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“L’effetto-Grande Jatte” in Italia. Conferenza di Dario Matteoni

Martedì 4 Giugno 2019 — 16:21

In onda sabato 8 giugno alle 11, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, la conferenza di Dario Matteoni, storico dell’arte e direttore dell’Accademia di Belle Arti “Alma Artis”, Pisa, “L’effetto-Grande Jatte”  in Italia

In onda sabato 8 giugno alle 11, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (via Umberto I, 63 Collesalvetti), la conferenza di Dario Matteoni, storico dell’arte e direttore dell’Accademia di Belle Arti “Alma Artis”, Pisa, “L’effetto-Grande Jatte”  in Italia. Il neoimpressionismo secondo Vittore Grubicy, 5° e ultima puntata del Calendario Culturale/Primavera 2019, dal titolo “Geografie del Divisionismo tra la Toscana e l’Europa”, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra Adriano Baracchini-Caputi 1883-1968. La musica del divisionismo al tempo di Vittore Grubicy (fino al 13 giugno 2019, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30).

Con questo Calendario la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini si colloca tra le istituzioni culturali più sensibili alla promozione del Divisionismo italiano, con l’obiettivo di restituirne non soltanto le tangenze con i principali movimenti europei intitolati alla più sensazionale rivoluzione luminosa tra Ottocento e Novecento, in primis l’Impressionismo e il Neoimpressionismo, ma anche di sondarne con rigore filologico e lungimiranza storiografica gli echi di quella stagione di radicamento in Toscana che coincise con la parabola artistica di tanti pionieristici quanto isolati sognatori della tecnica divisionista, una significativa congerie dei quali si impose nella Livorno primonovecentesca pervasa dal verbo di Vittore Grubicy de Dragon.

Attraverso le tappe di tale calendario si sono infatti fuse egregiamente le sorti eterogenee di tanti artisti dimenticati del nostro territorio con l’ascesa fulminante di alcuni artisti di fama mondiale, consentendo per il pubblico un piacevole e suggestivo slalom tra capolavori e scoperte, che ha reso più facilmente accessibile la valorizzazione e al contempo la storicizzazione di una personalità preziosa, quanto dimenticata, quale quella di Adriano Baracchini-Caputi.

Si è inteso in extremis puntare il cannocchiale sul rapporto tra neoimpressionismo belga e divisionismo italiano, per incoronare il paradigmatico ruolo di Grubicy che, a partire dal 1887, data in cui venne esposto a Bruxelles il quadro-manifesto della stagione neoimpressionista, Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte, comprende il fascino rivoluzionario della proposta seuratiana.

Instradato nella Bruxelles di Octave Maus ai fermenti dell’avanguardia pointilliste, il milanese conobbe personalmente forse solo le opere di Théo van Rysselberghe, tra i più celebri soci fondatori dei “XX”, che, convertitosi immediatamente all’innovativo procedimento luminoso di Seurat a seguito della scoperta in Francia de La Grande Jatte, ne diviene l’apostolo più fervente in Belgio, fino ad adoperarsi per farla pervenire a Bruxelles nel 1887.

Attento lettore de “L’Art Moderne” Vittore scriverà a Maus tra l’altro per ricevere informazioni sul trattato di Ogden Rood, ma finirà con l’elaborare una tecnica divisionista agli antipodi rispetto all’editto puntinista.

Non è un caso che il vero terreno di incontro tra Maus e Vittore sia quella Libre Esthétique, destinata a consacrare una miscela vincente di impressionismo e simbolismo, votata all’internazionalità più assoluta.

A conclusione del Calendario Culturale/Primavera 2019, dal titolo “Geografie del Divisionismo tra la Toscana e l’Europa”, giovedì 13 giugno 2019 (ore 15.30-18.30), data del finissage della mostra Adriano Baracchini-Caputi 1883-1968. La musica del divisionismo al tempo di Vittore Grubicy, promossa da Fondazione Livorno, Fondazione Livorno Arte e Cultura, Comune di Collesalvetti, nell’anno delle celebrazioni per Leonardo da Vinci, sarà possibile fruire del 2° e ultimo Percorso Sprint, ideato e curato da Francesca Cagianelli

Grazie a tale percorso, ritagliato per visitatori singoli e piccoli gruppi, il pubblico potrà fruire con maggiore rapidità di adeguati strumenti didattici funzionali alla comprensione del percorso espositivo della mostra, esemplificato attraverso cinque dipinti ritenuti fondamentali nella carriera artistica di Adriano Baracchini-Caputi: Viene primavera, 1910 (olio su tela, cm 80×100); Sinfonia crepuscolare, 1913 ca. (olio su tela, cm 70×90); Apuane all’alba, 1921 ca. (olio su tela, cm 81,5×100); Sera d’autunno sul Lungomare, 1921 ca. (olio su tela, cm 40×51,5); L’arpa, 1922 (olio su tela, cm 45×35).

Dalla formazione nell’ambito della Scuola di Micheli, alla frequentazione del Caffè Bardi, dall’alunnato epistolare con Vittore Grubicy de Dragon alla riflessione sui capisaldi del divisionismo italiano, dalla produzione paesaggistica all’elaborazione di un’iconografia densa di motivazioni spirituali, la personalità di Adriano Baracchini-Caputi sarà quindi sintetizzata in 25 minuti.

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