Modigliani ebreo livornese, il convegno al Museo di via Roma
A 100 anni dalla scomparsa di Modigliani, il 22 e 23 gennaio si riuniranno al Museo di Storia Naturale (via Roma, 234), studiosi e ricercatori di prestigiose università e istituti di ricerca d'Italia, Francia, Israele ed Usa
“In tanti finora hanno pensato che Amedeo Modigliani fosse un livornese per sbaglio, nato qui, ma diventato genio grazie a Parigi. Così come si è sempre poco riflettuto sul fatto che fosse ebreo. In realtà Modigliani era un livornese e un livornese ebreo quintessenziale. Diventato quello che è diventato anche grazie alla sua formazione di ebreo nella comunità ebraica livornese e più in generale nella comunità di Livorno, che ha una storia unica e particolare, un passato di città moderna, cosmopolita, crocevia di genti e culture diverse”.
Ed è per questo che, ha spiegato in una conferenza stampa l’assessore alla Cultura Simone Lenzi, per coronare un lavoro partito con la mostra al Museo della Città Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre (in corso fino al 16 febbraio), il Comune di Livorno organizza un convegno internazionale dal titolo emblematico: “Modigliani ebreo livornese. Storia familiare e formazione di un genio”.
A 100 anni dalla scomparsa di Modigliani, il 22 e 23 gennaio prossimi si riuniranno a Livorno, al Museo di Storia Naturale (via Roma, 234), studiosi e ricercatori di prestigiose università e istituti di ricerca d’Italia, Francia, Israele ed Usa (clicca sul link al pdf in fondo all’articolo per consultare il programma completo del convegno).
I nomi sono quelli di Ariel Toaff, Dora Liscia, Marc Restellini, Asher Salah, David Meghnagi, Furio Aharon Biagini, Clémence Boulouque, con contributi del genealogista livornese Matteo Giunti, del collezionista di foto dell’800 livornese Mario di Chiara, della docente del liceo classico Maria Antonietta Monaco che ha ritrovato le pagelle scolastiche di Amedeo Modigliani. Previsto anche un intervento musicale di Giada Liscia Garrison e Roberto Sbolci.
Ideato dall’assessore Lenzi insieme a Marc Restellini, il convegno ha la cura scientifica di Paolo Edoardo (Pardo) Fornaciari, dottore di ricerca all’UniSalento ma, soprattutto, grande conoscitore e appassionato di bagitto, il dialetto giudeo-italiano utilizzato dagli Ebrei in Italia e in Toscana in senso lato e in senso stretto dalla comunità di Livorno.
“Non solo vogliamo che la città di Livorno si riappacifichi con questa figura straordinaria, cosa non avvenuta nel 1984 per il centenario della nascita – ha aggiunto Lenzi – ma desideriamo rovesciare un paradigma. E’ evidente che la scelta di Modigliani di partire per la Ville Lumiere sia stata fondamentale, era la città dove “le cose succedevano”. Però è stato a Livorno, dove è cresciuto in una famiglia ebrea colta e cosmopolita, che ha sviluppato delle conoscenze e competenze che, unite ovviamente al suo personale talento, gli hanno consentito di “sfondare a Parigi”, di diventare il genio Modì”.
Estremizzando, come ha detto Pardo Fornaciari, “vogliamo anche riflettere sul fatto che non fu solo Parigi a influenzare Modigliani, chiediamoci al contrario quanto Modigliani, con la sua visione del mondo costruita a Livorno, abbia contribuito alla formazione di altri artisti di Montparnasse, in primis il suo amico Soutine, che, non dimentichiamolo, erano tutti ebrei. Se non fosse andato a Parigi quell’ebreo livornese, gli altri artisti di Montparnasse sarebbero diventati quelli che sono diventati?”.
Info: 22-23 gennaio 2020; Museo di Storia Naturale (via Roma 234). Ingresso libero fino a esaurimento posti (180). Orario 10-13 e 15.30-18. Tel: 0586-808.001.
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