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Acqua, più 6,5%? Nogarin dice no

Venerdì 9 Settembre 2016 — 10:54

Il primo cittadino: "I sindaci hanno detto no a questo aumento tariffario e andranno da Asa per far rinegoziare il mutuo del 2014 e far sì che non siano i cittadini a pagare"

“Asa, l’azienda che gestisce il servizio idrico a Livorno e nei Comuni della costa, vuole aumentare le tariffe”. Esordisce così il sindaco Nogarin sulla sua pagina facebook. “Oggi (giovedì 8 settembre, ndr), durante la Conferenza territoriale dell’autorità idrica toscana ci siamo opposti – continua il primo cittadino di Livorno- e lo faremo nuovamente in sede di approvazione definitiva delle tariffe. Non siamo gli unici, il fronte dei sindaci è ampio e compatto. Sapete perché? Perché dietro questo aumento si nasconde un meccanismo perverso, che porta chi consuma di meno a pagare di più. Ora basta“.
Poi il sindaco pubblica una piccola video-intervista che chiarisce meglio il senso del suo post.
“In Toscana abbiamo le tariffe dell’acqua più alte d’Italia e a Livorno non siamo certamente da meno – dice all’inizio del video su facebook Nogarin – Si è tenuta una conferenza territoriale dei sindaci di Ato 5 relativamente all’ipotesi fatta dal gestore Asa di un aumento del 6,5% del tariffario dell’acqua per il 2017. I sindaci dopo un abbondante dibattito hanno detto abbondantemente no. All’interno di questo incremento tariffario sta il derivato tossico dell’acqua. Nel 2014- prosegue Nogarin – si era garantito alle banche il ritorno di un project financing con una rendita di almeno il 7%. Siccome negli anni c’è stata una crisi economica notevole e una notevole riduzione dei consumi dell’acqua oltre a quel 4,2% garantito, che stava all’interno di quel progetto fatto nel 2014, ci dovrebbero essere ulteriori 20 milioni di euro di conguaglio. Questo giustifica il 6,5%. Oggi i sindaci hanno detto no a questo aumento tariffario, e andranno a chiedere ad Asa di rinegoziare il mutuo del 2014 per far si che finalmente una volta per tutte non siano i cittadini a pagare questo aumento tariffario ma sia eventualmente la banca a rinegoziare secondo quelli che sono i nuovi canoni di mercato”.

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