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Babbo “Sandrokan”: un cuore diviso a metà. “Bello spot, ma ora servono mille abbonati”

Lunedì 29 Maggio 2017 — 17:21

L'ex giocatore della Pielle e allenatore del Basket Livorno: "Fame di basket? Secondo me più fame di derby. E' stato più il vivere l'amarcord che voglia di pallacanestro. Se c'è davvero questa smania in città succederà quello che ho appena auspicato: vedremo mille abbonati per parte la prossima stagione"

di Giacomo Niccolini

Del babbo hanno preso la grinta, la voglia di mangiare il parquet a morsi a suon di canestri e rimbalzi. Fratelli divisi dal colore di una maglia, ma pur sempre fratelli. Da una parte l’estro biancoblù, il carisma e il genio di Tommaso. Dall’altra la concreta pacatezza e il talento del più piccolo, Giacomo in maglia Libertas. Due fisici diversi, due ruoli diversi, un minimo comune denominatore: un cognome che è una fetta della storia del basket livornese. Per tre partite nell’arco di una settimana si sono sfidati da avversari veri, non risparmiandosi scontri e scaramucce, facendo finta di non portare lo stesso cognome sulla maglia di colori diversi.

GIACOMO DELL'AGNELLO AL TIRO IN GARA DUE DAVANTI A TREMILA PERSONE

GIACOMO DELL’AGNELLO AL TIRO IN GARA DUE DAVANTI A TREMILA PERSONE

Sugli spalti lui, Sandro Dell’Agnello classe 1961“El Grinta” per tanti “Sandrokan” per tutti i tifosi piellini che negli anni d’oro lo hanno acclamato e applaudito sul parquet. Prima giocatore, poi allenatore per ben tre stagioni del Basket Livorno in massima serie adesso sulla panchina della Juve Caserta con cui ha conquistato la salvezza nella massima serie.
Chissà come ha vissuto questo derby molto particolare per uno come lui che per la società biancoblù ha dato l’anima in campo e adesso si è ritrovato un cuore a metà “per colpa” del figlio più piccolo che ha tessuto le fila dei successi della Officine Opus Libertas in questa stagione.
Prima di tutto Sandro, i complimenti per i suoi due figli. Sono d’obbligo…
“Grazie mille. Ne sono orgoglioso per quello che fanno in campo ma soprattutto per quello che sono fuori dal parquet”.

TOMMASO DELL'AGNELLO IN PALLEGGIO CONTRO BELTRAN DURANTE I PLAYOFF

TOMMASO DELL’AGNELLO IN PALLEGGIO CONTRO BELTRAN DURANTE I PLAYOFF

Come hai vissuto questa settimana “di fuoco” in famiglia?
“Guarda, loro hanno un rapporto stretto e incancellabile. Anche se fossero in guerra l’uno contro l’altro il legame sarebbe davvero indissolubile. Detto questo è ovvio che ad entrambi avrebbe fatto piacere vincere. Ci hanno provato in tutti i modi perché sono due agonisti anche se con modi e caratteri diversi. E’ ovvio però che uno avrebbe vinto e l’altro perso. Dispiace sicuramente per quello uscito sconfitto”.
Eri presente a tutte e tre le gare?
“Si, si me le sono viste tutte in gradinata, sopra il bar per intenderci…ero lì”.
Praticamente a metà perfetta tra le due tifoserie…
“Esatto…”.
Un cuore diviso a metà.
“Premesso che da giovane ho giocato nella Pielle e quindi sono un ex piellino, ma avendo un figlio nella Libertas…alla fine mi sono augurato che vincesse il migliore insomma”.
Ed è stato così?
“Che dire, una squadra ha fatto il percorso netto nei playoff e ha vinto tre a zero quindi sicuramente si merita il risultato che ha ottenuto. L’altra, la Pielle, era arrivata prima nel campionato di regular season e quindi si sarebbe meritata la promozione anche lei. Purtroppo però alla fine deve vincere uno solo. Nel basket come in altri sport purtroppo i playoff azzerano tutto”.

DELL'AGNELLO NEL CAMPIONATO 2009 A CONFRONTO CON UN ARBITRO AL PALAMODIGLIANI SULLA PANCHINA DEL BASKET LIVORNO (FOTO BIZZI)

DELL’AGNELLO NEL CAMPIONATO 2009 A CONFRONTO CON UN ARBITRO AL PALAMODIGLIANI SULLA PANCHINA DEL BASKET LIVORNO (FOTO BIZZI)

In casa Dell’Agnello come è stato vissuto il derby tra i due fratelli? 
“Qualche sfottò ma tutto molto goliardico, diciamo nella norma di un derby così sentito”.
In tanti, che magari si sono riaffacciati alla pallacanestro giocata solo con questo derby hanno detto che il livello visto sul campo era poco soddisfacente o in alcuni casi scarso. Un tuo commento tecnico al riguardo…
“Bisogna voler vedere quello che si sta guardando. Comunque era un derby di serie C. Se poi uno la sera va a casa e si guarda alla televisione l’Nba è logico che il livello è diverso. C’era da aspettarsi un livello di questo tipo qui. Ma si tratta di due squadre che hanno cercato di metterci dentro tutto quello che avevano e comunque ci sono stati 3-4mila spettatori ed è stato un bell’amarcord. Un bello spot per la pallacanestro cittadina”.
E ora questo spot meraviglioso come si traduce in concreto?
“Ci vorrebbe che magari quei duemila tifosi Pielle e quei duemila tifosi Libertas si tramutassero in mille abbonamenti di qui e mille abbonamenti di là. Così avrebbero già risolto metà problemi per il nuovo campionato. Ma se la prossima stagione gli abbonati tornano ad essere 100-150 da entrambe le parti…non abbiamo risolto niente”.
Fame di basket o…fuoco di paglia?
“Secondo me più fame di derby che di basket. E’ stato più il vivere l’amarcord che fame di basket. Se c’è davvero fame di basket succederà quello che ho appena auspicato: vedremo mille abbonati per parte la prossima stagione. Allora questa sarebbe fame di basket”.
E’ stato solo quindi rivivere un fasto del passato?
“Il motivo scatenante è stato indubbiamente questo però poi dopo, essendo lì, io per primo, la vivi con passione. Ti dimentichi della categoria, che sia serie A, serie C o Promozione e rivivi la pallacanestro per quello che era e quello che è stato in questi giorni. Senza stare a guardare troppo il livello. Sennò parliamo di niente”.
Cosa hai detto a Giacomo e a Tommaso a fine gara 3?
“Ovviamente due stati d’animo opposti. A uno gli ho fatto le congratulazioni meritate. A Tommaso gli ho detto che le delusioni fanno parte dello sport. Lo sport per certi versi è una bella palestra di vita. A Tommaso ho detto che è utile anche perdere. Molte grandi squadre e grandi campioni hanno vinto dopo aver perso. Io, nel mio piccolo, ho vinto uno scudetto dopo aver perso due finali. La delusione fa lezione, sempre”.

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