Quartieri nord: rischio banlieue?
Nei quartieri nord di Livorno sono conosciuta, o meglio riconosciuta, come la segretaria del Circolo PD Corea, e sono numerose le chiamate che mi giungono dai residenti nel quartiere, e non solo, per accendere i riflettori politici e pubblici sulle condizioni precarie e le situazioni di totale abbandono nelle quali si trovano costretti a vivere quotidianamente. Ho fatto visita ad anziani (spesso ammalati …) che vivono in palazzoni Casalp privi di una manutenzione ordinaria adeguata a consentire loro una dignitosa quotidianità . L’ultima famiglia – una coppia di ottantenni – dalla quale su invito mi sono recata, mi ha colpito particolarmente . La moglie doveva provvedere all’igiene del marito per mezzo di bottiglie d’acqua calda ( che veniva versata nello spazio doccia… ) a causa di un guasto alla caldaia che Casalp per molto tempo non ha provveduto a riparare. Ho raccolto il disagio di persone vulnerabili, a causa dell’età o per motivi di salute, che sono costrette a barricarsi e ricevere la spesa a casa per paura di rimanere vittime di scippi o incidenti provocati da ciclomotori che sfrecciano nelle piazzette o sui marciapiedi senza controllo . Ho visto famiglie prigioniere in casa propria dopo l’ennesima azione incontrollata e violenta (talvolta a causata della dipendenza da droghe o alcol) del vicino di casa, che occupa abusivamente, e che nonostante le numerose denunce continua imperterrito a terrorizzare il vicinato. In alcuni casi le famiglie di interi blocchi condominiali sono arrivate a raccogliere le firme per richiamare l’attenzione del Presidente Casalp, del Questore e del Sindaco e segnalare i disagi causati dalle attività illecite che quotidianamente si svolgono nel condominio mettendo a rischio la sicurezza degli inquilini ( ovviamente ancora non hanno ricevuto risposte…) Sono entrata in edifici nuovi sfregiati dalle deturpazioni di occupazioni abusive … Segni di dolorose ferite, cicatrici sociali… Nei portoni e nei cortili, mortificati nel decoro, tracce di bivacchi, siringhe e sporcizia. Madri di famiglia mi hanno confidato il loro senso di insicurezza e talvolta la paura che le assale quando sono costrette a lasciare i loro figli in casa per andare a lavorare; donne, che ogni giorno sono costrette a condividere spazi condominiali e di quartiere con una illegalità sfacciata e diffusa. Ho visto parchi pubblici inaugurati da poco totalmente abbandonati al degrado ed all’incuria. Ho ascoltato atterrita racconti di bambini di sei anni costretti a giocare nei giardini pubblici facendo lo slalom fra le siringhe. L’esclusione sociale, in questi luoghi, gioca un ruolo fondamentale nella marginalizzazione delle persone che ci vivono e che, sempre più spesso, sono ostacolate nell’esercizio dei loro diritti di cittadini. Persone dimenticatee abbandonate a loro stesse da una amministrazione che con un colpo di spugna ha cancellato i programmi di riqualificazione urbana ed i progetti di recupero sociale per i quali l’amministrazione targata PD aveva già reperito finanziamenti e stabilito i tempi. Il nuovo distretto socio sanitario e le nuove scuole in Corea, insieme ai piani di recupero di Shangay e Fiorentina avrebbero significativamente trasformato i quartieri nord in ambiti e vivibili quartieri periferici . Invece la miopia di questa amministrazione cinque stelle, l’assenza di politiche abitative, la scarsità di sevizi messi a disposizione e l’incapacità di gestire l’emergenza abitativa stanno condannando questi quartieri aduna illegalità di giorno in giorno più diffusa e ad un sempre più profondo degrado sociale e culturale.
Cristina Lucetti
E come mai con tutta questa sensibilità delle precedenti Giunte verso i più deboli l’elettorato livornese Vi ha mandato a casa ? Solo per perdita di simpatia ?
Quel che ha scritto è tutto vero..peccato la denuncia venga però, guarda caso..da un esponente Pd.
La scoperta dell’acqua calda.
certo se dobbiamo mantenere oltre 400 profughi in hotel ovvio che per il sociale dei livornesi non c’è niente
e non dite che paga lo stato perché intanto i soldi li tira fuori il comune e poi si vedrà se rimborsato
Livorno è sempre stata una città prospera, e nei secoli ha resistito a tutto, anche alla pestilenza. Fino a che non è arrivato un certo partito… un partito che tra l’altro ha già la nostalgia del potere, a quanto vedo.
Incredibile!!! Proprio i principali artefici di questo degrado e scempio adesso denunciano certe cose. Chi vive e lavora in Corea proprio per ridurre le marginalità e le difficoltà ha spesso trovato in muro nelle passate amministrazioni e in chi guidava il principale partito in città. Facciamolo un bell’incontro pubblico sulle riqualificazioni di Corea e Shangay dove analizziamo i piani di recupero partiti negli anni novanta con i contratti di quartiere, i piani Urban…ma questa signora segretaria del circolo PD di Corea dov’era fino a pochi anni fa? é venuta con la “piena” di Renzi?
Ma certo, come no, le cavallette sono arrivate con Nogarin e invece prima Livorno era il Bengodi!!!
Io abito in centro e le banlieu sono anche qui, fin dai gloriosi tempi dei primi conflitti in via Terrazzini. Era, mi pare, il 2005 e voi c’eravate e non avete fatto nulla di così significativo. Dubito vi siate anche accorti da allora del degrado, della microcriminalità, degli affitti in nero, della sporcizia e dell’abusivismo.
Ora vi brucia solo non avere più il potere di prima, ecco tutto.
perchè prima era meglio ?? fate semplicemente ridere,,,
I profughi o clandestini poverini che siano, portano denari a privati, cooperative e immobiliaristi. Gli italiani bisognosi invece non fanno pena a nessuno, nemmeno ai loro politici. Anzi a volte rompono anche le scatole alla politica…..
Banlieue cosa vuol dire? Scusate per l ignoranza
Io vado contro corrente perchè a Shangay ci ho abitato e ne ho visto la trasformazione. Le cose nel quartiere sono cambiate e la riqualificazione c’è stata; le vecchie “caserme” sono state abbattute e sono stati costruiti nuovi palazzi peccato che l’inciviltà del livornese è palese nell’icuria e nel menefreghismo di mantenere sano e pulito ciò che non è suo.