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Dobbiamo iscrivere i nostri figli alla primaria ma… rischiamo di essere “tagliati fuori”

Giovedì 25 Gennaio 2024 — 16:48

Volevamo portare a conoscenza dell’opinione pubblica l’annosa questione che sta levando il sonno a diverse famiglie di bambini che si trovano in procinto di dover iscrivere i loro piccoli alla Scuola Primaria. Se non si ha avuto la fortuna (perché di sola fortuna, o sorte stiamo parlando) di avere i propri bambini iscritti e frequentanti una Scuola dell’Infanzia Statale, che sia quindi adesso facente parte di un Istituto Comprensivo, si corre il serio rischio di non riuscire ad iscrivere il bambino/a in una Scuola vicina a casa (o almeno non all’altro capo della città).
Infatti da questo anno, per la prima volta da quando sono stati istituiti in città gli Istituti Comprensivi, ci troviamo di fronte al paradosso che vede i bambini, seppur iscritti ad una scuola pubblica però Comunale, tagliati fuori da qualunque Scuola Primaria Statale vicina a casa in quanto la quasi totalità degli organi deputati, i Consigli d’Istituto, hanno deliberato dei Regolamenti di Istituto, atti a premiare con un punteggio altissimo i bambini provenienti dalle Scuole D’Infanzia Statali facenti parte del comprensivo (e questo può anche essere giusto, considerando la natura degli istituti stessi) ma ha al contempo tagliato fuori tutti quei bambini che, pur avendo frequentato la Scuola pubblica ma Comunale, non hanno nessun tipo di riconoscimento. Questo sembra che sia avvenuto per premiare chi già si trova dentro all’Istituto in considerazione soprattutto dell’alto numero di richieste per le Scuole a Tempo pieno. Le scuole tempo pieno sono negli ultimi anni le più ambite dalle famiglie visti i ritmi frenetici della vita attuale, che vedono entrambi i genitori lavorare e spesso anche i nonni, e che sono comunque in numero inferiore rispetto alla domanda e quindi alla effettiva necessità dell’utenza, con l’applicazione di questi regolamenti anziché aumentare il numero delle scuole a tempo pieno, come sarebbe giusto, si trovano criteri che favoriscano una certa parte di bambini, per escludere totalmente gli altri che altro non possono fare che chiedere riduzioni orarie sul lavoro, oppure rivolgere alle scuole private.
Infine c’è da considerare che così facendo i gruppi classe provenienti dalle Scuole dell’Infanzia Comunali, composte da bambini che hanno condiviso (almeno) 3 anni di vita quotidiana, sono destinati a sciogliersi, con enorme dispiacere sia delle famiglie che soprattutto dei bambini che perderanno la quasi totalità di quelli che per loro rappresentano i propri “primi amici”.

Un gruppo di famiglie livornesi 

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