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Sinistra anticapitalista: “Ecco perché votare no al referendum”

Giovedì 24 Novembre 2016 — 07:55

Siamo arrivati alla fase finale dello scontro sul referendum e Sinistra Anticapitalista di Livorno crede sia importante scegliere e far scegliere con forza, consapevolezza e determinazione di votare NO.

La storia di questo paese ci dice che, nonostante la nostra Costituzione non  sia espressione di una vittoria socialmente rivoluzionaria della classe lavoratrice, essa si configuri tuttavia come una Costituzione fortemente democratica anche se borghese.

La borghesia, che era stata artefice e complice del fascismo, rimaneva è vero al suo posto come classe dominante ma, sulla base della tragica esperienza del fascismo e della guerra  e sopratutto per la lotta della Resistenza, della classe operaia e dei suoi partiti, la Costituzione fu costruita sulla base di significativi strumenti democratici e di garanzia.

Le forze di sinistra che pure avevano rinunciato a trasformare la Resistenza in rivoluzione sociale come avvenne invece in Jugoslavia, riuscirono a far inserire nella Costituzione non solo norme di tutela della libertà e dei diritti, ma anche alcuni principi di eguaglianza e giustizia sociale insomma, riuscirono a strappare almeno una rivoluzione promessa in cambio di una rivoluzione mancata.

La Costituzione formale ha faticato non poco (la Corte Costituzionale – elemento chiave dell’intero impianto costituzionale – fu istituita solo nel 1954); i principi democratico-sociali in essa inseriti  rimasero a lungo disattesi e per buona parte degli anni ’60 i licenziamenti di massa, le rappresaglie politiche sui luoghi di lavoro, la violenza poliziesca  ebbero il sopravvento.

 

La svolta arrivò negli anni 1968/69.

Solo le dure e prolungate mobilitazioni studentesche, femministe, operaie e sociali degli anni ’60 / ’70 riuscirono ad imporre e concretizzare,con la loro trasformazione in leggi, alcuni principi sociali fino ad allora solo formalmente enunciati nella Costituzione.

Ricordiamo:

1968/69 – la grande riforma delle pensioni (art.38)

1970 – istituzione delle Regioni (art.114 /115 nel testo originale)

1970 – Statuto dei lavoratori (art. 1-4 -39)

1970 – legge sul divorzio e legge attuativa del referendum (art.75)

1975 – abolizione delle gabbie salariali – conquista di efficaci contratti nazionali di lavoro (art.36)

1975 – voto ai diciottenni e riforma della famiglia con l’equiparazione dei diritti tra uomo e donna (art.29)

1975 – istituzione della scala mobile (art.36)

1978 – legge 194 sull’interruzione di gravidanza e l’abolizione dei manicomi.

1978 – riforma fiscale e sanitaria (art.32)

 

Appena l’onda della grande ascesa operaia entrò in fase di risacca, la borghesia e i suoi governi cominciarono a rimettere tutto in discussione; si cominciò con la scala mobile nei primi anni ’80.

Da allora, a fianco di una Costituzione formale, si è strutturata una Costituzione reale prodottasi con la sconfitta dei lavoratori e delle lavoratrici a vantaggio dei governi borghesi che via via si sono succeduti.

L’azione di questi governi è stata quella di trasformare in nuove leggi gli obiettivi e gli interessi della classe dominante e cancellare le nostre conquiste trasformate a suo tempo in leggi  (vedi art.18).

 

OGGI, IN QUESTA FASE STORICA DI CRISI DEL CAPITALISMO, SI VUOL CHIUDERE LA QUESTIONE ANCHE SUL PIANO COSTITUZIONALE ADEGUANDO DEFINITIVAMENTE LA COSTITUZIONE, UNA VOLTA PER TUTTE, AGLI INTERESSI DELLA BORGHESIA.

 

LA BATTAGLIA PER IL NO E’ DECISIVA PER IMPEDIRE CHE IL CERCHIO SI CHIUDA.

 

PER MANTENERE APERTA LA STRADA  CHE POSSA FAR  RIPARTIRE LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLA CLASSE LAVORATRICE.

 

Livorno, 21/11/2016 – Sinistra Anticapitalista Livorno

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