“Acquisti di lusso dichiarando 15mila euro annui”. Cinque misure cautelari, sequestrati 8,8 mln
La Finanza: associazione per delinquere e reati tributari. Viaggi di piacere nel mondo, acquisto di gioielli, assidua frequenza di casinò garantito da distrazioni di denaro per milioni di euro. Ecco il lungo comunicato delle Fiamme Gialle
Dalle prime ore del mattino, la Guardia di Finanza sta dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di cinque persone (come riporta la Finanza in un comunicato diffuso il 10 maggio durante una conferenza stampa nella quale sono stati resi noti i nomi). Si tratta di Artur Karamuca, albanese quarantenne dimorante a Livorno (in carcere), Gianluca Vivaldi, suocero di Karamuca, quarantanovenne dimorante a Rosignano Marittimo (in carcere), Alessandra Vivaldi, italiana di trentatré anni (moglie di Karamuca e figlia di Gianluca) ai domiciliari, Sean Vivaldi, italiano di anni ventisei (figlio di Gianluca e fratello di Alessandra) obbligo di dimora nel comune di Livorno e presentazione alla polizia giudiziaria e Fernando Rusconi, argentino residente anch’egli a Rosignano Marittimo con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le contestazioni hanno ad oggetto i reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, bancarotta semplice, appropriazione indebita aggravata, dichiarazione infedele, sottrazione al pagamento delle imposte, indebita compensazione di crediti inesistenti e intestazione fittizia di beni.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica (pm Massimo Mannucci), sono state sviluppate da personale del Nucleo di Polizia Tributaria e hanno avuto origine a luglio 2015, a seguito dell’esame di numerose segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema finanziario che attestavano consistenti prelevamenti e versamenti di denaro da parte di un gruppo di soggetti di nazionalità italiana ed albanese, due dei quali gravati da numerosi precedenti penali, tra l’altro, per reati contro la persona, il patrimonio e di natura fiscale.
Le successive investigazioni di polizia giudiziaria hanno fatto emergere l’esistenza di un sodalizio criminale, composto da quattro persone, con centro direzionale a Livorno e Rosignano Marittimo, in cui i due soggetti trasferiti in carcere rappresentavano i promotori e gli organizzatori dell’associazione, il soggetto sottoposto ai domiciliari aveva la funzione di “contabile interna” delle varie società cooperative (amministrate di fatto dai due promotori), che fungeva da tramite con il quarto soggetto, un commercialista di Torre Annunziata (O.C., deceduto a dicembre 2016), costante punto di riferimento dell’organizzazione criminale per garantire il sistema fraudolento con la predisposizione di infedeli dichiarazioni dei redditi e indebite compensazioni di crediti.
Il predetto sodalizio criminale si è avvalso del supporto di altri undici soggetti (estranei all’associazione), parimenti indagati e coinvolti a vario titolo nel contesto illecito, soprattutto quali prestanome e amministratori di diritto delle società o per garantire l’intestazione fittizia dei beni.
Gran parte dei fatti contestati ruota intorno alla costituzione e alla gestione di cinque società cooperative, utilizzate senza effettive finalità mutualistiche e in stretta continuità temporale tra loro (dal 2011 ad oggi), per lo più con i medesimi dipendenti (oltre 200, italiani e albanesi, alcuni dei quali pluripregiudicati o con precedenti di polizia) nell’ambito di un rapporto di collaborazione per l’attività di facchinaggio e spostamento delle merci, instaurato presso la filiale di un corriere nazionale, con la complicità di un dirigente della stessa società corriere, referente sul territorio toscano (indagato). In particolare, il gruppo criminale, nell’instaurare e mantenere i rapporti commerciali con il corriere nazionale (con la stipula di contratti di appalto che consentivano ai sodali di avere sempre una fonte di guadagno “certa”), non onorava le passività esistenti, con specifico riferimento ai debiti tributari e previdenziali maturati nei confronti dell’Erario.
Così operando, durante la breve vita della cooperativa (1 o 2 anni), Karamuca e Gianluca Vivaldi (con la complicità della contabile interna) si sono appropriati e hanno distratto, nell’arco di un quinquennio, almeno 4,5 milioni di euro, mediante prelevamenti, bonifici con causali generiche e utilizzo sistematico di carte di credito. Si tratta (prosegue il comunicato della Finanza) di denaro che ha garantito un altissimo tenore di vita, del tutto sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati (in media 15.000 euro annui): acquisti di beni di lusso (borse e gioielli), ripetuti viaggi all’estero (ad esempio, Dubai, Cannes, Montercarlo, Praga, Malta, Maldive, tribuna Vip a Barcellona per la sfida contro la Juventus), spese cospicue ai Casinò, cene in ristoranti di proprietà di rinomati chef, costi di manutenzione di un’imbarcazione, regali di compleanno anche per importi di 10mila euro, nonché acquisto e mantenimento di numerose autovetture di grossa cilindrata (tra cui, Jaguar, Maserati, Porsche, Mercedes, di cui una da oltre 500 cavalli motore).
Per facilitare la commissione delle illecite condotte e sottrarsi al pagamento delle imposte, Karamuca e Vivaldi hanno trasferito fittiziamente la propria residenza in Albania (con iscrizione all’Aire) mentre, con la complicità degli altri sodali, procedevano a porre in liquidazione le varie cooperative, trasferendone formalmente la sede, nell’ultimo mese di vita, in provincia di Caserta, per poi cancellarle dal registro delle imprese, con l’obiettivo di aggirare la normativa fallimentare ed evitare la dichiarazione di fallimento (entro un anno dalla cancellazione).
Nel contempo, per non insospettire il Fisco, le dichiarazioni dei redditi (relative al periodo di vita delle cooperative) venivano regolarmente presentate, con l’indicazione di costi fittizi mai sostenuti, per complessivi 16 milioni di euro, ovvero procedendo ad indebite compensazioni di crediti inesistenti per oltre 3 milioni di euro, con la presentazione tra il mese di dicembre 2015 e il mese di aprile 2017 di n. 58 modelli F24.
Inoltre (si legge ancora nella nota delle Fiamme Gialle), specifiche condotte di intestazione fittizia dei beni sono contestate a carico di Karamuca e Vivaldi in quanto, per eludere le eventuali misure di prevenzione a loro carico quali soggetti socialmente pericolosi ed agevolare operazioni di reinvestimento di denaro, gli stessi attribuivano fittiziamente a due società cooperative, con il concorso, tra l’altro, del Rusconi, 5 autovetture di lusso e un motoveicolo. Complessivamente, nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti debiti tributari verso l’Erario (gran parte già iscritti a ruolo) quantificabili in circa 10 milioni di euro. E’ stato, infine, rilevato un episodio di bancarotta semplice a carico di Karamuca, quale rappresentante legale di un noto ristorante livornese, per avere aggravato il dissesto della società che lo gestiva, dichiarata fallita dal Tribunale di Livorno il 3 dicembre 2014.
Relativamente ai reati fiscali, (il Gip ha disposto altre sì il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per circa 8,8 milioni di euro. In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, i militari hanno provveduto a ricostruire – anche valorizzando il patrimonio informativo a disposizione attraverso le molteplici banche dati in uso al Corpo – le disponibilità finanziarie e patrimoniali delle imprese, così sottoponendo a vincolo cautelare denaro, 11 autovetture (tra cui, una Jaguar, due Mercedes, un Range Rover Sport e un Maserati), 4 motoveicoli, una villetta a schiera ubicata a Livorno nella zona di Montenero, un’imbarcazione di circa 8 metri ormeggiata nel porticciolo di Rosignano Marittimo.
Contestualmente alle misure cautelari, sono state eseguite (con la collaborazione dei Reparti del Corpo alle sedi di Caserta, Capua, Marcianise e Torre del Greco) a Livorno, Rosignano Marittimo nonché in provincia di Roma, Firenze, Napoli, Pisa e Caserta perquisizioni domiciliari presso le residenze degli indagati, le società cooperative e altri soggetti, con l’impiego complessivamente di circa 50 militari.
Riproduzione riservata ©
Cerchi visibilità? QuiLivorno.it mette a disposizione una visibilità di oltre 70mila utenti giornalieri: 68.900 su Fb, 7.200 su Ig e 4.700 su X. Richiedi il pacchetto banner e/o articolo redazionale a [email protected] oppure attraverso questo link per avere un preventivo
QuiLivorno.it ha aperto il 12 dicembre 2023 il canale Whatsapp e invita tutti i lettori ad iscriversi. Per l’iscrizione, gratuita, cliccate il seguente link https://whatsapp.com/channel/0029VaGUEMGK0IBjAhIyK12R e attivare la “campanella” per ricevere le notifiche di invio articoli. Ricordiamo, infine, che potete continuare a seguirci sui nostri social Fb, Instagram e X.