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Le Notti di Mosca, spionaggio e amore nel nuovo libro di Enrico Franceschini

Sabato 10 Maggio 2025 — 11:24

Nel pomeriggio di mercoledì 14, alle 17,30 con introduzione di Carlo Neri, nella sala ottocentesca della villa Fabbricotti, Franceschini incontra il pubblico per presentare il suo ultimo romanzo Le Notti di Mosca, pubblicato da Baldini+Castoldi a inizio febbraio scorso. Le Notti di Mosca è una spy story, ma anche una storia d’amore e coraggio, ambientata tra Londra e la Cecenia all’epoca del primo conflitto con la Russia

Torna in città, precisamente alla Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti, Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica e autore di romanzi, una presenza ormai nota a Livorno da diversi anni per la partecipazione al Festival Letterario LeggerMente, che si svolge ormai dal 2019 nei mesi estivi a cura di Itinera Coop e Comune di Livorno. Nel pomeriggio di mercoledì 14 alle 17,30 nella sala ottocentesca della villa Fabbricotti, Franceschini incontra il pubblico per presentare il suo ultimo romanzo Le Notti di Mosca, pubblicato da Baldini+Castoldi a inizio febbraio scorso. Dopo un tour già avviato di presentazione nelle maggiori città italiane, in questi giorni di primavera la tappa è Livorno. Introduce l’evento Carlo Neri.

Le Notti di Mosca è una spy story, ma anche una storia d’amore e coraggio, ambientata tra Londra e la Cecenia all’epoca del primo conflitto con la Russia. Dalla Cecenia, luogo principale della storia e teatro dell’evento tragico che dà inizio a tutta la narrazione, lo scenario si sposta nei quartieri degli oligarchi russi di Londra e ancora in altre parti d’Europa. Il ritmo incalzante, il taglio giornalistico fluido e puntuale, rendono veloce la lettura, arricchita da indicazioni storico-politiche, curiosità sul popolo ceceno e la loro terra e in genere sulla complicata vicenda in quella parte di mondo, francamente poco conosciuta per tutti noi. Ecco che il mondo delle spie, attraverso le vicende di uno dei protagonisti, è bene illustrato da Franceschini, frutto degli anni di carriera da inviato per Repubblica in città come Londra, Gerusalemme e Mosca, dove ha intervistato tra gli altri anche il capo del Kgb. Spie dell’MI6, giornalisti, mogli e figli intrecciano i loro destini in una climax degno di Le Carrè, ogni personaggio tiene un filo del racconto, ha la sua missione da svolgere e concludere in una resa dei conti provvidenziale quanto inaspettata. Ma tutte le figure in qualche modo fanno da coro alla vera eroina del racconto, Selina. Giovane cecena, nel pieno della sua vita di madre e moglie, deve affrontare un dolore più grande di lei, pari solo all’amore per la sua famiglia. Selina che è frutto della fantasia, esiste nella misura in cui riveste la tragedia di altre donne che, allo stesso modo sono state private degli affetti più cari e sacri. La tragedia tutta reale delle terre cecene si specchiano oggi in quella dell’Ucraina e lo stesso presidente russo torna ad aggredire terre ‘fraterne’. Franceschini allora lungo tutta la narrazione ci racconta chi è il presidente russo aggressore,  gli cambia nome, ma tutti lo riconosciamo come Vladimir Putin. Leggiamo le sue parole, seguiamo i suoi momenti privati e pubblici in modo cosi chiaro che poi l’autore ci porta verso un finale totalmente inaspettato, alternativo e probabilmente auspicato nella libertà più totale che solo l’arte del romanzo può regalare.

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