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“Continuavano ad aspettare Godot”, al Vertigo

Mercoledì 7 Dicembre 2016 — 10:41

In scena a Vertigo di via del Pallone 2 sabato alle 21,30 e Domenica alle 17,30 “Continuavano ad aspettare Godot” una rivisitazione dell’opera di Samuel Beckett con tutta l´ironia e la simpatia della città del Vesuvio: “O´ Signò Godot oggi non verrà, ma verrà domani”. I due uomini passano il tempo a lamentarsi del loro stato esistenziale, litigando e pensando di separarsi, ma rimanendo legati l´un l´altro.
La riscrittura di Aspettando Godot, dice il regista Edoardo Cocciardo si pone due obiettivi specifici, solo apparentemente in contrasto: riscoprire la geniale comicità del testo – spesso ignorata dalla critica, equivoco questo che ha indotto il pubblico più popolare a giudicare l’opera troppo ermetica ed ostica – e ricondurre l’epopea dell’attesa e dello smarrimento esistenziale al dramma dei migranti di ogni tempo, costretti a veder franare buona parte delle loro speranze all’arrivo in un porto che si rivelerà ben presto un’eterna sala d’aspetto. Il primo obiettivo sarà raggiunto lavorando in piena sinergia col ritmo forsennato e con l’arguzia del detto-non detto che fa di Beckett uno degli autori più all’avanguardia del Novecento. Quel particolare modo di porre la battuta che non la rende mai completamente detta, sia perché la sua vera conclusione sta nel silenzio che segue alla sua brusca interruzione, sia perché ciò che veramente è detto è solo una minuscola particella di un mosaico molto più grande, nel quale gli stessi personaggi sembrano essere imprigionati – metafora straordinaria dell’esistenza umana – e che soltanto un deus ex machina come Godot potrebbe decidersi ad illuminare di verità, sempre che si decidesse ad arrivare…Ma per ritrovare il vero spirito comico insito nel testo, anziché chiedere all’attore di cavalcare quell’avanguardia diventando spettro di sé, andando oltre le tecniche conosciute, per inventarsi un modo nuovo di stare in scena (utopia che molte regie hanno inseguito negli anni, credendo ciecamente che le le innovazioni del testo dovessero essere raddoppiate a livello attoriale), faremo ciò che probabilmente lo stesso Beckett avrebbe fatto, proveremo cioè a ricondurre il lavoro dell’attore non ad un futuro incerto ed illeggibile, ma ad un passato, ad una tradizione che a ben vedere è la vera madre dei personaggi di Vladimir e di Estragon: la Commedia dell’Arte. Cosicché, attraverso il contrasto, tutto recitativo, che si genererà tra la tendenza comica a reagire ad azioni e motivazioni chiare e leggibili e la sfida, tutta beckettiana, di fondare il racconto su una sostanziale in-azione, si raggiungerà alla fine anche il nostro secondo obiettivo: raccontare, attraverso il dramma antichissimo dell’attesa e dello spaesamento, della marginalità sociale e dell’eterna sconfitta di chi sfugge alle categorie, il dramma dei migranti, dei disadattati, degli ultimi che rimarranno ultimi. In scena Salvio Di Massa, Davide D´Abundo,Alessandro Guerra, Lucio Scherillo, David Laezza, Morgana Puccinelli.

Per info e prenotazioni 0586.210120

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