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Cinque domande a Brando De Sica in vista di “Mimì – Il principe delle tenebre” ai 4 Mori

Domenica 11 Febbraio 2024 — 09:34

Foto gentilmente concessa dall'ufficio stampa di De Sica a cura di Gioele Vettraino

Il regista figlio d'arte, lunedì 12 febbraio alle 21 sarà al Cinema Teatro 4 Mori per introdurre personalmente la sua prima produzione. "Livorno mi piace moltissimo, è una città in cui capito tante volte"

di Giulia Bellaveglia

Definirlo figlio d’arte è poco. Suo nonno è stato il grande Vittorio De Sica, il suo papà è il super Christian De Sica e, come se non bastasse, suo zio è il mitico Carlo Verdone. Stiamo parlando di Brando De Sica che, a poco più di 40 anni, debutta con il suo primo film in qualità di regista dal titolo “Mimì – Il principe delle tenebre”, un horror-fantastico che lo stesso autore sarà a presentare personalmente in sala (grazie alla collaborazione con il FIPILI Horror Festival e intervistato da Michele Innocenti) in occasione della proiezione al Cinema Teatro 4 Mori lunedì 12 febbraio alle 21

La trama: Mimì è un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire in un mondo cinico e violento. 

QuiLivorno.it l’ha raggiunto telefonicamente per chiedergli qualche curiosità prima dell’incontro. 

De Sica, conosce Livorno? C’è mai stato?

“Certo! E mi piace moltissimo. Tra l’altro i miei genitori hanno una casa vicino Lucca, quindi spesso ci muoviamo in Versilia, e anche Livorno è una città in cui capitiamo molte volte. E poi io ho sangue toscano, perché mio nonno Mario Verdone, anche se i suoi avi erano napoletani, è nato a Siena. La Toscana è una regione che amo moltissimo e quando posso mi ci rifugio”. 

Parliamo del film che verrà a presentare. “Mimì – Il principe delle tenebre” è la sua prima produzione in qualità di regista senza l’aiuto di nessun altro. Che effetto le ha fatto?

400;”>“È andata benissimo, ma è stato difficilissimo. La realizzazione è stata una gioia immensa, soprattutto perché avrei dovuto girarlo sette anni fa, ma ebbi dei problemi con la produzione precedente. Fu un momento molto difficile. Mio padre mi chiese di dirigere “Amici come prima” e “Sono solo fantasmi” scritti da lui, avrei potuto accettare e visti i risultati mi sarebbe anche cambiata la vita, ma non mi sarei mai approfittato di lui in questo modo. Decisi di dare una mano tecnicamente, portando tutta la mia squadra, ma niente di più. In definitiva mi presi le responsabilità, ma non gli onori. Ho preferito aspettare per dirigere un prodotto tutto mio, dove ho avuto il controllo totale, ma soprattutto dove sono rappresentato al 100%, senza interferenze di altri”.

La pellicola è un horror-fantastico. Perché? È un appassionato di questo genere?

“Assolutamente sì. Ho scoperto il cinema con l’horror. I primi due film che ho visto in vita mia sono stati “Dracula il vampiro” di Terence Fisher e “La notte dei morti viventi” di George Romero”. Ero piccolissimo e mi affezionai alla figura di Dracula. I miei in realtà non erano d’accordo, perché pensavano che mi facessero paura, ma poi ebbi la meglio e scoprii questa mia grande passione. Gli horror, molti dei quali visti di nascosto, sono stati i miei cartoni animati. E questo film rispecchia in pieno le linee guida della mia crescita cinematografica”.

Cosa ha comportato nella sua carriera essere figlio d’arte? È un vantaggio o uno svantaggio?

Io in realtà ho avuto solo svantaggi dalla mia situazione. Non esiste che mio padre mi scriva un film e mi dia i soldi per farlo. In questo mestiere non ci sono trucchi o segreti, devi farti il mazzo. E in Italia, se sei figlio d’arte, sei sempre visto con sospetto. Questa è una professione dove le raccomandazioni funzionano fino ad un certo punto. Il mio è stato un percorso lungo ma onesto, ecco perché esordisco a 40 anni. Che poi è la stessa età di mio nonno Vittorio quando girò il primo film, quindi”.  

Perché i livornesi dovrebbero venire a vedere il suo film?

“Perché posso assicurarli che è un buon prodotto. E poi se non li piace, li rimborso il biglietto – ride ndr -. È chiaro che deve piacere l’horror, anche se qui si tratta di un horror poco convenzionale, quindi interessante anche per questo”.

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