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Livorno a la Ciudad in Bolivia, quando volere è potere

Giovedì 13 Ottobre 2016 — 09:53

Da tempo sognavo di aiutare il prossimo in una maniera un poco più particolare e alla fine ho trovato ciò che faceva al caso mio.
Fu così che nel mese di gennaio mi metto alla ricerca di qualcosa che potesse fare al caso mio e mi imbatto nella IBO Italia, un’associazione che invia volontari in campi di lavoro in tutto il mondo durante tutto l’anno (a differenza di molte altre Onlus che organizzano i viaggi solo in estate). In quel momento la voce Ciudad de los Niños attira la mia attenzione… un centro di scuole e case-famiglia nel cuore della Bolivia, a Cochabamba, dove vivono bambini e adolescenti con varie problematiche sociali e familiari. Ecco come ciò che sognavo pian piano ha preso forma, e sono riuscito anche a “contagiare” una mia vecchia amica alla quale è bastata una settimana dopo la mia proposta per dirmi “Ale vengo con te.” In un attimo sono passati 2 mesi e ci siamo ritrovati la, dopo svariate settimane di preparazione valigie e materiali (l’ultimo giorno mi è anche venuta la bella idea di portare con me una terza valigia carica di giochi che avevo da quando ero piccolo, da regalare a tutti coloro che avrei trovato in quel posto tanto atteso). Il 3 aprile comincia la nostra avventura e dopo aver conosciuto Padre Gianluca e 6 bellissimi bambini che ci hanno accolto all’aeroporto, iniziamo subito carichi con dei piccoli traslochi il pomeriggio. Non potevamo riposarci, l’adrenalina e la curiosità ha dominato la stanchezza e il jetlag! La mattina quasi il più delle volte abbiamo svolto lavoretti di trasloco, pulizie e riordino di uffici, magazzini e case-famiglia dal momento che i bambini erano a scuola. Nei pomeriggi siamo passati dall’aiuto nei compiti e attività ricreative al lavoro nell’orto con altri adolescenti, fino alla produzione del pane. Ogni sera ci siamo ritrovati in una casa famiglia sempre diversa per svolgere un piccolo corso di primo soccorso creato da noi per i bambini con le cose più basilari da effettuare in caso di necessità e non presenza di adulti.

Dopo il corso rimanevamo sempre a cena nella casa in cui si andava e quelli sono stati alcuni dei momenti più intensi, momenti in cui abbiamo condiviso giochi e pensieri, risate e balli.  Momenti in cui abbiamo raccontato aspetti dell’Italia tra una cucchiaiata e l’altra intorno al tavolino. Momenti in cui abbiamo consegnato un po’ per volta tutto ciò che ci siamo portati da casa: giochi, disegni, pennarelli e chi più ne ha più ne metta. Quelli sono stati i momenti migliori, che porterò sempre con me. Fantastica è stata l’esperienza al Chapare, un fine settimana in una specie di “succursale” della Ciudad nella profonda Amazzonia. Tre giorni duri con un caldo insopportabile ma molto costruttivi, con bambini che ci hanno mostrato la più pura semplicità e ci hanno regalato una giornata al fiume, dove ogni giorno vanno a giocare e a rinfrescarsi. Noi per sdebitarci gli abbiamo fatto assaggiare un po’ di pizza “Made in Italy” fatta con le nostre mani: erano felicissimi. Non mi sono risparmiato poi nell’organizzare partitelle di pallone con i ragazzi almeno 2 volte a settimana, cosa che li faceva letteralmente impazzire. Pessima idea per me perché a 2700 metri di altezza accennare una piccola corsa ti distrugge, l’aria manca e il fiato comincia a darti i primi problemi. I ragazzi mi hanno letteralmente fatto mangiare la polvere, delle piccole schegge instancabili!
Una delle cose più belle è sentirsi chiamare il proprio nome continuamente, ogni qualvolta vieni avvistato in lontananza. Vedere questi bambini correre verso di te e saltarti addosso abbracciandoti è quello che mi porterò sempre nel cuore, perché anche solo 10 minuti con loro mi rendevano felice, mi facevano sentire importante, mi mettevano allegria e mai come in quei momenti mi sono sentito cosi felice di aver fatto questa scelta, di averci creduto fino in fondo. Volere è potere e quando si vuole qualcosa basta crederci fino in fondo, anche contro mille difficoltà, anche contro i pensieri opposti di chi ti ostacola e di chi non crede in te… perchéavendoci creduto ho partecipato a una delle cose più belle che potessi fare nella mia vita e che rifarei altre milioni di volte. Perché adesso mi porterò sempre con me un’esperienza che in piccola parte mi ha cresciuto, che mi ha messo alla prova e mi ha allargato gli orizzonti, che mi ha fatto capire a cosa è giusto dare importanza e quali sono i veri problemi della vita.

Ringraziamenti: vorrei ringraziare tutti, dall’instancabile e intraprendente Padre Gianluca, di cui nutrirò sempre profonda stima per il cuore che ci mette, alla gentilissima Carla, che sempre ha fatto il massimo per organizzare al meglio la nostra permanenza; e ancora tutte le persone che contribuiscono a rendere quel posto un paradiso per questi bimbi, agli altri volontari e agli educatori che ogni giorno danno il massimo per una causa comune; un abbraccio immenso a Ronal, Rodrigo, Andrea, Remberto, Pablo, Estela, Milenka, Alex, Alex grande, Fernando, Suzanne, Solange, Brando, Randy, Beymar, Leo, Diego, Agar, Edson, Rudy, Sarahi, Cielo, Dana, Angelina, Edwin e tutti gli altri (impossibile ricordare tutti i nomi!!) affinchè un giorno chissà, leggendo queste righe, si ricorderanno di me. Un grazie alla mia compagna di viaggio Irene con la quale ho condiviso tutto, momenti belli e momenti difficili, sempre supportandoci a vicenda.
Ai futuri volontari voglio dire che se mai avrete un minimo dubbio o paura di intraprendere questa avventura, partite, senza pensarci due volte… dopo, al vostro ritorno ve ne sarete grati.

Alessio Dominici, volontari IBO Campo di lavoro e Solidarietà in Bolivia

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