contemporaneo e resosi più adatto ad abitarlo, a cui corrisponde una nuova personalità e una nuova psicologia. Nelle opere di Marco Cavalieri, tuttavia, tale mutazione genetica appare positiva, anzi, auspicabile. Le sculture, infatti, si mostrano serene ed in armonia con l’accettazione della loro nuova identità. In tal senso, seppur innegabilmente in linea di continuità concettuale, le opere di Cavalieri si differenziano dal Cyberpunk degli anni ’80 proprio grazie al loro carattere giocoso e fiabesco. Non più inquietudine per una mutazione mostruosa, e a volte truce, della specie, ma una visione a metà fra il realismo magico ed il futurismo. Una visione che si affaccia al fantastico e all’onirico.
Come il fanciullino pascoliano, Cavalieri dal cantuccio fanciullesco della propria anima osserva, immagina, fantastica, ricorda e assembla. Egli giunge alla costruzione dell’opera in modo intuitivo, lasciando che sia la forma e la natura stessa dei diversi materiali a suggerire il processo artistico. In tal senso, la natura polimaterica delle opere sottolinea il loro essere ibride nell’anima oltre che nel corpo. Tale approccio giocoso e intuitivo controbilancia e sottolinea la perizia tecnica con cui le opere di Cavalieri sono realizzate; nell’intreccio, la sovrappo sizione e la fusione prende vita un sapiente gioco di pieni e vuoti in cui lo spazio, che viene di volta in volta, riempito e lasciato andare, crea un dialogo fra l’esoscheletro, individuato come limite fisico dell’opera e il vuoto interno, vissuto come estensione del corpo stesso.

Francesca Nesteri

MARCO CAVALIERI

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