Umile e alta, tre voci di donna leggono la Commedia dantesca al Museo della Città
L'Associazione Culturale RadiceAr di Livorno presenta Umile e alta, lettura polifonica della Divina Commedia. Le tre attrici protagoniste sono Letizia Colonnacchi, Niki Mazziotta, Maria Torrigiani
Venerdì 29 aprile alle 18,30, nei locali del Museo della Città della ex Chiesa di San Giuseppe al Luogo Pio, a Livorno, l’Associazione Culturale RadiceAr di Livorno presenta Umile e alta, lettura polifonica della Divina Commedia, per il progetto Dante in città realizzato con Fondazione Livorno e con patrocinio e partenariato del Comune di Livorno. Tre voci, tre attrici cantanti – Letizia Colonnacchi, Niki Mazziotta, Maria Torrigiani – leggono i Canti V e XIII dell’Inferno – Paolo e Francesca e Pier della Vigna -, il V del Purgatorio, dove Dante incontra Jacopo del Cassero e Buonconte da Montefeltro e che si chiude con la sommessa preghiera della Tolomei al Poeta – ricorditi di me, che son la Pia -; infine, dal XXXIII del Paradiso, si legge l’invocazione di San Bernardo alla Madonna – Vergine Madre, figlia del tuo figlio… -, versi di forte densità teologica ma che suonano anche appassionata professione di fede. La lettura dell’endecasillabo e della terzina dantesca, che da alcuni anni andiamo facendo – così Gregorio Bottonelli, ideatore e curatore del progetto nonché regista della performance – si origina da una ricerca filologica sul metro, sul ritmo e sulla musicalità del verso.
Dante, come ogni altro “intellettuale” del suo tempo, era anche musicista e questa scientia si riconosce evidente nel suo comporre versi, nel suo incatenare terzine. Un verseggiare che Dante costruisce ex novo, di fatto inventando la nuova poesia italiana, nuova perché non più basata sul concetto del piede della poesia latina, ma radicata su sillabe e accenti, tipici del parlare e della prosa volgare. Quando nella lettura del verso dantesco si sottolinea il peso degli accenti, il ritmo, il respiro sincopato che scaturisce da artifici sintattici, che rompono il naturale respiro del discorso – prosegue Bottonelli – ecco che fiorisce potente la musica della parola.
Così Bottonelli cura questa lettura polifonica a tre voci, quando all’unisono, quando a canone, quando a responsorio, quando, a tratti, con cadenze solistiche. Affrontare il testo, fondandosi sulla puntualizzazione filologica dell’elemento musicale del verso – conclude il regista – dona alla lettura un’insospettata potenza evocativa, rende la narrazione dantesca viva e presente, dinamica, ne mette in luce la forza drammaturgica e, a non pochi momenti, il carattere teatrale e perfino cinematografico della narrazione. Tra una lettura e l’altra frammenti di alcuni canti introducono o commentano i versi di Dante: una canzone d’amore armena, Hastayim, dalla melodia dolorosa e inquietante, un canto popolare, Le dodici parole della verità, di origine ebraica ma diffuso ben oltre i confini di quella cultura, una ninna toscana di tradizione popolare. L’ingresso libero, fino a esaurimento dei posti sarà consentito con GreenPass e mascherina FFP2. Le Redazioni sono invitate a intervenire.
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