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“Il prossimo anno faccio 90 anni ma non so se lo sanno che non sono immortale”

Lunedì 17 Novembre 2025 — 07:01

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Giada a nonna Italia immaginando la nonna alla finestra. La lettera si intitola La Finestra

La lettera scritta da Giada a nonna Italia immaginando la nonna alla finestra. La lettera si intitola La Finestra

Chissà cosa vedono gli altri quando passano sotto la mia finestra.
A me piace inventarmi le storie.
Ad esempio lei, con il cane, vestita estiva quando la temperatura è già scesa di 10 gradi rispetto a
qualche giorno fa, il cane tira, ha furia forse di tornare a casa perché ha fatto quello che doveva e
ora si può anche riposare sul divano, lei invece è assorta nei pensieri, pensa al lavoro, il capo che
non le dà pace, il fidanzato che non vede mai, la mamma che la chiama troppe volte al giorno e
vorrei dirle di godersi quelle telefonate.
Quando passano sotto la mia finestra vedono una testa, e penseranno che stia aspettando qualcuno o
magari no, magari pensano proprio quello che faccio e cioè passo il tempo, magari faccio tenerezza,
ma a me non importa, qualcuno mi sorride pure, o sorride a quei ciuffi grigi che spuntano dalla
finestra.
Sto qui a pensare alle vite degli altri, perché a pensare alla mia mi viene la malinconia,
i pensieracci, e allora vengo qui, con il mio panchetto perché sono accorciata e senza quello vedrei
solo le finestre del palazzo di fronte che stanno sempre senza maglia a tavola, e fantastico di essere
quella ragazza col cane, così potrei uscire più spesso, anche se prima non uscivo mai da sola, mi
faceva tristezza, adesso invece ci andrei di corsa, lo dovevo apprezzare prima di fermarmi, ma vai a
sapere.
Accidenti a queste scale ripide!
Dovrebbero trovare il modo di calarmi dalla finestra, di fare un ascensore esterno, ora glielo dico, e
vedrei un po’ di mondo e non solo quel grandangolo che fanno i miei occhi, che arrivano giusto
giusto poco più in là della gelateria, poi basta.
Magari dopo la gelateria non c’è più niente, hanno raso al suolo tutto e le persone vengono
semplicemente inghiottite.
Vorrei proprio andare a vedere.
Faccio arrabbiare tutti quando dico “ormai” e giù di brontolate.
Di fatto, ognuno ha la propria vita e io rimango qui, la maggior parte del tempo da sola, a
rimuginare, quindi cosa vogliono che dica?! Quanto è bello stare in casa tutto il giorno?
Ecco perché li chiamo spesso, perché penso troppo e mi vengono in mente cose, mi invento cose,
mi ricordo cose e quindi li chiamo per farmi dare delle risposte.
“Ma quando abbiamo quella visita?”
“Ma quella scatola di sigari che fine ha fatto?”
“Mi hanno rotto il frullatore”
“Mi fa male la schiena”
“Quando vai a fare la spesa mi prendi il latte?”
Se potessi, tutte queste cose me le farei da sola, ma non posso e devo chiedere tutto agli altri, che a
volte non hanno pazienza e sbuffano.
Ma io sono così contenta quando vengono che non mi importa che si innervosiscano, basta che
siano qui.
E per tenerli qui mi invento le cose da far fare o le chiedo più volte.
Penseranno che sto perdendo il cervello, ma io lo faccio di proposito così allungo la visita di altri 5
minuti, puntualmente quando hanno già il giacchetto e la mano sulla maniglia della porta, ma
almeno sono 5 minuti con me quindi non mi interessa se pensano che sto perdendo colpi.
“Ah ci sarebbe da prendere la vernice per le mattonelle”
“Ma come funziona il lettore dei cd dei video?”
“Non riesco a rispondere alle videochiamate”
“Hanno fatto sparire un mestolo”
“Ah ieri sono cascata”
Che poi non so parlare bene, a scuola sono andata solo fino alla seconda elementare e poi a lavorare
per portare i soldi a casa, quindi questi discorsi belli e articolati sono solo nei miei pensieri, perché
non ho il modo di tirarli fuori a parole.
Ma non voglio fare pena a nessuno perché mi sono sempre arrangiata e sono riuscita sempre a farmi
capire.
Ho un carattere e un modo di fare abbastanza deciso e penso di passare per una persona diretta e
alle volte poco piacevole, ma è il mio modo di non farmi fregare.
A scuola ho imparato giusto a scrivere e a leggere, faccio fatica ma lo so fare, ma con i numeri sono
brava. Quando mio marito portava a casa lo stipendio, lo metteva sul tavolo e mi faceva fare i conti,
perciò mettevo da parte quelli per la casa, per le sigarette sue e con il resto ci si campava e non ci è
mai mancato niente.
Questa storia l’avrò raccontata così tante volte che quando ne parlo, torno lì, a quel tavolo.
Perciò non mi interessa se passo per sfacciata e arrogante, anche se sono una signora che non sa
parlare bene e mi invento le parole, non mi faccio imbrogliare da nessuno.
Le mie mani non funzionano più tanto bene, ho perso un po’ di sensibilità alle dita ma riesco ogni
tanto a lavorare a maglia per passare il tempo.
Ah devo dire agli altri che ho sfatto la sciarpa e ci sto facendo una copertina.
Guardo un po’ di televisione ma non c’è mai niente di interessante e poi non mi voglio rimbecillire.
Mi hanno detto che si possono guardare dei film con i cd, magari me ne faccio comprare qualcuno.
Ora penso a cosa mi piacerebbe vedere. Mi piaceva tanto Tabata, magari..
Accendo spesso anche la radio che mi hanno regalato, a proposito, devo chiedere se me la mettono
in carica che l’altro giorno mi hanno brontolato perché ho spinto troppo il cavo e si è rotta la punta,
perciò sto ferma finché non viene qualcuno a caricarla.
Quella mi fa compagnia, mentre faccio le faccende in cucina, è semplice da usare e sento tanta
musica, anche se non mi piace molto perché è troppo moderna.
Posso anche usare il giradischi, che quello sì che mi piace tanto.
Ah devo chiedere anche di guardare se qualche medicina è da ordinare, che non sono stata molto
brava l’ultima volta e sono stata senza quelle per la pressione per qualche giorno e ho chiamato tutti
perché non mi sentivo bene, ma secondo me stavo benissimo solo che mi sono condizionata.
A volte penso di essere un lavoro d’ufficio, posso chiamare tutti dal lunedì al venerdì, ma il sabato e
la domenica si spazientiscono se telefono solo per sentirli.
Insomma timbrano il cartellino venerdì sera e poi vogliono essere liberi per il fine settimana.
Quindi se voglio sentirli devo essermi fatta male così non sbuffano con me ma si preoccupano
anche se è sabato o domenica.
Cercano di portarmi fuori più possibile ma è difficile perché ognuno ha le proprie cose da fare,
anche se a volte lo dico così, per lanciare il sasso “Ho sentito Virginia che mi ha detto ‘avevi detto
che tornavi e sono mesi che non ti vedo’ e io le ho risposto che poi ci vado” per vedere se colgono
la cosa oppure no. La colgono, ma comunque ancora da Virginia non ci sono tornata.
Che poi brava signora, ma non muoio dalla voglia di vederla, è per passare il tempo e per fare
qualcosa di diverso.
Loro pensano che andare alle visite significhi farmi distrarre un po’, ma non la vivo proprio così,
anche se c’è da dire che spesso dopo si va sempre a fare un giro.
Mi piacerebbe fare due passi giù in pineta, vedere qualche persona, non chiedo tanto.
Il prossimo anno faccio 90 anni, non ci sarò per sempre,
ma non so se lo sanno che non sono immortale.
Ah, prima era passato un signore che ha lasciato la bicicletta a riparare ed è andato a prendersi un
gelato, ora mi affaccio così magari vedo com’è andata a finire.

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