Allegri, il Caprilli e il cavallo Minnesota, che non arrivava mai… “E invece…”
Il tecnico della Juventus campione d'Italia ricorda un aneddoto legato alla sua infanzia quando, insieme al nonno, andava all'ippodromo e giocò un cavallo che, il suo amico allibratore, sconsigliò vivamente
Ci sono sogni nella vita che spesso rimangono tali. Quasi impossibili da toccare, improbabili come un arrivo al traguardo finale del cavallo Minnesota all’ippodromo Caprilli di quarant’anni fa. Quando a Livorno “le corse” erano davvero un’istituzione, un punto di ritrovo per intere famiglie e un passatempo . E anche il mister labronico Massimiliano Allegri (nella foto in pagina in una recente gabbionata ai Bagni Lido di Livorno insieme agli amici di sempre), neo campione d’italia con la sua Juventus, in conferenza stampa post partita ha ricordato un aneddoto ai giornalisti. In special modo la madeleine proustiana di “Acciuga” è venuta alla luce alla domanda di un cronista se qualche anno fa avesse mai immaginato di vincere così tanti scudetti in serie A. Ad Allegri gli si illuminano gli occhi. La domanda va direttamente ad aprire cassetti della memoria lasciati impolverati ma ben custoditi gelosamente (clicca qui per guardare il video della conferenza stampa post partita).
“Vi faccio un esempio di un mio caro amico mancato un anno e mezzo fa. Io una volta, quarant’anni fa, andai a giocare un cavallo che si chiamava Minnesota. Io gli dissi voglio giocare Minnesota. Lui mi rispose: è più facile che tu alleni in serie A che vinca questo cavallo. Vinse il cavallo e io sono arrivato ad allenare in serie A”.
L’età così remota di questo episodio, circa 40 anni fa, non è passata inosservata ad un giornalista che gli ha chiesto. “Ma come 40 anni fa? Aveva dieci anni mister. Come è possibile?”.
E Allegri di tutta risposta: “Certo, anche a 5 perché andavo con il mio nonno ai cavalli. Purtroppo ora l’ippica è andata in disarmo. Ma era tanto bello per le famiglie. A Livorno c’era una grande passione, ora hanno chiuso anche l’ippodromo, così non ci si può più andare. Però mi ricordo ancora bene che quel mio amico mi disse questa cosa qui”.
“Tra calciatori e ippica ci sono molte analogie? Molte – risponde ironico Allegri – infatti Benatia l’ho mandato al prato. Perché i cavalli dopo un po’ che vincono si mandano al prato a riposare”.
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