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Vernacolo, al Teatro 4 Mori “La ‘ontessa sur’ pisello”

Lunedì 10 Marzo 2025 — 09:56

Domenica 16 marzo al Teatro 4 Mori, andrà in scena la prima della commedia in vernacolo Livornese, "La 'ontessa sur' pisello"

Domenica 16 marzo al Teatro 4 Mori, andrà in scena la prima della commedia in vernacolo Livornese, “La ‘ontessa sur’ pisello”. A portarla in scena gran parte degli attori della compagnia Teatrale, La Carovana, in collaborazione con le Compagnie Riunite Livornesi. Un’opera scritta da Angelo Menapace, ma diretta da un altro scrittore labronico di vernacolo, Alessio Nencioni. Ed è proprio direttamente dalle parole di Alessio, che vorremmo iniziare, per conoscere un po’ di più su questo nuovo lavoro.

Buongiorno Alessio, ci siamo quasi. Domenica 16 marzo, alle 16, tu e la tua compagnia, metterete in scena questa nuova commedia dal titolo che è tutto un programma. Scritta non da te, come di solito ci hai abituato, ma da Angelo Menapace. Raccontaci come nasce questa nuova commedia e di cosa si tratta.
“Si esatto, “La ‘ontessa sur’ pisello” non l’ho scritta io, ma Angelo Menapace, che è il vicepresidente della compagnia, ed è un emergente scrittore vernacolare, e devo ammettere, che oltre ad essere un bravo attore, inquanto è una maschera vernacolare, ha scritto una commedia molto carina. Non è la prima volta, che Angelo scrive una commedia, nel nostro repertorio continuiamo a portare in scena, anche la prima commedia che ha scritto: Ir’ Badante di tu ma’, una commedia molto divertente e che riscuote sempre un incredibile interesse e successo. A dire il vero, anche io avevo scritto una commedia con un titolo simile, alla ‘ontessa, ma non lo sapeva nessuno, poi quando Angelo mi portò il brogliaccio di questa commedia, gli ho riservato il diritto di passo, visto che la commedia che mi aveva presentato, era davvero molto interessante. Così abbiamo deciso di inserirla nel cartellone del 4 mori nella stagione 2025 dove, appunto debutterà, domenica 16 marzo alle ore 16″.
Sappiamo che non sarà solo il debutto di una nuova commedia, ma che in quest’occasione sarà impreziosita da un gesto talmente nobile che la incoronerà come simbolo di solidarietà.
“Sì, esatto. La commedia sarebbe stata rappresentata comunque, perché era stata inserita nel cartellone del teatro, poi strada facendo, si è presentata una necessità veramente importante, che mi ha portato a fare delle scelte diverse da come erano partite. Per questo, devo ringraziare pubblicamente, la sensibilità della direttrice del teatro, Serena Cassarri che, capita l’importanza della mia scelta, non ha esitato a lasciarmi trasformare quella che era una serata normale, in una serata di beneficenza e solidarietà. Non è la prima volta che facciamo qualcosa nella solidarietà, la nostra compagnia spesso, si è messa a disposizione delle persone che vivono una condizione di sofferenza, e tutti quanti noi, pensiamo che il dono che ci è stato regalato, della recitazione, debba essere anche spartito con chi ne ha bisogno. Naturalmente non possiamo farlo sempre, perché per poter dare qualcosa di veramente concreto, bisogna investire e trovare le forze di aiuto, per abbattere i costi che comunque uno spettacolo ha, ma in questa occasione, la richiesta di poter fare un qualcosa, per chi non ha la fortuna di essere sereno, e vivere una vita quantomeno “normale”, ci è arrivata da dentro la compagnia stessa facendoci vivere in prima persona, il dramma, le preoccupazioni ed il dolore che condividiamo con tutta la famiglia. Quindi, con molta naturalezza, la compagnia si è messa a completa disposizione, per porgere la mano ad una associazione, che opera nell’ambito medico, e più nello specifico, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Livorno. L’ARTAL, questo il nome, Associazione Amici Anestesia Rianimazione e Terapia Antalgica di Livorno. L’Associazione si propone di promuovere il miglioramento costante della qualità delle cure dei malati intensivi e con malattie neurovegetative, individuando le necessità di innovazioni strutturali ed investendo nella formazione continua medico-infermieristica.  L’associazione s’impegna a promuovere i processi necessari per garantire cure centrate sulla persona, favorendo percorsi di comunicazione e sostegno dei pazienti e dei loro familiari in ambito intra ed extra-ospedaliero, valorizzando i progetti territoriali già presenti. Una vita “normale” non ti fa pensare mai, che dentro quel reparto, ci sono persone che lottano per la vita. Troppe volte facciamo finta, che tutto quello, non ci appartiene. Non ci appartiene fino a che non lo viviamo in prima persona, solo allora ci rendiamo conto che esiste anche quel mondo, un mondo dove medici, infermieri, malati, familiari, amici combattono per la vita tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti. Per questo penso, che possiamo regalare un sorriso in una giornata buia, due ore di spensieratezza e di speranza. Non sarà solo un semplice spettacolo, sarà una goccia d’acqua in un oceano, che potrà dare speranza e vita”.

Hai reso perfettamente chiaro che spettacolo vedrà il pubblico in sala. Questa commedia sarà uno spettacolo divertente, ed allo stesso tempo, uno spettacolo che darà gioia dentro l’anima per il gesto nobile per cui è indirizzato. So che gli hai voluto dare un valore aggiunto.
“Ho deciso che, l’occasione era buona, per ricordare l’evento facendo riprendere l’intera commedia, da Tele Granducato TV. Questo per due motivi molto importanti. Il primo motivo, è sicuramente riprenderla in modo e maniera che tutte le volte che verrà data in tv, ci ricordi che dobbiamo sempre porgere una mano a chi ne ha bisogno, il secondo è per continuare una tradizione, tramandata da Giuseppe Pancaccini, di poter far rivedere le commedie in vernacolo Livornese di tanto in tanto, anche in televisione. Per questo, abbiamo iniziato una collaborazione, con Tele Granducato, al fine di continuare a far vedere commedie in vernacolo Livornese, anche a chi in teatro, per vari motivi, non può venire, in questa maniera le commedie e come se gliele portassimo a casa”

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