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Brigate di Solidarietà Attiva: pronti a donare le stazioni di monitoraggio per i corsi d’acqua

Martedì 19 Novembre 2019 — 12:03

Come Brigate di Solidarietà Attiva esprimiamo seria preoccupazione per la situazione idrogeologica del nostro territorio a distanza di più di due anni dall’alluvione che uccise nove persone, mettendo in ginocchio la nostra città. Le piogge cadute nelle ultime settimane hanno provocato una situazione allarmante dei corsi d’acqua in tutti i quartieri colpiti nel 2017, che ha riportato alla memoria quella tragica notte, creando panico tra i residenti. Per questo abbiamo ricevuto numerose segnalazioni dai comitati e dai singoli cittadini sui cedimenti di argini in vari punti e sul livello raggiunto dall’acqua in prossimità di ponti e abitazioni, ad evidenza di come il nostro territorio resti ancora molto fragile.

In questi due anni, i vari proclami, cronoprogrammi e “buone intenzioni” da parte di tecnici e politici hanno fatto passare il messaggio, puramente mediatico, che la sicurezza del territorio sia effettivamente cambiata e migliorata ma è bastato un autunno piovoso per dimostrare che la realtà è ben diversa.
Il dibattito pubblico continua a concentrarsi  sui livelli e sui colori delle allerte meteo diramate dalla regione e le polemiche sulla chiusura o meno delle scuole o dei parchi, ma nessuno sembra occuparsi realmente di prevenzione e messa in sicurezza del territorio.

Se escludiamo alcuni interventi di somma urgenza e di “rinforzo” degli argini, avvenuti nei primi mesi del post alluvione, gli interventi di messa in sicurezza e riduzione del rischio veri e propri, che hanno già una copertura finanziaria, e per cui sono già stati allestiti i cantieri, sono soltanto quelli in zona grotta delle fate/ apparizione per quanto riguarda il Rio Ardenza , mentre per quanto riguarda il Rio Maggiore, quelli progettati ma non ancora in fase di realizzazione risultano essere lo stombamento di alcuni tratti in zona stadio e la ricostruzione del ponte di via di Salviano.
Non serve essere ingegneri per capire che, ammesso che questi interventi vengano ultimati quanto prima, come tutti ci auguriamo, non potranno certo bastare, da soli, a far dormire sonni tranquilli alle migliaia di persone che abitano in quelle zone.
Per non parlare del famoso piano di protezione civile che, nonostante le gare di appalto e gli ultimatum proclamati un po’ da tutti, continua, ad oggi, a non essere ancora stato rinnovato e revisionato.

Forse qualcuno se lo è dimenticato o forse non sente il rumore dei fiumi in piena sotto casa, riteniamo quindi che sia il caso di alzare un po’ la voce per farsi sentire nuovamente e prima che sia di nuovo troppo tardi.

Come B.S.A. siamo rimasti costantemente al fianco di comitati e cittadini alluvionati dalle prime ore di quella maledetta domenica fino ad oggi. Abbiamo deciso insieme alle decine di assemblee organizzate in questi anni che tutti i soldi da noi raccolti grazie alle donazioni arrivate da tutta Italia, dovessero essere spesi nel modo più trasparente possibile, finanziando solo progetti condivisi pubblicamente, come quello che ci ha portato, dopo quasi due anni di difficoltà burocratiche e accordi istituzionali, a rigenerare e inaugurare, restituendolo di fatto alla città il 15 settembre scorso, il parco pubblico di via Guelfi a Collinaia, che era andato distrutto nel 2017, intitolandolo proprio alle “Vittime dell’alluvione del 10 settembre”.

Con lo stesso spirito e trasparenza, grazie alla collaborazione con il Comitato Alluvionati Livorno (C.A.L.),  la sera del  5 Settembre scorso, in occasione della giornata di celebrazione del 2° anniversario presso la rotonda di Ardenza, siamo riusciti a sottoscrivere pubblicamente con il Comune di Livorno e la Regione Toscana un accordo di impegno politico da parte degli enti per donare alla città e agli enti competenti alcune stazioni automatizzate (centraline) capaci di fornire dati meteorologici, mai installate prima sui nostri corsi d’acqua, che potessero integrare i sistemi di controllo e monitoraggio multiparametrici sul rischio idraulico della protezione civile e del settore idrologico regionale.

Abbiamo riscontrato un concreto impegno da parte dell’Amministrazione Comunale, affinché questo progetto possa finalmente, dopo quasi due anni di lavoro, giungere a conclusione, nel dare un preciso indirizzo politico con la deliberazione GC 717 del 15/10/2019 “in merito all’approvazione dell’ accordo sottoscritto in data 05/09/2019 tra Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Livorno, Brigate di solidarietà attiva (B.S.A.) e comitato alluvionati di Livorno (C.A.L.), per l’installazione e la gestione della strumentazione di rilevamento dati da parte di soggetti privati”.

Non abbiamo invece, ad oggi, più ricevuto segnali dalla Regione Toscana in tal senso, nonostante le nostre numerose  richieste e sollecitazioni, formali e non, per poter dare un valore giuridico e tecnico reale a tale accordo e poter procedere quindi all’acquisto e all’installazione delle strumentazioni previste, come più volte espresso nei numerosi incontri preparatori e nel testo dell’accordo stesso.

Come B.S.A. riteniamo indispensabile che anche la Regione Toscana, firmataria dell’accordo e ente competente sulla gestione idrogeologica del territorio, proceda, attraverso un atto formale, a rispettare gli impegni precedentemente sottoscritti e che siano avviate tutte le procedure istituzionali, nelle forme giuridicamente previste, per poter rilasciare le necessarie autorizzazioni tecniche per consentirci di procedere alla messa in funzione del sistema di controllo.

In data 10 Novembre scorso, con una mail (di seguito) indirizzata a tutti i referenti politici e tecnici della Regione Toscana, Genio Civile incluso, e del Comune di Livorno, abbiamo nuovamente presentato richiesta formale ma, per quanto la situazione meteo di questi giorni ci riporti a preoccuparci nuovamente del pericolo alluvionale, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta.

Riteniamo quindi che sia necessario segnalare pubblicamente questa situazione con la speranza di poter ricevere quelle garanzie e autorizzazioni formali che ci permettano di donare alla città quanto previsto dal nostro progetto. Perché in fondo è solo questo quello che, da troppo tempo, vogliamo.
Perché l’unica grande opera che volgiamo è la messa in sicurezza dei territori. Come sempre, prima fare e poi parlare. Piegarsi giammai.

Brigate di Solidarietà Attiva

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