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Mia figlia mi ha chiesto chi è Totò Riina. Le ho risposto: “Amore, studia e cambia il mondo”

Venerdì 9 Giugno 2017 — 08:27

E poi leggi sul giornale o in qualche social network che Totò Riina, capo della mafia, nonché mandante dell’attentato a Borsellino e Falcone, assassino di centinaia di persone, colui che non ha avuto pietà di un ragazzino di tredici anni che ha ucciso strangolandolo e non gli ha permesso di avere una degna sepoltura perché lo ha sciolto nell’acido, viene SCARCERATO per poter garantirgli una morte dignitosa.

Stamattina, mia figlia di quindici anni, mi ha chiesto: “mamma chi è e cosa ha fatto questo Totò Riina?” Le ho risposto.
Mi ha guardata, basita, incredula e ha taciuto. Improvvisamente ha esordito dicendomi: “allora io vado a fare le rapine e poi pretendo di uscire!”.
In un primo momento mi sono messa a ridere, poi…’E ora cosa le dico? Lei crede nella giustizia…’
Le dico semplicemente: “Amore, a volte le persone sbagliano e in questo caso a sbagliare è stato un giudice”…
Mi guarda perplessa. E ha ragione a farlo. Dovrebbero essere in grado di non sbagliare questi “onnipotenti”. E invece?
Hanno il potere di distruggere uomini e donne per bene che per qualche imprudenza si trovano perseguiti legalmente e vengono condannati a pene pecunarie eccessive fuori dalla loro portata o, addirittura, con sentenza di reclusione, nonostante il loro impeccabile passato. Hanno la facoltà di confiscarti la casa, la macchina, la patente facendoti sentire un delinquente e poi, gli stessi li vedi assolvere pregiudicati, pedofili, assassini, ladri. Hanno il potere di scegliere chi deve essere il tutore di un bambino, o quanto deve dare un padre per il mantenimento dei figli, senza guardare che fine può fare quest’uomo (alcuni vivono in macchina).
Le ho detto ironicamente: “Devi sapere che il sistema giudiziario italiano è un sistema corrotto. Se hai potere sei assolto, se sei uno straniero sei assolto, se sei italiano e una persona per bene passi guai. Quindi, amore mio, impegnati a scuola e studia, diventa un giudice o un magistrato e, per favore tesoro, CAMBIA IL MONDO!”
Sara Agamennoni

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