Romano: “Piano industriale di Aamps? E’ una presa di giro”
A gennaio Nogarin fissò nel provvedimento di nomina del nuovo c.d.a. di Aamps gli indirizzi per il piano industriale, tra questi figuravano (cito testualmente):
1) “interventi ispirati ed orientati a politiche verso Rifiuti Zero”;
2) “obiettivo di superamento dell’utilizzo dell’odierno inceneritore e conseguente spegnimento dello stesso”;
3) “interruzione del percorso di conferimento della società in RetiAmbiente”.
Leggendo le linee guida diffuse dall’azienda possiamo invece accorgerci di come questi obiettivi siano stati quasi del tutto ignorati o addirittura compromessi con scelte diametralmente opposte:
– a pag. 4 viene inizialmente ammesso che l’inceneritore è tra i principali fattori di crisi finanziaria dell’azienda, per il venir meno dei flussi di cassa dei contributi pubblici dichiarati illegittimi dalla UE (e anche – aggiungo io – per il costo dei mutui bancari accesi per la manutenzione del forno e per il costo dei servizi aggiuntivi, come lo smaltimento delle ceneri tossiche in discarica);
– a pag. 6 si comincia a fare confusione sul significato di Rifiuti-zero, spacciandolo come “azzeramento degli smaltimenti in discarica”, quando in realtà dovrebbe riguardare l’azzeramento dei rifiuti avviati ad incenerimento (perché riciclati o riutilizzati);
– a pag. 26 e pag. 28 viene fissata a luglio 2017 l’estensione del porta-a-porta in tutta la città e la relativa assunzione di 56 lavoratori: questa sarebbe una bella novità perché senza un porta-a-porta esteso Aamps non può superare i minimi di legge della raccolta differenziata, quindi paga per le sanzioni, per il conferimento di una differenziata “sporca” da cassonetto, per lo smaltimento e non guadagna rivendendo materiale riciclabile. Meglio risparmiare finalmente su questi sprechi e assumere disoccupati;
– a pag. 13 però c’è la pietra dello scandalo di tutto il piano, la vera fregatura per i cittadini. Invece di pianificare lo spegnimento dell’inceneritore a medio termine (5-10 anni) e di tombare il processo di aggregazione nel gestore di ATO (Retiambiente), come aveva chiesto ufficialmente il sindaco, viene presentato uno scenario allucinante: grazie all’estensione del porta-a-porta ed al conseguente aumento della differenziata e del riciclo, si ipotizza un calo dei rifiuti da incenerire prodotti a Livorno di almeno 25.000 tonnellate/anno, ma invece di approfittarne per spegnere almeno una delle due linee dell’inceneritore (dimezzando i relativi costi) ci si propone di definire con l’ATO (cioé con Filippeschi e gli altri sindaci PD che stanno costruendo Retiambiente) un aumento dei rifiuti da incenerire prodotti fuori Livorno per altrettante 25.000 tonn/anno, in modo che il forno continui a lavorare a pieno regime, mentre le altre città delle costa potranno dismettere definitivamente i loro impianti! Praticamente i livornesi dovranno impegnarsi per fare la differenziata per poi sorbirsi la stessa quantità attuale di rifiuti inceneriti nei polmoni, rifiuti che non saranno più i nostri ma arriveranno dalle altre città, per una quantità doppia rispetto a quella attuale;
Si tratta di un intollerabile tradimento del programma elettorale, avendo incentrato il piano sul falso business dell’incenerimento, mantenendo l’impianto a pieno regime grazie ad un accordo con Retiambiente, il che lascia pensare che prima o poi Aamps ci finisca dentro, privatizzando del tutto la gestione dei rifiuti.
Andrea Romano – Resistere! Azione civica
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