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Domenica la “Quattordicesima serata Fattori”

Giovedì 9 Gennaio 2025 — 08:58

Giovanni Fattori 200 anni. L’ “arte” e la “vita” nella Macchia e nel Novecento letterario e filosofico di Thomas Mann e di Heidegger. Museo Fattori – Livorno – Sala degli Specchi domenica 12 gennaio 2025 – ore 16,30, ingresso gratuito

Giovanni Fattori 200 anni. L’ “arte” e la “vita” nella Macchia e nel Novecento letterario e filosofico di Thomas Mann e di Heidegger. Museo Fattori – Livorno – Sala degli Specchi domenica 12 gennaio 2025 – ore 16,30, ingresso gratuito.

Inno d’Italia esecuzione Natalia Valli Saluto del Presidente del Comitato del Risorgimento; Cecilia Gambacciani Rievocazione storico-poetica; Pier Fernando Giorgetti – Maria Grazia Bruciati Il Museo Fattori come unità delle arti: pittura, poesia, musica   Romanza “Terrazza Mascagni” libretto di Pier Fernando Giorgetti – musica di Natalia Valli esecuzione: Natalia Valli e Rebecca Salluzzi. “Un bel dì vedremo” – “Butterfly” – Giacomo Puccini, canta e suona: Natalia Valli.

La XIV “Serata Fattori” di domenica 12 gennaio 2025 si propone una precisa prospettiva di rievocazione artistica e culturale del significato della “macchia”, nel duecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Fattori.

Fin dal 2019, il Comitato livornese per il Risorgimento, nei suoi spettacoli nella splendida Sala degli Specchi di Villa Mimbelli, ha interpretato il valore storico della “macchia”, della figura di Fattori e del Museo a lui de- dicato, come richiamo ad una unità delle arti – pittura, narrazione, poesia, musica –. Tale unità, ma con un obiettivo finale esattamente antitetico, è certamente un richiamo al tema dell’“opera d’arte completa”, che, nell’unità di Ton-Wort-Drama – musica, libretto, azione scenica – proprio negli anni della nascita della “macchia”, Wagner lanciò come guanto di sfida estetico e musicale all’Europa del tempo. La inedita Romanza “Terrazza Mascagni”, nel pentagramma della compositrice Natalia Valli, dialoga in musica con l’intu- izione dell’arte e della vita, che, in pittura, è espressa dai quadri di Fattori.

Al tempo stesso, il libretto e le altre poesie altrettanto inedite – inserite nel copione della XIV Serata Fattori – traducono le vibrazioni pittoriche dei quadri di Fattori in alate e struggenti elegie.

Nel bicentenario della nascita di Fattori, è giusto rilevare – come sottolineò Giovanni Spadolini – che la sua figura storica ed artistica vive e si colloca in un contesto italiano, e soprattutto europeo, grazie alle sue radici nella storia della natia Livorno. Fattori è caratterizzato dall’essenzialità della sua origine livornese, ponendosi come erede della Livorno medicea della Fortezza Nuova e delle Leggi Livornine, che facevano di Livorno una “patria delle genti”. Era l’eredità del grande salotto letterario di Angelica Palli, nel livornesissimo quartiere della Venezia, ove Fattori si formò e dal quale – come tanto sottolineò Dario Durbé – stabilì contatti con uno splendido gruppo livornese-fiorentino, nel quale brillavano anche altre figure femminili, che leggevano la “nazione” e la “patria” del Risorgimento in chiave di libertà universale e di fratellanza fra tutti i popoli, in ascolto della musica di Rossini ed in letture appassionate di Foscolo, Pellico, Manzoni, Guerrazzi, Hugo, Schiller, Byron, Scott.

Non ingannino le dichiarazioni sulla propria ignoranza, da Fattori messe avanti per tutta la vita, spingendosi talora a dire che stava proprio in quella la misteriosa forza propulsiva della sua arte: “L’arte stavami addosso senza saperlo”. In realtà, “sapeva” benissimo ciò che la sua arte voleva e poteva essere: come, di fronte alla crisi dell’impressionismo in Francia, dimostrò con fermezza, nel febbraio 1891, nella lettera “Ad un gruppo di Scolari”, che fu il suo testamento artistico di rigetto di “un’arte senza forma, né concetto” e dimentica del “rapporto di colore e di chiaroscuro”. La sua conclusione di allora – “Io amo il realismo e ve lo ho fatto amare” – ha posto la pittura della “macchia” in un dialettico, ma non studiato, grande confronto implicito, sui temi dell’arte e della vita, con il Novecento letterario di Thomas Mann e con il Novecento filosofico di Heidegger. È una grande eredità della “macchia”, non posta all’attenzione, ma tale da rendere onore ad essa e al bicentenario della nascita di Fattori.

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