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“Venezia senza locali sarebbe una sconfitta per la città. Impariamo da Effetto Venezia”

Venerdì 12 Agosto 2022 — 16:25

Foto tratta dalla pagina Fb Visit Livorno

Si sono appena spenti i riflettori sulla sbornia di presenze e successi della 37esima edizione di Effetto Venezia – che dimostra ancora una volta come il quartiere storico rappresenti il luogo per eccellenza che nell’immaginario collettivo di livornesi e turisti (vicini e/o lontani) rappresenta la città, la sua storia ed il suo futuro come attrazione principale per la destinazione turistica – e già tornano ad occupare un ruolo centrale temi ben noti. “Vogliamo battere il ferro caldo – ci dicono gli operatori del quartiere – eventi come quello di EV, che ha messo al centro dell’intero calendario di eventi regionali la nostra città, attirando nel quartiere Venezia non solo toscani ma moltissimi turisti che in questo periodo dell’anno affollano le nostre coste, sono un risultato importante per la nostra economia e per tutti i livornesi non solo per alcuni. Cinque giorni in cui a decine di migliaia si sono riversati tra gli scali, le piazze e le vie del quartiere, senza che questo abbia comportato risse o degrado, sono il segno che una buona organizzazione e la collaborazione determinante di forze dell’ordine e volontari affronta e vince la sfida importante di assicurare divertimento ma garantendo al tempo stesso decoro e sicurezza”. Ed ecco che arrivano al punto: “Quelle stesse attività che hanno consentito il successo di Effetto Venezia sono le stesse che vengono accusate di creare disturbo (e non posti di lavoro), malamovida (e non servizi a cittadini e turisti) o addirittura sporcizia (quando siamo noi i primi a sopperire alle carenze del servizio di raccolta e gestire la maleducazione di alcuni frequentatori pulendo gli spazi prossimi alle nostre attività). Ma cosa sarebbe la Venezia senza i suoi locali? Quale quartiere storico nelle nostre città toscane e italiane sarebbe quella fonte di posti di lavoro, di servizi e di accoglienza turistica senza le pizzerie, i pub o, ancora più tipici labronici, le poncerie o i ristoranti di pesce fresco?”. “Il tema della movida – che pure l’amministrazione ha voluto fortemente affrontare e gestire attraverso un apposito Protocollo di Intesa firmato appena un mese fa e che ha visto protagonisti fin dall’inizio, oltre a noi di Confesercenti (e di Confcommercio) proprio i locali della Venezia, con le forze dell’ordine, l’Azienda USL e l’Università di Pisa – è la spina nel fianco di una città combattuta tra istanze diverse ed ugualmente legittime – spiegano dal quartier generale di Via Pieroni – divisa tra chi legittimamente difende la propria sfera di vita privata e chi, come noi, pensa che le vie ed i quartieri debbano essere di tutti nel rispetto di tutti ma nell’interesse soprattutto del sistema economico della città”. “Crediamo che una Venezia senza i tavolini dei suoi locali, senza il composto e rispettoso vociare dei clienti, senza la presenza delle attività commerciali sarebbe una perdita non solo per alcune imprese ma per la città intera – concludono – crediamo invece che l’esperienza di Effetto Venezia sia la dimostrazione, pure nella sua irripetibile unicità, che coinvolgendo in modo adeguato ed efficace tutti gli attori necessari (in primis le forze dell’ordine, i volontari e AAMPS) si possa trovare quella compensazione tra interessi parimenti legittimi ma diversi che rischia, se non adeguatamente gestita, di affondare una delle più grandi fabbriche di lavoro che ha la città”.

Confesercenti Provinciale Livorno

CCN Venezia

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