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Il parroco di Shangai: no alla chiusura della banca nel quartiere

Martedì 24 Aprile 2018 — 16:30

L’ultima decisione del banco popolare di Pisa, Lucca e Livorno, di chiudere la filiale del quartiere di Shangai è arrivata sulle spalle dell’utenza come una trave tra capo e collo. Perché il parroco della chiesa del quartiere sente il bisogno di scrivere questo? Perché la maggior parte dei residenti anziani (ma non solo), di coloro che non hanno gli strumenti o le competenze per fare tutto online come si dice oggi, trovano nella banca vicino a casa, nel contatto umano con i dipendenti un punto sicuro a cui rivolgersi, un luogo dove poter arrivare a piedi, in autonomia, con la dignità di poter sbrigare da soli delle commissioni che altrimenti richiedono l’aiuto di familiari, oppure di percorsi più lunghi quindi faticosi, scomodi e per taluni quasi impossibili, per accedervi. La filiale della banca inaugurata nel 2009, nel giro di una decina d’anni è diventata qualcosa di più di un semplice ufficio, è un punto di riferimento, uno di quegli elementi che rendono il quartiere vivo e vivibile per chi si sposta con fatica solo a piedi. Da parroco posso dire che non sono il solo preoccupato di questo, già domenica scorsa, nella piazzetta davanti alla sede del Pd, i volontari del partito hanno passato la giornata a raccogliere centinaia e centinaia di firme per una petizione da presentare al banco popolare per non spostare la filiale. L’affluenza al banchetto è stata numerosa segno di un quartiere che non si arrende e vuole sentirsi vivo. Shangai è uno dei quartieri storici della nostra città di Livorno, un quartiere pieno di vita, certamente di difficoltà ma soprattutto è fatto di storie che si sovrappongono, di persone reali che in questi ultimi anni nel mio servizio di parroco alla chiesa della Sacra Famiglia, ho imparato a conoscere ed amare e adesso ritengo giusto difendere nei propri interessi. Eppure vivendo questa realtà ogni giorno, non posso fare a meno di notare che negli ultimi anni siamo stati lasciati soli, senza un progetto di riqualificazione delle aree urbane o anche solo di manifestazioni di festa. Ci siamo trovati a far fronte a sempre più richieste di aiuto da soli. L’ultima è quella di un’utenza che vede l’area di Shangai sempre più delocalizzata e senza servizi.

Don Rosario Esposito

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