Ferragosto al Museo Ebraico di via Micali
Ferragosto tra mare e cultura. Continuano le visite guidate nei siti ebraici di Livorno. Domenica 15 agosto sarà aperto il Museo Ebraico di via Micali, 21
Ferragosto tra mare e cultura. Continuano le visite guidate nei siti ebraici di Livorno. Domenica 15 agosto sarà aperto il Museo Ebraico di via Micali, 21. In ottemperanza alle misure contrastanti il Covid 19, sarà necessario il green pass e la prenotazione al 320-88.87.044. Costo della visita euro 10.
“Abbiamo scelto di stare aperti – spiegano gli organizzatori – per permettere ai turisti, che vengono sulla costa toscana, di conoscere un aspetto interessante e peculiare della storia di Livorno”.
Il museo, rappresenta il sito ebraico più antico presente a Livorno, è ospitato nella Yeshiva Marini di via Micali 21, nei saloni della Sinagoga e del matroneo. Vi si accede attraverso un piccolo e ombroso giardino interno. Ospita una vasta collezione della famosa manifattura ebraica livornese, specializzata nella lavorazione dei tessuti e del corallo. Il ricamo, era praticato dalle donne ebree, al contrario di quanto avveniva nel mondo cristiano, dove era un’attività esclusivamente maschile, che lo esercitavano dopo l’iscrizione alla relativa corporazione. Le donne ebree livornesi, invece, erano esperte ricamatrici, sempre informate sulla moda del tempo, che seguivano attraverso i famosi repertori pubblicati, soprattutto a Venezia. L’industria del corallo era sicuramente, quella più fiorente, tanto che se qualcuno veniva sorpreso a commerciare corallo falso veniva allontanato dalla città. Nella parte leggermente rialzata della Sinagoga è collocato un armadio in legno dorato, lavorato a ghirlande, girali fitomorfe, monete, testimonianza della prima Sinagoga di Livorno, situata nell’antica via Ferdinanda.
Il museo, ospita, da poco una copia delle famose Lettere patenti firmata dal Granduca Ferdinando: una scoperta abbastanza recente di Guido Servi, curatore del museo. Un manoscritto sorprendente che si basa su affermazioni e non divieti, che racchiude lo spirito di una nascente città, che si stava candidando a divenire uno dei porti cardine del Mediterraneo e il rifugio, l’oasi felice dei criptoebrei, i marrani.
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