Applausi e grande successo per Cesare Catania a Livorno per la sua performance artistica
Tra arte monumentale, cinema d’autore e dialogo culturale, il numeroso pubblico ha celebrato giovedì 26 giugno la visione inclusiva di Cesare Catania nella suggestiva cornice della Fortezza Nuova
Una serata intensa, partecipata e ricca di emozione ha animato gli spazi della Fortezza Nuova di Livorno, dove il pubblico ha risposto con entusiasmo all’invito dell’artista Cesare Catania per l’evento “Nel Cuore della Terra: L’Abbraccio che Unisce”. L’iniziativa, patrocinata da Regione Toscana, Comune di Livorno e Camera di Commercio Maremma e Tirreno, promossa dalla Galleria Fidanda di Livorno e da SCC Società Costruzioni Capannoni srl di Oviglio (AL), ha saputo coniugare arte pubblica, cinema, tecnologia e riflessione sociale in un’unica esperienza culturale aperta e accessibile.
Oltre 150 persone hanno preso parte all’evento gratuito, confermando l’interesse crescente per un’arte che si pone come ponte tra linguaggi, pubblici e territori. L’evento ha rappresentato anche il primo passo del percorso espositivo dell’artista in Toscana, che lo vedrà nuovamente protagonista in occasione della Biennale di Firenze 2025, per poi proseguire con tappe in altre città italiane ed estere.
Una scultura che sfida la gravità e parla al cuore – Fulcro visivo e concettuale della serata è stata la presentazione ufficiale della scultura monumentale “Il Cuore della Terra – Phy Version”, installata all’interno della Fortezza. Alta oltre 4 metri e composta da piramidi rovesciate e sfere cave sospese in equilibrio dinamico, l’opera unisce struttura ingegneristica e visione simbolica, rappresentando la tensione tra stabilità e cambiamento, tra madre Terra e impulso umano.
Ma è il significato dell’opera ad aver colpito il pubblico: “La sfera rappresenta la madre, l’origine, la perfezione. La piramide, con i suoi spigoli, rappresenta l’uomo, la sua tensione verso il cambiamento. L’unione tra questi due archetipi è il genere umano, è il nostro equilibrio emotivo e sociale”, ha raccontato Catania nel suo intervento.
Attraverso la tecnologia phygital, i visitatori hanno potuto vivere l’opera anche in realtà aumentata, visualizzandone contenuti digitali in tempo reale con i propri dispositivi mobili, trasformando la scultura in un’esperienza immersiva e multisensoriale. Sfere fluttuanti, piramidi roteanti e balene giganti hanno trasformato una scultura in un’opera d’arte cinetica, animazione che ha divertito sia grandi che piccini, consolidando l’aspetto democratico dell’arte di Catania, un’arte che non va solamente ammirata ma va vissuta, da tutti.
Presenta durante la serata anche la prima delle 8 sculture uniche e in versione ridotta (80cm – Ed 1 – Titatura 8/8 – Ver 1) che verranno prodotte nei prossimi mesi dall’artista e messe a disposizione per i collezionisti di tutto il mondo.
Un cortometraggio che trasforma lo sguardo – La serata è proseguita con la proiezione in anteprima pubblica mondiale del cortometraggio d’autore “L’Immaginazione di un Bambino”, scritto e diretto dallo stesso Cesare Catania. Dopo oltre 150 selezioni internazionali e più di 50 premi vinti, il film è stato proiettato per la prima volta fuori dai festival in una sala pubblica, accompagnando il pubblico in un viaggio visivo tra simboli, silenzi e memoria.
Girato tra Venezia e Milano, il corto racconta la maturazione artistica di uno scultore, che per comprendere pienamente i momenti della maturazione deve iniziare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Un film senza dialoghi, dove ogni gesto, ogni dettaglio e ogni inquadratura diventano espressione di profonda introspezione e libertà creativa.
La proiezione è stata seguita da un dialogo con l’artista, che ha svelato come la pellicola rappresenti per lui una “traduzione cinematografica della propria poetica visiva”: un modo per raccontare la genesi dell’opera d’arte al di là del tempo e del mezzo.
Un talk culturale tra arte, poesia e impegno sociale – La terza parte dell’evento ha visto lo svolgimento del talk culturale “L’Abbraccio che Unisce”, moderato da Edoardo Callegari, artista concettuale e direttore del Piccolo Museo della Poesia. Il confronto si è concentrato sul ruolo dell’arte come gesto collettivo e sulla sua capacità di creare legami e immaginari condivisi.
Tra gli ospiti del dibattito, la regista Meri Dishnica, direttrice artistica del Piano B Film Festival, ha evidenziato l’urgenza del cortometraggio come linguaggio accessibile e democratico, sottolineando il valore dell’arte partecipativa nel dialogo tra comunità e territorio.
La poetessa e giurista Stefania Giammillaro ha proposto invece una riflessione profonda sulla parola poetica come architettura emotiva e strumento di resistenza sociale. Il suo intervento ha risuonato in maniera potente con l’installazione scultorea e con il corto, componendo un quadro di rara coerenza tra parola, forma e visione.
Il pubblico, numeroso e partecipe, è stato coinvolto attivamente nel dibattito finale, testimoniando la forza inclusiva di un evento capace di trasformare l’ascolto in azione, nel segno della libertà creativa e dell’immaginazione come strumento di emancipazione.
Una serata simbolo del Manifesto di Arte Contemporanea – L’intero evento si è inserito all’interno del più ampio percorso avviato da Cesare Catania con il suo “Manifesto di Arte Contemporanea”, documento redatto nel 2024 come estensione del Progetto dell’Abbraccio, nel quale l’artista definisce i principi dell’Arte Democratica: un’arte accessibile, inclusiva, tecnologica, ma sempre profondamente umana.
L’abbraccio – inteso non solo come gesto ma come filosofia – è divenuto in questa serata forma concreta attraverso l’incontro tra cittadini, artisti, istituzioni e imprese. Una serata che ha connesso la pietra antica della Fortezza Nuova con l’innovazione digitale, il pensiero poetico con la struttura ingegneristica, l’arte visiva con la visione sociale.
Le voci della curatela e della tecnica – La serata è stata supportata da Galleria Fidanda, realtà nuova e dinamica nel contesto artistico della città. “Questa serata è un abbraccio culturale e simbolico. Una riflessione sull’arte come linguaggio che accoglie, costruisce e connette. È per noi motivo di orgoglio collaborare con un artista come Cesare Catania, la cui coerenza etica e formale si riflette in ogni sua opera”. Queste le parole dei galleristi livornesi Giacomo Fidanzi e Andrea Giomi.
Dal punto di vista tecnico, la realizzazione della scultura è stata resa possibile grazie alla collaborazione con SCC – Società Costruzioni Capannoni, azienda piemontese specializzata in strutture complesse. “Abbiamo scelto di sostenere questo progetto perché rappresenta esattamente il punto d’incontro tra tecnologia, architettura e valore umano. Collaborare con Cesare Catania è per noi un atto culturale oltre che tecnico”, ha dichiarato la direzione SCC.
Una Fortezza tutta nuova
Voluta dai Medici alla fine del ‘500, Fortezza Nuova è il polmone verde del centro storico livornese. Icona del quartiere Venezia, spicca come un’isola fortificata, circondata dal Fosso Reale. 44 mila metri quadrati di parco pubblico, disseminato di locali completamente restaurati, ospitano tutto l’anno eventi artistici, didattici, scientifici. La città si riappropria di uno spazio nevralgico grazie a un progetto di riqualificazione, destinato a restituire un gioiello dal valore straordinario. Una realtà tutta nuova per condividere, in modo sano, natura, bellezza e cultura di un simbolo del territorio.
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