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Aci. Emergenza viale Italia: progetto rotatorie inutile, servono semafori “smart”

Mercoledì 18 Luglio 2018 — 17:31

di Giacomo Niccolini

In generale, prima di affrettarsi nella definizione di una strada come ‘pericolosa’ per le proprie caratteristiche morfologiche, dovremmo analizzarne tutti gli aspetti nel loro complesso.

Primo fattore tra tutti da prendere in considerazione, dovrebbe essere la pressione veicolare alla quale la strada in questione viene costantemente sottoposta. Per spostarsi da sud a nord e viceversa, automobilisti e centauri a Livorno hanno soltanto tre direttrici tra le quali poter scegliere: viale Italia, il tratto della vecchia via Aurelia oppure la variante Aurelia. Il viale Italia è la vera strada a penetrazione urbana, raccoglie tutta l’utenza residente a sud che intende raggiungere il centro della città; la vecchia via Aurelia che conduce alla zona artigianale e dove trova insediamento la piccola industria dell’area nord della città; la Variante invece ha la vocazione ad essere usata per spostamenti più consistenti in termini di chilometraggio, magari verso Pisa o comunque verso la zona nord periferica come Stagno e l’Arnaccio.

Sul viale Italia si riversa il 40 % circa del traffico giornaliero. Un tipo di traffico variegato, costituito in parte da cittadini non particolarmente indaffarati che si dirigono sul lungomare per trascorrere del tempo libero all’aria aperta e, dall’altro lato, invece da utenza in affanno per raggiungere il posto di lavoro, dovendo mettere in conto anche il tempo da dedicare al reperimento dello stallo dove parcheggiare l’auto.

Al cospetto di un’utenza tanto presente quanto variegata, non si può pensare quindi di riversare su un unico capro espiatorio l’intera colpa dei numerosi incidenti verificatisi anche negli ultimi giorni lungo questo tratto. Al contrario, si devono prendere in seria considerazione tutti i parametri esterni che concorrono a rendere potenzialmente pericolosa una strada. Sicuramente, a creare tali rischi concreti contribuisce il sin troppo sovente eccesso di velocità: il comportamento degli automobilisti che sforano i limiti previsti dalla segnaletica va quindi fortemente condannato e, al fine di evitare queste trasgressioni, dobbiamo utilizzare qualsiasi strumento attualmente a disposizione. Dai dissuasori, con caratteristiche specifiche previste dalla Legge a un’indispensabile, sana azione repressiva: i mezzi tecnici oggi esistenti (telelaser, autovelox mobile, ecc.) consentono agevolmente interventi di questo tipo.

Tale effetto deterrente però non si può certo ottenere dalle rotatorie messe attualmente in progetto dall’Amministrazione Comunale: tra quella prevista sulla carta all’altezza di Barriera Margherita e la successiva, prevista in via dei Pensieri, resterebbe infatti tecnicamente tutto lo spazio al potenziale trasgressore per riprendere sin troppa velocità. Lo stesso dicasi tra quella che dovrebbe sorgere nel tratto di carreggiata antistante la Baracchina Bianca e quella di Barriera Margherita.

Decisamente più efficace e educativa sarebbe invece l’apposizione di semafori cosiddetti ‘intelligenti’, già utilizzati con successo lungo le strade di Francia e Spagna. Per una verifica del buon funzionamento di questo metodo, si potrebbe cominciare a sperimentare modificando e controllando quelli già presenti in via Zola, in viale Alfieri e in piazza Mazzini.

La tipologia di semaforo in questione farebbe scattare la lanterna rossa allo sforamento dei limiti di velocità, che possono essere variati a seconda delle particolari necessità. I semafori andrebbero posizionati in prossimità degli attraversamenti pedonali e, ovviamente, dovrebbero essere del tipo ‘on demand’, vale a dire attivabili su richiesta con un bottone da parte del pedone. Quindi quest’ultimo potrebbe attraversare in tutta sicurezza. Questa regolamentazione della velocità presenta il vantaggio di rallentare concretamente l’andatura delle auto: non trascorrerà molto tempo prima che il guidatore si accorga, puntualmente, che il tempo guadagnato a sforare i limiti viene dissipato dall’immediato obbligo di fermata imposto dal semaforo, da lui stesso azionato con la condotta di guida poco virtuosa.

E’ necessario poi sfatare la leggendaria certezza che la colpa sia sempre e soltanto dell’automobilista. Il nostro Ente non difende coloro che non si attengono alle norme imposte dal Codice della Strada e dal buon senso ma da anni chiede pubblicamente che tutti gli utenti della strada rispettino tali norme. La cattiva abitudine di attraversare le strade sulle strisce inforcando la bicicletta o quella dei pedoni che di frequente attraversano senza guardare distratti dall’uso del telefono cellulare sono due esempi lampanti di pratiche da evitare.

Semafori ‘smart’ e educazione stradale sanzionatoria, equa sia per gli automobilisti, sia per i pedoni e per le biciclette. Solo così si promuove una maggiore sicurezza, non certo con delle semplici rotatorie messe in fila una dopo l’altra.

Riccardo Heusch e Virgilio Marcucci, presidenti Commissione Traffico e Mobilità / Tutela Diritti Automobilisti AC Livorno 

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